Gli allievi dell’ Orfanotrofio Umberto I di Salerno si ritroveranno oggi, alle ore 19, nella chiesa della Madonna di Fatima, per ricordare il più amato delle figure del Serraglio
Ricordate il maestro Giulio Perboni insegnante a Torino in una terza elementare di 54 alunni, una persona autorevole ma non autoritaria, un maestro che sostituisce le bacchettate sulle mani con valide e sentite parole, dettate con tanta educazione e dolcezza al fine di aiutare l’allievo a correggere il proprio comportamento? Appare fra le righe del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis, una figura di maestro che vive per la formazione dei suoi scolari, tanto da dichiarare affettuosamente, già dal primo giorno di scuola, di considerarli figli suoi. Coerentemente si rivolge a loro comportandosi come un padre, prendendosi cura non solo della loro istruzione ma anche dello stato di salute, donando affetto anche a quei bambini che, sfortunatamente, hanno perduto il genitore. Un maestro encomiabile, così profondo ed amorevole da indurre gli alunni del precedente anno scolastico a cercarlo ancora per un saluto come segno d’affetto che continua nel tempo; un maestro così sensibile da celare al loro sguardo la tristezza che avverte nel non averli più vicino a sé. Anche all’ Orfanotrofio Umberto I di Salerno, il Serraglio, esisteva un insegnante e istitutore con queste caratteristiche, era il Professore Antonio Gregorio, il più amato, insieme ad Alfonso Menna, tra le figure di quell’ istituzione, che questa sera, alle ore 19, verrà ricordato con una messa nella chiesa della Madonna di Fatima, ad un anno dalla sua scomparsa. In un angolo della mente sono racchiusi i ricordi, sono racchiuse le emozioni, che in ogni istante riaffiorano e riportano alla vita persone e fatti che segnano per l’eterntà. “Ciao Carissimo Professore Antonio come amiamo chiamarti. E’ già volato un anno dalla tua dipartita, oggi come allora siamo sgomenti, increduli, tristi si tristi perché per noi eri un padre a cui ricorrere nel bisogno di parole di consigli di tutto ciò che un padre fa per i figli, la tua amata Nicoletta come noi non trova rassegnazione, anche se sappiamo che la vita è questa: si nasce e si ritorna alla casa del padre, è la logica rutine divina, ma ancora oggi ci rivolgiamo a te al presente, perché per noi non sei andato via sei solo in un’altra stanza che ci sorridi, ci ascolti, ti arrabbi al tuo modo con un sbuffo ma poi ritorni giovali e ci riempi di consigli ci parli ci indichi la via come hai sempre fatto è sempre continuerai a fare per l’eternità, perché noi siamo e restiamo i tuoi ragazzi, quelli piccoli indifesi soli tristi chiusi in un grande palazzone grande da far spavento, che correvano in un grande spazio la villetta, dove sognavano di diventare grandi calciatori emulando le gesta dei loro beniamini, che si sedevano a pranzare, cenare, e tu, passando per ogni tavolo, ti assicuravi che nessuno potesse rimanere a digiuno che ognuno avesse la sua razione e con il tuo sguardo rimproverarvi chi approfittava, redarguendolo amorevolmente, con un gesto con un’occhiata che subito smarriva, ma che aveva il suo effetto immediato per poi ritornare sorridente e rassicurante per tutti, ci accompagnavi a scuola e ti assicuravi che tutti eravamo in ordine, divisa pulita, il necessario per studiare, un quaderno, la penna, che non mancasse a nessuno, ti informavi presso le nostre maestre o maestri del nostro andamento e comportamento scolastico, eri il nostro angelo custode, buono e giusto, ma anche burbero, con chi lo meritasse. Eri un papà a tutto tondo, quando hai lasciato questo mondo la tua assenza fisica si è sentita. Ma, sei sempre con noi, nel nostro cuore nei nostri pensieri nella nostra vita, e come me tantissimi di noi ancora oggi si chiedono: farò bene questa cosa? Ed inevitabilmente il pensiero corre, chissà cosa ne pensa il professore, e la risposta arriva certo che arriva, e il cuore batte forte e senti la voce: tranquillo va bene, oppure rifletti un attimo, forse è meglio in quest’altro modo, perché per noi continui ad essere il nostro faro
Ciao Professore, Ciao Papà Antonio Gregorio
I tuoi ragazzi
Ciao Antonio
A te che sei lassù
rivolgiamo profondamente il nostro pensiero.
Ci hai lasciati per volare in un regno di pace.
Tante persone e amici cari incontrerai
in questo tuo nuovo cammino, ma ricordati:
tu per noi sei l’essenza di quel fiore che infonde
e trasmette interiormente forza in ognuno che hai amato.
Quanti ricordi d’infanzia nella mente:
chi ha avuto il piacere e l’onore di averti conosciuto,
non potrà mai dimenticarti.
Racchiuderemo nell’anima tutti i momenti memorabili vissuti insieme.
Ci hai voluto bene!
Di questo te ne siamo infinitamente grati e consapevoli.
Grazie di tutto Antonio.
Ti abbiamo stimato e amato in vita, continueremo ancora incommensurabilmente.
Ci manchi! Sei e resterai per tutti un grande esempio di vita e umanità.
I tuoi “alunni” di sempre dell’Umberto I.
(dalla sensibilità e generosità del poeta Rosario Lamberti che
ha saputo cogliere ciò che ognuno di noi avrebbe voluto dire)