Ad un mese dalla scomparsa del cornista Maurizio Maiorino, ne ricordiamo la figura umanissima di musicista. Domani alle ore 11.00 nella chiesa di San Bartolomeo a Capezzano.
Di Olga Chieffi
Il finale della quarta sinfonia che chiude il ciclo delle Wunderhorn-Symphonien, di Gustav Mahler è affidata al soprano che ha da cantare “con espressione allegramente infantile; assolutamente senza parodia!”, divagando frequentemente in melismi di giubilo. “Se l’uomo meravigliato chiede che cosa significa tutto ciò – scriveva Bruno Walter – gli risponde un bambino: questa è la vita celeste”. A distanza di un mese siamo ancora attoniti, per l’improvvisa scomparsa del cornista Maurizio Maiorino, dell’amico rimasto semplice, schietto e sincero, per aver perso inaspettatamente un musicista che ci voleva bene, con il quale si è condivisi momenti che sono patrimonio di un’umanità che cresce e migliora attraverso un’azione etica, che è quella del dialogo, della cultura, della musica. Una carriera purtroppo interrotta troppo presto la sua che ripercorriamo con il suo fraterno amico Carmine Giordano, a partire dal suo ingresso, a soli 10 anni nella scuola di musica dell’ Istituto Umberto I, nella classe di corno di Biagio d’Adamo, frequentando prima il Conservatorio “Carlo Gesualdo da Venosa” di Potenza, quindi, ultimando gli studi presso il Martucci di Salerno. Prima del diploma ha acquisito esperienze musicali sia nella musica classica come cornista, che in quella leggera formandosi come bassista. Docente nelle scuole primarie di secondo grado diviene anche animatore digitale, responsabile di laboratorio informatico che quello musicale. Si è esibito con le orchestre dei massimi teatri nazionali, dal San Carlo di Napoli, al Petruzzelli di Bari, dal Massimo di Palermo a La Fenice di Venezia, dall’Opera Roma al Teatro Verdi di Salerno. Maurizio Maiorino suonava anche il basso elettrico e ha creato diversi gruppi di musica extra-colta come la band per “Stelle Per Una Notte”, suonando anche nei gruppi d’appoggio nei concerti di Pavarotti, Britti, Leali, Oxa, Morandi, Dalla, Paoli, Bennato, Vanoni Presente anche nella “Nuova Compagnia di Canto Popolare”, accanto ai maestri Roberto De Simone, Peppe Barra, Eugenio Bennato. Suonava nell’Horn Quartet con gli amici maestri Antonio Proto, Alessandro Vuolo, Raffaele Papa. Diverse le testimonianze di affetto e stima da parte di quanti hanno diviso con Maurizio l’esperienza dell’ Istituto Umberto I: “Per chi, come me, ha avuto il piacere di incrociare la sua strada – ha commentato Alberto Moscariello clarinettista – sa benissimo che aveva dei tratti caratteriali straordinari. Ancor prima di ciò, però, bisogna ricordare del suo straordinario ed indiscusso talento. Sempre pronto alla battuta, ironico, amico di tutti. Capace di grandi amicizie e di rapporti leali e duraturi. Veramente una grande perdita per la famiglia e per l’ambiente musicale della nostra città”. “Carissimo Maurizio – continua Vincenzo Sica ideatore del gruppo FB Il Serraglio Orfanotrofio Umberto I Canalone – ci sono dei momenti in cui ti fermi e cerchi di ricordare le cose belle che ci anno visto coinvolti insieme, nelle rimpatriate dove noi ex serragliuoli ci riunivamo, in alcune tappe della tua carriera quando ti preparavi per i tuoi concerti con il tuo strumento il corno, momenti di piacevoli incontri l’ultimo al concerto di settembre tenuto dagli ottoni della sistina al Duomo, il tuo sorriso riempiva il cuore delle persone che ti ascoltavano, la tua grande professionalità nell’insegnamento, i tuoi cari allievi, noi i tuoi amici i serragliuoli ricordo con quanto orgoglio indossasti la spilla che ricordava l’orfanotrofio e la gioia e la commozione si leggevano nei tuoi occhi, siamo vicini alla tua adorata Virginia, e tuo figlio Luigi. Si aggiunge al compianto anche Antonio Marzullo, trombonista e segretario artistico del Teatro Verdi: “ Un ragazzo eccezionale – aggiunge il maestro – che ho visto crescere e per il quale, quando eravamo tutti all’Istituto, ero un punto di riferimento, poichè più grande d’età e più “esperto” nell’affrontare una vita non semplice. Un talento, quello di Maurizio, a trecentossessanta gradi, che lo ha portato oltre il corno, a suonare bene anche il basso e a studiare musica elettronica, poiché era stato sempre curioso, sin da ragazzino delle nuove tecnologie”. Ricorderemo la figura di Maurizio Maiorino nel corso della celebrazione del Trigesimo che avverrà domani alle ore 11.00 nella chiesa di San Bartolomeo in Capezzano.