Dopo tanto procrastinare, tergiversare e attendere, finalmente ci siamo. Quest’oggi la Salernitana, dopo due settimane di stop forzato, in tutti i sensi, tornerà in campo all’Arechi contro la mancata “ammazza campionato” Monza dell’inossidabile duo Berlusconi-Galliani. Una gara decisiva per ambo le parti, e alla quale le due compagini arriveranno con umori, e probabilmente motivazioni, totalmente differenti. Se la Salernitana, orfana pro tempore di mister Castori causa Covid, ha lavorato tranquillamente in settimana nel “bunker inavvicinabile” del Mary Rosy pensando solo ed esclusivamente alla partita di oggi, così non è stato, invece, per i brianzoli del confermatissimo Christian Brocchi. La gita fuori porta al casinò di Lugano di otto componenti del gruppo squadra, capitanata dai “membri più rappresentativi” come Boateng, Barillà e Donati, non è certamente passata inosservata. Un incidente di percorso che ha scatenato un mare di polemiche su ogni fronte, interessato e non. Incidente di percorso, o mancanza di rispetto che dir si voglia, alla fine costato caro agli “svizzeri”, non fermati per la trasferta di Salerno dall’ATS di Monza come protocollo vorrebbe o dalla FIGC, ma ufficialmente per “esclusivi motivi tecnici dovuti a deficit di preparazione”. Che si tratti realmente di motivi tecnici o di punizioni non è dato sapere, ma tant’è. In questa caotica e bizzarra settimana sono stati tanti i commenti dei tifosi granata, sentimentalmente divisi dalla voglia di portare a casa un risultato importantissimo e, non di meno, dalla querelle che ha visto protagonisti gli otto “epurati” calciatori monzesi. Uno di questi è Alessandro Di Muro: «Credo che, a prescindere da tutto, i calciatori del Monza abbiano commesso una grande leggerezza, penalizzando in primis loro stessi, avendo scelto di adottare un atteggiamento non professionale, che potrebbe costare il raggiungimento dell’obiettivo. Si può dire che Galliani, che si è permesso di giudicare la Salernitana sul caso Reggiana, sia il classico personaggio che predica bene e razzola male. Inoltre, il fatto che i calciatori vengano visti solo ed esclusivamente come sportivi e non come privati cittadini, mi lascia alquanto perplesso. Uno schiaffo in faccia a chi non ha mai trasgredito le regole, ma persino a chi lo ha fatto ed è stato giustamente sanzionato. Chi sbaglia paga, ed è giusto che siano stati esclusi dalla partita. In ogni caso, spero che la Salernitana scenda in campo con la solita grinta e possa farsi un sol boccone dei “Galliani boys”». Pensiero condiviso anche da Bruno Paolillo: «La situazione venutasi a creare lascia noi tifosi con l’amaro in bocca. Al di là delle rivalità calcistiche, da oltre un anno a questa parte siamo stati privati della possibilità di assistere ai match delle nostre squadre del cuore in nome del rispetto di normative anti contagio che poi. come dimostra questa vicenda, vengono tranquillamente violate proprio da coloro che dovrebbero dare l’esempio, ovvero i calciatori. La leggerezza con cui l’ATS brianzola ha affrontato la questione mette in evidenza la disparità di trattamento tra cittadini/tifosi e personaggi pubblici quali sono gli stessi calciatori – dice Paolillo, che poi aggiunge – Indipendentemente dal risultato di domani, da tifoso posso ritenermi più che soddisfatto della stagione e dei risultati conseguiti dalla truppa guidata da mister Castori. Finalmente, dopo anni altalenanti in serie cadetta, ho avuto modo di veder scendere in campo un gruppo coeso che suda la maglia e che lotta per obiettivi ambiziosi. In organico non abbiamo i “fenomeni” del Monza, ma spesso e volentieri le sole “figurine” non bastano a vincere le partite. Forza Salernitana». Sulla stessa falsa riga anche il commento di Carlo Greco – vecchio speaker del Vestuti – che non lesina stoccate all’indirizzo di Adriano Galliani: «Ciò che è accaduto a Monza è assurdo sotto tutti i punti di vista. Otto calciatori, se non di più, per altro pagati profumatamente, che se ne vanno al Casinò in beffa alle norme Covid in vigore ha del paradossale. Il signor Galliani, che spesso e volentieri veste i panni del “professore di mandolino”, se avesse avuto gli attributi avrebbe dovuto infliggere immediatamente una multa salatissima ai propri tesserati, nonché, ad iniziativa diretta della società, sospenderli da ogni attività se non addirittura metterli fuori squadra con sospensione degli emolumenti pro tempore. Per quanto riguarda la partita – conclude Greco – temo soltanto un eventuale calo di tensione da parte dei giocatori granata, che comunque sono stati psicologicamente colpiti da tutta questa brutta storia e che troveranno un Monza inviperito e totalmente provocatorio in campo. Comunque vada, sempre forza granata». Speranzoso, invece, l’umore di Gianpaolo Capozzoli: «Arrivati a questo punto, la speranza e la voglia di conquistare un qualcosa di straordinario è tanta. Dobbiamo credere nello sprint finale, con la consapevolezza che la squadra mentalmente e atleticamente c’è. Sinceramente a noi ciò che è successo in casa Monza non deve interessare. Ormai stiamo “ballando” e dobbiamo continuare a “ballare”. Forza Salernitana sempre». Parere molto simile a quello di Alessandro Santangelo: «”Io so che se vorrò un esistenza appagante sarà perché sono disposto a battermi e a morire per quel centimetro”, diceva Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”. Finalmente in campo, credo che i ragazzi faranno una buona gara, anche se domani servirà gettare il cuore oltre l’ostacolo. Abbiamo bisogno di mangiare letteralmente il campo e la palla. La spinta dei tifosi ci sarà, anche se solo mentale, perché la nostra anima è lì nel principe degli stadi». In conclusione, il commento di Antonio Di Filippo: «Che dire, si tratta dell’ennesimo numero da circo di questa federazione e di questa pseudo organizzazione sociale, burocratica e/o calcistica. Ma d’altronde il calcio costituisce solo un aspetto della società nella quale viviamo e, come tale, è permeata dall’incoerenza, dall’approssimazione e dalla disorganicità di norme, provvedimenti e decisioni che cozzano completamente con qualsiasi concezione di giustizia. E tutto ciò va sottolineato nonostante la scelta, reale o di circostanza, di escludere gli 8 giocatori di poker dalla lista dei convocati – precisa Di Filippo, che poi conclude – Magari si può pensare che, considerando la distanza minima tra Monza e Lugano, gli appassionati al gioco del poker di cui sopra avranno pensato che Lugano fosse una città italiana. Ma tant’è. La situazione si è trascinata per giorni con un rimpallo di dichiarazioni, a volte coerenti e altre meno. In buona sostanza, è una pagliacciata imbarazzante che però, come sempre accade in Italia, non avrà gravi conseguenze. Speriamo soltanto che la Salernitana in campo riesca a certificare la differenza che c’è tra uomini e giocatori di calcio e ragazzini e giocatori di poker». Francesco La Monica
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