Sono stati lì per 70 anni, fin quando, ieri mattina non sono stati ritrovati su una collina fra le frazioni di Capezzano e Coperchia dai membri dell’associazione Salerno 1943. I volontari hanno rinvenuto a pochi metri di distanza l’uno dall’altro i resti di due soldati caduti durante la battaglia di Salerno. Sono state prontamente informate le autorità competenti che sono intervenute mediante i carabinieri di Pellezzano. La scoperta è stata effettuata da Gigino Vitolo, Pierpaolo Irpino, Angelo Martuccielo e Luigi Fortunato nel corso di una escursione su una collina che fu teatro di un cruento combattimento nel corso dell’operazione Avalanche. La postazione, denominata dalle truppe inglesi Hill 270, era stata precedentemente fortificata dai soldati della Wehrmacht per impedire l’accesso alle truppe alleate nella valle dell’Irno e quindi alle strade che conducono ad Avellino e all’agro nocerino-sarnese. Come racconta Christopher Bulteel, un soldato inglese che combattè proprio in tale zona, la collina era stata agevolmente occupata il giorno 22 settembre 1943 dai Granatieri britannici che però non avendo avuto modo di trincerarsi ed essendo in numero esiguo furono respinti da un contrattacco germanico perdendo diversi uomini. Il giorno 24 toccò alle Coldstream Guards, di cui faceva parte Christopher, attaccare la postazione nemica. Riferendosi all’avanzata lungo il pendio della collina egli ricorda che il suolo era cosparso di cadaveri dei suoi commilitoni caduti due giorni prima. La battaglia fu dura e ci furono numerose vittime da ambo le parti. Lo stesso Bulteel venne ferito e dovette essere evacuato. Da quello che è emerso insieme ai miseri resti umani dovrebbe trattarsi di soldati inglesi. Infatti il munizionamento ritrovato e qualche oggetto metallico della buffetteria è di fabbricazione britannica. Probabilmente essi caddero durante il primo assalto e furono sepolti in maniera provvisoria dai tedeschi che ripresero la postazione. Per questo motivo la loro sepoltura è rimasta sconosciuta per tutto questo tempo. Con i ritrovamenti di ieri sale a quattro il numero dei caduti ritrovati dai membri del sodalizio salernitano sul campo di battaglia. Negli anni scorsi sono stati recuperati i resti di 2 soldati tedeschi al primo dei quali si è riuscito a dare un nome. Si tratta di Wilhelm Hescnauer di 19 anni, caduto nei pressi di Cava de’ Tirreni. Per l’altro soldato sono ancora in corso le pratiche presso le autorità germaniche per cercare di identificarlo benchè sia stato rinvenuto il piastrino d’identificazione. Con i soldati ritrovati oggi l’identificazione dovrebbe essere più difficile in quanto i militari inglesi indossavano un piastrino stampigliato su cuoio ed è quindi probabile che esso si sia decomposto in tutti questi anni sotto terra. Magari, incrociando i dati dei soldati inglesi ancora dispersi in quella specifica zona con il Dna dei loro familiari forse sarà possibile dare loro un nome. L’associazione Salerno 1943 è stata costituita nel 2007 da un gruppo di amici appassionati di storia locale. I suoi associati sperano, ricostruendo le storie di tante giovani vite spezzate dalla guerra, di perpetuare la memoria delle vittime e ricordare alle nuove generazioni quegli infausti anni affinché simili eventi non abbiano a ripetersi. L’associazione si occupa anche di preservare la memoria degli aviatori che durante gli anni della seconda guerra mondiale precipitarono nel sud Italia rintracciando, identificando e ricostruendo la storia dei loro abbattimenti. Finora hanno individuato 25 crash aerei ricostruendo le vicissitudini di decine di aviatori. Nel corso degli anni il materiale recuperato è stato esposto presso enti, istituzioni, scuole ed altri luoghi pubblici. Tutti gli oggetti ritrovati dall’associazione Salerno 1943 sono esposti nella mostra Schegge di storia, allestita insieme al personale dell’Archivio di Stato di Salerno, in piazza Abate Conforti, dove si potranno osservare, oltre agli importanti documenti dell’Archivio di Stato, anche cimeli originali legati alla storia del territorio e recanti ancora ben visibili i segni della battaglia di 70 anni fa. Nel marzo del 2013 l’associazione ha ricevuto un importante riconoscimento dalla sezione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America, che si occupa di rintracciare i militari statunitensi dispersi in guerra. Matteo Pierro
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