Acquisto del Vecchio Tribunale. Spesa inutile - Le Cronache Ultimora
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Acquisto del Vecchio Tribunale. Spesa inutile

Acquisto del Vecchio Tribunale. Spesa inutile

di Michelangelo Russo

Le ultime esternazioni del Governatore sull’acquisto del Vecchio Tribunale hanno qualcosa che non torna. Il palazzo è entrato nella disponibilità della Regione in base ad un accordo sottoscritto l’anno scorso tra quest’ultima e l’Agenzia del Demanio statale.

In quell’accordo di massima si stabiliva una sorta di comodato tra le due istituzioni, finalizzato alla valorizzazione culturale dello storico Tribunale di Salerno tramite un frazionamento dell’edificio in più siti. Quali? La sede dell’ordine degli avvocati, tanto per iniziare. E’ giusto. L’antica aula magna pare la sede appropriata per convegni e consegna delle abilitazioni alla professione forense. Poi, la magnanimità del Governatore, con lo stesso accordo, prevedeva la sede dell’Associazione Magistrati. Giusto, ma in astratto. Da anni l’Associazione Magistrati è il fantasma di quella che era una volta, né la concessione di un’aula apposita servirà a rinverdire i fasti di quella che è stata, nei decenni passati, una rappresentanza viva e un centro di dibattito civile, anche nei momenti più tragici della storia nazionale e locale. Dunque, un regalo al momento superfluo ma che pare una carta di tressette lisciata per omaggiare i giudici.

Altro progetto: portare a Salerno l’Università, con l’insediamento dell’Ufficio del Rettore. Che anziché sulle montagne di Fisciano, potrà affacciarsi sul mare e sul corso, dove scendere a pigliare un caffè con ospiti e amici. Nel programma dell’intesa di massima tra Regione e Demanio c’è anche l’idea di istituire corsi di formazione post-universitaria nelle professioni legali, tanto per alimentare la fratellanza tra l’Ateneo e la Città di Salerno.

Quali corsi? L’ Università ha un suo corso post-laurea in giurisprudenza. Frequentatissimo fino a cinque anni fa, quando era propedeutico all’accesso al concorso di magistrato o notaio, nonché all’esame per l’abilitazione al ruolo di avvocato. Ma la legge nel frattempo è cambiata, e la Scuola di perfezionamento ha perduto la sua importanza; tant’è che, al momento, gli allievi non arrivano a una ventina. Dunque, dove sta questo polo di vivacità culturale che dovrebbe galvanizzare il centro cittadino?

All’ultimo punto dell’intesa Regione – Demanio c’è un vago riferimento a un polo museale nelle aule del Vecchio Tribunale. Nulla più di un pensierino leggero, senza alcun dettaglio. Tutto ciò rimanendo la Regione semplice detentore dei locali, senza diventarne proprietaria vera e propria. E adesso vediamo perché il De Luca ha fatto questa scelta, mentre c’è già, da 14 anni, una legge dello Stato che avrebbe dato alla Regione, senza pagare un soldo, la proprietà del Vecchio Tribunale. Quella legge è il D.lgs. 85/2010, denominata Federalismo Demaniale Culturale. Essa prevede la cessione gratuita di beni abbandonati dello Stato agli Enti Territoriali (Comune – Provincia – Regione), che ne facciano richiesta, ai fini della valorizzazione del loro patrimonio culturale. Si tratta di trovare un’intesa con il Ministero dei Beni Culturali sulla base di progetti concreti di recupero, divulgazione, custodia e accessibilità di antichi edifici alle collezioni d’arte, spesso abbandonate da tanti Comuni e Province. Tutto ciò sulla base di progetti concreti, e non chiacchiere da bancarelle di S. Matteo. Perché questo è il punto: il Vecchio Tribunale si può avere gratis, ma la sua utilizzazione va condivisa con le idee di un Ministro della Cultura (che non è più Sangiuliano!).

Ed ecco il finale: la Regione spenderà quattrini, e non pochi, con una spesa inutile. Ma utile alla possibilità di distribuire premi e doni, per quella captatio benevolentiae di chi è utile non a progetti di crescita culturale, ma principalmente a progetti di esercizio di un potere personale.