Agropoli, il giorno dopo, piange sia per la ferita inferta ad uno dei luoghi simbolo e sia per la rabbia che lo spettacolo indegno del costone roccioso (nella foto di Pasquale Conforti) ormai può solo dare di sé. Il fatto sta diventando un caso politico con la minoranza, attenta e ancor più combattiva dopo quanto accaduto durante i consigli comunali con l’abbandono dell’assise da parte dei consiglieri di maggioranza prima e con l’assenza dell’intera amministrazione poi, che presenta un’interrogazione.
«Quanto accaduto – scrive Raffaele Pesce in un’interrogazione – rende assolutamente inderogabile almeno procedere ad una approfondita verifica geologica e di ingegneria geotecnica, nonché ad un intervento preliminare di messa in sicurezza delle situazioni di evidente pericolo, dal momento che il promontorio è abitato e rappresenta il simbolo di Agropoli. Benché l’argomento sia stato inserito nel piano triennale – aggiunge – l’amministrazione non può rimanere inerte in attesa di ipotetici finanziamenti PNRR. Tale attività di verifica e di intervento preliminare, va assolutamente estesa alla località di San Francesco, soggetta a continue frane».
Sulla questione, interviene anche il giovane attivista politico Gennaro D’Amico: «Già nel corso della recente campagna elettorale 2022 denunciammo dai palchi il pericolo che uno dei luoghi simbolo della città di Agropoli, ovvero la rupe, fosse esposta al rischio di frane che, seppur in piccole forme, già si manifestano da tempo. Il totale silenzio in merito e la mancanza di una pianificazione circa la possibilità di interventi in quell’area è assordante, in più ci avviciniamo alla stagione estiva e quel posto, come ben sappiamo, sarà nuovamente popolato da tante persone che si recheranno in quel punto a fare il bagno. Dobbiamo agire subito – conclude il giovane attivista – senza perdere altro tempo».
«La rupe, si sta sbriciolando sotto gli occhi di tutti con pericolo di crollo parziale anche di piazza Costantinopoli – dice il cittadino Eliseo Delli Paoli – sul pavimento della piazza e sul muro della sacrestia, ci sono crepe molto evidenti che dicono cosa sta accadendo. I fari che illuminano la rupe dal mare, sono spenti perché i crolli hanno messo in trazione il cavo elettrico che li alimenta». L’assessore al mare, porto, demanio e patrimonio Giuseppe Di Filippo, sul caso, rassicura la popolazione e afferma che si farà il possibile per mettere in sicurezza il costone mentre l’area è già stata interdetta per i motivi di cui sopra. Nella cittadinanza serpeggia la paura e c’è chi denuncia che nelle ore prima del crollo c’è stato qualcuno che ha esploso dei fuochi d’artificio capaci di far tremare i vetri delle abitazioni.