di Pina Ferro
Era stato ammanettato con l’accusa di aver messo a segno, in concorso con L.L., una rapina con conseguente pestaggio ai danni di G.D.E. Dopo circa tre mesi di detenzione i domiciliari M.R. torna un uomo libero: la sera della presunta rapina e pestaggio (22 maggio scorso), M. R., così come hanno dimostrato le indagini difensive era prima a lavoro e successivamente con la famiglia. Ad accusare l’indagato era stata la stessa vittima, G.D.E. dell’aggressione e rapina. A revocare la misura degli arresti domiciliari a carico di M. R., difeso da Orlando Caponigro, è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno Ubaldo Perrotta. Nel corso dell’incidente probatorio, il figlio e la nipote diM. R., hanno fornito un alibi al congiunto, dicendo che quella sera lo stesso si trovava in loro compagnia a parco Pinocchio nell’orario in cui era stata perpetrata l’aggressione. Le successive indagini effettuate dal magistrato hanno riscontrato la versione difensiva in quanto: il datore di lavoro diM. R., ha dichiarato che quella sera lo stesso era stato al lavoro sino alle 20,3. Inoltre, l’analisi dei tabulati telefonici e degli spostamenti della vettura ha consentito di appurare che l’indagato: alle 20,34, mentre la sua utenza si trovava ancora presso il negozio presso cui lavora, era stato contattato dal figlio , che si trovava nei pressi di parco Pinocchio; alle 20,44 era stato chiamato dalla moglie, mentre la sua utenza si trovava a via Brignano, proprio nei pressi di parco Pinocchio; parco Pinocchio è proprio il posto in cui, stando alla versione difensiva, M. R. si reca quasi ogni sera a prendere il figlio in palestra, per poi far ritorno a casa; tale ricostruzione è confermata dall’analisi dei tabulati e delle celle di aggancio.