Aveva personalmente posto in atto una estorsione ai danni di un imprenditore edile di Bellizzi. Ieri il boss dell’omonimo clan Vito De Feo e Massimo Romano sono comparsi dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno. I legali dei due imputati hanno avanzato al giudice la richiesta di rito alternativo: l’abbreviato. Su tale richiesta il Gup si pronuncerà il prossimo 15 maggio quando è prevista anche la discussione del pubblico ministero Russo della Direzione distrettuale antimafia di Salerno. Romano e De Feo sono stati ammanettati nel settembre del 2018 dai carabinieri della compagnia di Battipaglia. De Feo si era recato presso un cantiere edile per avanzare la richiesta di denari all’imprenditore che stava eseguendo i lavori. Il blitz dei carabinieri scattò poco dopo che i due avevano intascato i soldi. Ad informare i militari era stato lo stato imprenditore. De Feo e Romano furono bloccati nei pressi di un noto bar di via Roma a Bellizzi. I due avevano intascato 200 euro come anticipo di una somma totale di 1000 euro. L’imprenditore, che ha pensato bene di chiamare i militari, avrebbe dovuto restituire un favore a De Feo: l’assegnazione di un lavoro già accordatogli dal committente ma successivamente revocatogli per l’individuazione di un’altra ditta che l’avrebbe realizzato a prezzo più vantaggioso. Ora, si attende la pronuncia del Gup.
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