Il contenitore “In prima fila con….” ha ospitato il celebre burattinaio salernitano, erede di una tradizione ultracentenaria racchiusa nelle abilissime tre dita e nella camaleontica voce che dà vita ai personaggi della tradizione
Di OLGA CHIEFFI
A volte accade che camminando sul tappeto di foglie della tradizione, si possa scivolare in uno di quei buchi della memoria, oscuri e solari, luce sfrangiata del passato o presagio del futuro, scrive Roberto De Simone, come ieri ci siamo lasciati dolcemente travolgere dalla narrazione di Adriano Ferraiolo, ospite di “In prima fila con….” contenitore culturale della redazione di Le Cronache. Adriano Ferraiolo non solo ha donato un racconto incantato ai nostri lettori, fornendo un documento di una tradizione popolare che va salvaguardata, ma, su tutto, uno splendido momento di spettacolo, con protagoniste le voci di Pulcinella, Felice Sciosciammocca e Papiluccio “Naso di cane” (cui si è ispirato Eduardo De Filippo per il suo Antonio Barracano) che ci hanno fatto provare un’emozione antica, in cui abbiamo ritrovato il grande teatro partenopeo. Chi non si è provato a manovrare un burattino, a dargli voce, o fermato per assistere allo spettacolo dei fratelli Ferraiolo e nell’intervallo assaggiare le caramelle veneziane e portare a casa un burattino? La grande famiglia di burattinai salernitani, ha “cresciuto” generazioni di bambini, che poi hanno accompagnato i propri figli, educandoli a stare in quel “cerchio magico” che è la platea allestita nello spazio antistante il teatrino. La conoscenza nasce dalla curiosità, capace di un’indifesa e sincera fedeltà allo stupore, che va continuamente alimentato e di questo Adriano Ferraiolo, che ha già figli e nipoti pronti a raccogliere il testimone, quando tra un altro mezzo secolo si ritirerà, lo ha ben dimostrato, illustrando la storia ultracentenaria della sua famiglia, nata con Filippo e i suoi fantocci meccanici al Luna Park, intorno al 1860, continuata con Pasquale senior, che agli inizi del Novecento, già lavorava nei Convitti Regi, nei teatri, nei ritrovi sportivi, nei seminari e nelle più rinomate località balneari, e giunta sino ad oggi, dopo varie vicissitudini e la scelta ben precisa di far teatro con i burattini, ovvero una vera e propria recitazione, attenta alla parola, con l’uso di copioni ispirati agli scritti dei drammaturghi napoletani, figlia della frequentazione dei palcoscenici in qualità di attori dei Ferraiolo, capace di attrarre un pubblico eterogeneo ed interclassista, una linea che si allontana dalle guarattelle, la cui parte centrale è sempre il combattimento, con “mazzate” e “bastonate”, con Pulcinella che trionfa vittorioso sul cattivo, ottenendo come ricompensa il fidanzamento-nozze con la ragazza, su di uno schema favolistico, che comprendeva, l’arresto, la confessione, o anche la discesa agli inferi. Naturalmente, in periodo di lockdown, il ricordo di Adriano, è andato al pubblico, perché solo guardando la platea si può scegliere cosa mettere in scena, se si è in teatro e in prima fila ci sono Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo De Caro e si è al San Carluccio di domenica, si può far recitare ai burattini “’Na camera affittata a tre” ispirata all’originale di Antonio Petito o tentare una scarpettiana con “’Na matassa ‘mbrugliata”, o se si hanno tanti bimbi dinanzi non si può deviare dall’avventura o dal favolistico, anche se a volte l’ironia, sempre leggera e ridanciana, sul momento attuale ci può sempre stare. Tanti gli amici che hanno inteso seguire Adriano Ferraiolo da tutt’ Italia, e in particolare da Campobasso e Crotone, piazze fisse dei gran tour del teatro Nazionale dei Burattini e ritrovare i propri idoli, oggi ne loro laboratorio, una specie di antro del mago, ove tutto nasce, dai burattini ai canovacci di commedie nuove, che la primavera e l’abbraccio del primo sole saluteranno, con la parola di Adriano che nel suo recitare riaccenderà la meraviglia, riprendendo a restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, che porterà tutti a fare parte della scena, al fianco dei burattini della grande famiglia Ferraiolo.