di Arturo Calabrese
Non si placano le polemiche a Castellabate. Dopo le dure parole utilizzate contro la minoranza dal sindaco Marco Rizzo, che insieme agli omologhi Mutalipassi e Alfieri aveva formato il triumvirato pro ambulanza, i destinatari dell’invettiva non ci stanno e decidono di rispondere a loro volta. Lo fa, nello specifico, Domenico Di Luccia, capogruppo di “Castellabate al Centro”. «Nessuno ha mai detto che la procedura non fosse del tutto legittima – spiega – né tantomeno si è cercato di fare cattiva informazione a fini speculativi e infatti voglio ricostruire la vicenda nel dettaglio – precisa – il sindaco, a poche settimane dall’insediamento, ha annullato i due concorsi pubblici, indetti dalla precedente amministrazione, per l’assunzione di due avvocati per l’ufficio Avvocatura. Successivamente, con delibera del 18 febbraio di quest’anno, ha avviato la procedura di reclutamento di un dirigente avvocato, prevedendo tra i requisiti “l’aver svolto per almeno due anni le funzioni di dirigente presso enti e strutture pubbliche” e quindi con buona pace per i giovani professionisti!. Questa nuova figura è stata assunta, viene pagata 60mila euro circa all’anno ed è stata giustificata per la necessità del comune di avere “un vero specialista per curare le malattie più complesse”».
A questo punto, Di Lucca pone una domanda retorica: «Il recupero crediti dei crediti rappresenta una malattia molto complessa, come mai l’amministrazione deve ricorrere all’espediente del patrocinio legale gratuito? La ricerca di nuovi professionisti a titolo gratuito – e continua – fa sorgere anche il dubbio che tutto sommato non fosse veramente necessaria una simile professionalità, così altamente retribuita, per far fronte alle nostre “malattie”. Questo – accusa Di Luccia – è un vero danno erariale! C’è da dire poi, però, che la legge della gratuità non vale per tutti e sempre dato che le determine degli incarichi legali remunerati e conferiti dal dirigente parlano chiaro. Ma si sa – si fa ironico – “Gratis, poi, è il lavoro di chi non ha santi in paradiso, i devoti viaggiano a 14.000 euro”, un giorno, a tal proposito, qualcuno ha commentato. Al sindaco, inoltre, voglio ricordare che non abbiamo messo noi in discussione la legittimità della procedura bensì l’AIGA. Quello che mettiamo in discussione è lo sperpero di denaro pubblico e il metodo del fare due pesi e due misure. Ricordo, inoltre, alla “giovane (ma neanche tanto) amministrazione” che è vero che nel 2016 fu adottata analoga procedura ma che all’epoca il Comune di Castellabate era sprovvisto di un ufficio avvocatura interno che è stato istituito soltanto ben due anni dopo e cioè nel 2018. Caro sindaco – Di Luccia si rivolge direttamente al triumviro – ancora una volta, nonostante il tuo fido e ben pagato dirigente, non riesci a dare una giustificazione seria, reale, completa e veritiera del tuo operato. Le tue intimidazioni (portate anche nei confronti della stampa, ndr) e i tuoi tentativi di discredito non di certo riusciranno a zittire la voce libera, indipendente e legittimata di chi democraticamente esprime solo la propria opinione». Le note di Di Luccia, la presente e quella che ha scatenato l’ira funesta di Rizzo, sono supportate dall’intervento dell’AIGA, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati, che ha definito illegittimo l’atto pubblicato dal comune di “Benvenuti al Sud”: «Queste pratiche non aiutano i giovani a lavorare – dicono – Palazzo di Città riveda questa decisione quanto prima».