di Andrea Bignardi
Il sisma del 23 novembre 1980, di cui domani ricorrerà il trentottesimo anniversario, ha cambiato inevitabilmente le sorti di un terrtorio vastissimo, a cavallo tra le province di Salerno, Avellino e Potenza. I container adoperati per destinarvi le abitazioni sono ormai quasi tutti dismessi, tuttavia a Calitri, uno dei comuni più vicini all’epicentro del famigerato sisma che provocò la morte di quasi 3000 persone, l’assistenza sanitaria del piccolo presidio viene ancora erogata in un prefabbricato messo su in tutta fretta all’indomani del terremoto. Una targa di ottone e’ li’ a ricordare che quell’edificio prefabbricato e’ un dono della Croce Rossa Italiana alle popolazione terremotate dell’Alta Irpinia. Ed e’ li’ che da piu’ di 37 anni si eseguono visite specialistiche, vaccini e si organizzano perfino i servizi del 118. Gli ambulatori specialistici, visto il ridimensionamento generale dell’assistenza sanitaria, si sono ridotti ad appena cinque. Un fisiatra, un oculista, un endocrinologo, un pediatra e un dermatologo lavorano per assicurare visite specialistiche del servizio sanitario pubblico a una popolazione che invecchia sempre di piu’, che proviene anche dai comuni limitrofi, non avendo la possibilità di rivolgersi ad un presidio ospedaliero attrezzato: i più vicini, si fa per dire, sono ubicati a Sant’Angelo dei Lombardi ed Oliveto Citra, distanti decine di chilometri. Unica nota positiva emersa da quel dramma è stata la nascita della Protezione civile nazionale, che ha posto le sue radici proprio in quella tragedia immane.
La vicenda del poliambulatorio ospitato nei container non è tuttavia, da considerarsi degna di un paese come l’Italia che considera , nonostante tutte le problematiche annesse e connesse, il Servizio Sanitario Nazionale come un proprio fiore all’occhiello. E a farsi portavoce dell’inadeguatezza di questo status è stato il segretario provinciale irpino della Uil Funzione Pubblica Gaetano Venezia “Abbiamo sollevato il problema due anni fa – racconta – non e’ possibile che dopo oltre trent’anni si usi un prefabbricato fatiscente per le visite. E il sindaco di Calitri ha messo a disposizione un piano della ex scuola elementare, ha addirittura stanziato 200mila euro per adeguare i locali. L’Asl di Avellino, a distanza di due anni non ha ancora un progetto”. E’ stato inoltre richiesto un incontro al prefetto di Avellino per dipanare la matassa burocratica. La questione, indubbiamente, è problematica ed ancora aperta. Di casette prefabbricate in alta Irpinia ce ne sono ancora tante, ma hanno tutte un volto diverso. A Teora sono diventate un villaggio vacanze, altrove sono state date invece in affitto al Comune o a turisti, anche stranieri, che hanno iniziato ad apprezzare le bellezze di un territorio dimenticato.