di Olga Chieffi
Chi non ha immaginato almeno una volta, guardando fuori dalla finestra, di poter scorgere Peter Pan, Wendy, Gianni e Michele volare oltre la luna? Lo si potrà fare live, giovedì 19 e venerdì 20 agosto nell’arena all’aperto del Teatro Kamaraton di Camerota capoluogo, ove alle ore 21,30, andrà in scena il musical Peter Pan, per la regia di Roberta Nicolella e Lucrezia Pellegrino, che riunisce nei suoi i magici personaggi nati dalla mente di James Matthew Barrie che, con “Peter e Wendy”, nel 1911 ha creato un mito ancora oggi attualissimo capace di toccare tante sfere della nostra società: da quella psicologica a quella filosofica, entrando nel mondo della letteratura e in quello della musica con Edoardo Bennato e il famosissimo album “Sono solo canzonette”, che ha consacrato Peter Pan e tutto il suo mondo nell’olimpo della musica italiana. Gli attori della compagnia amatoriale La Meglio Gioventù, ritornano in scena per l’abituale doppio appuntamento estivo sotto le stelle per riprodurre le magiche atmosfere del romanzo. I personaggi, Wendy cui darà voce Teresa Nicolella e Giglio Tigrato affidato ad Antima Magliano, incanteranno con la loro bontà e generosità, mentre Capitan Uncino (Alessandro Magliano) e Spugna (Andrea Ruocco) sono i cattivi, ma non troppo, della storia, destinati a scontrarsi con il mondo di Peter Pan interpretato da Francesco D’Angelo, eterno fanciullo che si rifiuta di diventare adulto, mentre a completare il cast saranno Amedeo Volpe (John) e Maria Scarpitta (Michael), Enza Del Gaudio (Zia Lucy) e Antima Magliano e Alessandro Magliano, nel ruolo anche dei genitori di Wendy. La fiaba come racconto capace di ironizzare, capace di trasformare anche i personaggi più negativi in personaggi divertenti attraverso l’esasperazione dei difetti visti in chiave comica. Spugna e tutta la ciurma sono grotteschi nella loro cattiveria, comandati da un pirata egocentrico e narcisista ma a tratti quasi misericordioso. Giacomo Uncino ossessionato dal tempo, rappresentato dal Coccodrillo che un giorno divorò la sua mano insieme ad una sveglia e che inesorabile, con il suo ticchettio, ricorda al Capitano l’incombenza della vecchiaia. Non sono da meno i personaggi femminili: Wendy, Trilly e Giglio Tigrato eternamente innamorate del giovane Peter sono in realtà donne dalla forza incredibile capaci di sacrificare anche se stesse in virtù dei loro ideali. Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere mai, non cresce mai davvero ed è infatti sempre vivente che sia fiaba o realtà. Anticipatore, visionario, dalla verve incontenibile, irriguardoso, Bennato ha messo, con il suo solido Neapolitan Rock, le sue ballate e la bella melodia, alla berlina il potere e le sue manifestazioni. Grandi metafore, oggi ancora valide. Era il 1980 quando un giovane artista napoletano, Edoardo Bennato, pubblicò il suo ultimo album “Sono solo canzonette” e nel lato B della cassetta inserisce alla traccia numero uno una canzone destinata a restare indelebile nella memoria di intere generazioni: “L’isola che non c’è”. Bennato volle trasmettere attraverso questo brano dei valori morali imprescindibili dell’essere umano quali la speranza, il coraggio e il desiderio sconfinato di sognare a cui mai bisogna sottrarsi poiché “Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle/Forse è ancora più pazzo di te…”Accompagnato dalla sua inseparabile armonica a bocca, il cantautore napoletano con grande maestria cucì su questa canzone leggendaria un arrangiamento perfetto, alternando all’arpeggio di chitarra un assolo di armonica da pelle d’oca. Attraverso la figura di Peter Pan, il bambino che non voleva crescere, Bennato volle forse ritrarre la personalità maledetta dell’artista, desideroso di sfuggire alla realtà ma allo stesso tempo condannato dalla cupa visione materialistica e disincantata della società. Un rimando forse all’Albatros del poeta ottocentesco Charles Baudelaire, il quale paragonava la figura del poeta a quella di un maestoso volatile il quale, purtroppo, non appena smette di volare, appare ridicolo e goffo e deriso dagli uomini. Eppure, la vena artistica di Bennato non si limitò a raccontare la vicenda di Peter Pan solo dal punto di vista del protagonista, bensì realizzò altri incredibili pezzi quali Dopo il liceo che potevo far (ispirata al secondo di Capitan Uncino, Spugna), Nel covo dei pirati (dedicata a Wendy) e Il Rock di Capitan Uncino, scritta in onore dei pirati e del loro comandante, acerrimi nemici dei Bimbi Sperduti, che a Camerota saranno Francesca Ruocco, Benedetta Colacelli , Alessandra Del Gaudio e Tina Berardinelli. In un ironico e divertente pezzo rock, Bennato ripropone il duello tra Peter Pan e il perfido Capitan Uncino dal punto di vista del pirata, il quale racconta tutte le proprie sventure: dalla mano in pasto al coccodrillo alla ciurma di imbranati come Spugna di cui è il capo. Senza ombra di dubbio, la parte più spassosa del brano è il coretto dei pirati che si alterna allo spaventoso monologo di Capitan Uncino: “Io sono il professore della rivoluzione/per scuotere la gente, non bastano i discorsi/ci vogliono le bombe”. Ma la favola resta tale e nelle favole, nelle canzonette c’è qualcosa che ci può educare a volare, a non negarci la possibilità di spazi utopici, di spinte verso l’alto, a orientarci verso l’isola che forse c’è, perché in fondo è il viaggio che fa crescere ciascuno di noi e la meta è solo un punto da cui ripartire, grazie a quella polvere magica che spargeranno i coreografi Alessandra Del Gaudio, Emilia Volpe , Tina Berardinelli e Cristina Pellegrino, il Sound designer Cristian Del Gaudio, le luci di Romeo e Valentino Iannuzzi, le Vocal coach Teresa d’Alessandro ed Antima Magliano, gli scenografi Tommaso del Gaudio, Vincenzo Sgueglia ed Alessandro Magliano e ancora le costumiste e trovarobe Pina Mea, Sabina Valiante e Nicola Napolitano.