Al castello Doria di Angri la nuova rassegna di Antonio Grimaldi, dedicata ai grandi temi sociali, che verrà inaugurata domenica 7 aprile con lo spettacolo “Come pazzi in mezzo al cielo”
Di Aristide Fiore
Per quanto la vita possa portarci lontano, prima o poi si finisce col ripensare lucidamente, senza nostalgia, a ciò che si è lasciato, al contesto e al luogo da cui si è partiti, e aver voglia di dare il proprio contributo affinché quel terreno continui a essere fecondo e lo diventi sempre di più; di ricreare le opportunità che si sono avute all’inizio, magari accrescendole. Così Antonio Grimaldi è tornato là dove è nato e cresciuto, muovendo poi i primi passi della sua carriera di attore e regista, proseguita perfezionandosi accanto a grandi protagonisti del teatro contemporaneo come Emma Dante, Luca Ronconi, Danio Manfredini, Michele Monetta, Davide Iodice, Yves Lebreton, Judith Malina, fino a diventare un valido animatore culturale, impegnato nella conduzione di laboratori teatrali e nell’organizzazione di eventi dedicati alle arti performative e figurative. Dopo “La culla del teatro”, un laboratorio rivolto ai giovani tenutosi nel 2018, grazie alla previdente disponibilità dell’amministrazione comunale di Angri, che quest’anno ha messo a disposizione Castello Doria, con ingresso gratuito, è la volta di “Il Grano e la Spina”, una rassegna teatrale dedicata a temi sociali, che si propone come esito di laboratori rivolti a diverse fasce di età. Nel luogo d’origine affondano le radici del proprio futuro. Lì si alimentano attitudini, speranze, opportunità che crescono con noi, come chicchi di grano. Vi possono nascere tuttavia anche inquietudine, dolore, insofferenza, e sono queste le spine che respingono, spronano, inducono a guardare e andare oltre. Forte delle proprie esperienze e contando come sempre sulla professionalità della compagnia Teatro Grimaldello, il Nostro ha avviato un percorso sfociato nella realizzazione di quattro spettacoli che affrontano questioni difficili, trattate conferendo loro una vena ironica ma al tempo stesso poetica, che permetta al pubblico di approcciarvisi meglio. Vi si ritrovano insomma il grano e le spine a cui si riferisce il titolo della manifestazione. E sono proprio come grano tra le spine, che tenta di sollevarsi verso il sole anche a costo di strapparsi dalla propria terra e dalle proprie radici e essere costretti a innestarsi altrove, rischiando spesso di ritrovarsi tra altre spine, ma cercando sempre l’opportunità di radicarsi di nuovo e magari ritrovare anche le radici perdute, facendosi portatori di nuova linfa, i migranti raccontati attraverso la visione poetica di Pier Paolo Pasolini in Come pazzi in mezzo al cielo, lo spettacolo che aprirà la rassegna il 7 aprile alle 20:30. Le vite dei più anziani si sono dipanate anch’esse a lungo tra spighe e spine: dopo aver seminato e raccolto, ma aver anche sofferto e imparato, può capitare che la vecchiaia, la malattia, la solitudine portino a uno sradicamento dalla consuetudine, dalle relazioni, a volte perfino dalla realtà. Nel raccordo con le proprie origini e i propri ricordi, i partecipanti al laboratorio dedicato alla terza età hanno attinto dalle proprie storie e esperienze la materia da cui è tratto Gli Assenti,che andrà in scena il 14 aprile, sempre alle 20:30. Instaurando una complementarità feconda con l’aspetto teatrale, le loro vite quotidiane sono invece osservate e raccontate attraverso l’obiettivo di Anna Paola Montuoro, nella mostra intitolata Riservato, che accompagna la rassegna insieme a una serie di immagini che rappresentano gli anni più recenti del Teatro Grimaldello. Per il 28 aprile è previsto un doppio spettacolo. I più piccoli si cimenteranno alle 11 con Il Grande Pinocchio. Il burattino parlante, pezzo di legno strappato alla terra, è metafora della persona che nasce ignara della propria origine e di tutte le convenzioni, e compie un percorso di formazione che lo porterà a diventare un bambino: dall’imitazione maldestra degli altri, passa all’apprendimento vero e proprio, maturando anche grazie alle disavventure causate dal tentativo ingenuo di trovare delle scorciatoie. Tornerà infine la metafora delle radici, stavolta intese come impedimento, impossibilità di muoversi come gli altri, origine della necessità di trovare il modo di crescere e maturare come tutte le altre spighe, sia pure vivendo in modo diverso. Credere nella possibilità di levarsi oltre le spine dell’emarginazione e della solitudine e riuscire perciò a portare frutto facendo di sé stessi il perno di un processo inclusivo è il tema di Sodalizio, lo spettacolo, riservato agli adulti, scritto da Elvira Buonocore, con il quale la rassegna si concluderà a partire dalle 20:30.