di Erika Noschese
«Nonostante il processo in corso per inquinamento ambientale si continua ad inquinare l’ambiente con emissioni nocive, non c’è altro da dichiarare». Parla così il presidente del Codacons Campania, Enrico Marchetti, che denuncia i miasmi prodotti dalle fonderie Pisano, lo storico opificio di via di Greci, al centro di numerose polemiche e di alcuni procedimenti giudiziari. Il Codacons, infatti, ha presentato innumerevoli denunce nel corso di questi anni vista la grave situazione per gli abitanti di Salerno e della Valle dell’Irno che per decenni hanno convissuto con le fonderie Pisano. «Il processo in fase avanzata ha fatto sperare in una soluzione, forse, anzi certamente, non rapida, ma la speranza di una soluzione, una lucetta accesa l’ha fatta vedere – ha dichiarato Marchetti – Purtroppo stamattina (ieri per chi legge ndr, ancora, i miasmi hanno svegliato i residenti delle zone adiacenti e non solo alle fonderie Pisano». Nelle scorse ore, inoltre, numerosi sono stati i cittadini salernitani che si sono rivolti al coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori per segnalare i cattivi odori prodotti dallo stabilimento di Fratte. Il Codacons, dal canto suo, ha chiesto l’intervento della Procura di Salerno affinchè coinvolga immediatamente Arpac e Noe. Intanto il Tar Salerno (Sezione Seconda), ha emesso sentenza favorevole. alle Fonderie Pisano nel processo amministrativo che vede a vario titolo coinvolti la Regione Campania, l’Arpac, l’Asl Salerno, il Comune di Salerno, il Ministero dell’Interno, le intervenute Associazione Forum Ambientalista e Associazione di
Volontariato “Salute e Vita” e che riunisce i sei giudizi che ruotavano intorno alle modalità di svolgimento dell’attività industriale delle
Fonderie Pisano, questione che ha portato anche alla revoca dell’AIA rilasciata alle Fonderie. Nel complesso bilanciamento tra la salvaguardia dei valori ambientali e quella dei diritti (acquisiti) di una realtà industriale – con molti dipendenti – preesistente anche alla
prima normativa comunitaria in materia ambientale, il Tar ha accolto la tesi delle Fonderie, assistite da in ogni fase e procedimento dalla jv FFT – Fatigato Follieri Teta, con il socio di Enrico Follieri & Associati, avvocato Enrico Follieri, coadiuvato dal socio dello stesso Studio prof. avvocato Francesco Follieri, nonché dall’avvocato Lorenzo Lentini. Con la sentenza il Tar Salerno ha annullato la revoca dell’AIA comminata dalla Regione, nonché la successiva sospensione dell’attività irrogata dalla Regione per una presunta violazione delle prescrizioni dell’AIA (a seguito della sospensione della revoca, concessa dal Tar Salerno alle Fonderie e confermata dal Consiglio di Stato) e ha accertato che il progetto di revamping dell’impianto non deve essere assoggettato a Valutazione di Impatto Ambientale, né a Valutazione di Incidenza.