Fascismo: bufera su Tajani a Strasburgo, poi le scuse - Le Cronache
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Fascismo: bufera su Tajani a Strasburgo, poi le scuse

Fascismo: bufera su Tajani a Strasburgo, poi le scuse

Ventiquattr’ore di polemica, poi le scuse. Le frasi di Antonio Tajani sul fascismo rimbalzano nella serata di ieri da Strasburgo a Roma, per poi tornare in Europa ed esplodere in mattinata nell’aula del Parlamento europeo riu- nito in seduta plenaria. Tajani e’ assente, impegnato in Italia per una serie di incontri. Presiede la seduta Rainer Wieland, tedesco del Ppe, che in avvio di sessione approva una mo- difica all’ordine del giorno previsto e dedica parte della mattinata a dibattere della que- stione. Tutta l’assemblea, con toni diversi, chiede all’esponente di FI un passo indietro: dall’emiciclo arrivano richieste di chiarimento al presidente dell’Eurocamera, i Verdi e la sini- stra della Gue pretendono un passo indietro immediato minacciando di chiedere le dimis- sioni dell’esponente di FI. Liberali e Socialisti non arrivano a chiedere le dimissioni, ma pre- tendono che Tajani faccia pubblica ammenda. Perfino il Ppe pur difendendo Tajani, parla di “errori che si possono compiere con i mezzi di comunicazione”. La pressione e’ forte e a fine mattinata Tajani diffonde una nota per “scu- sarsi con tutti coloro che possano essersi sen- titi offesi dalle mie parole, che non intendevano in alcun modo giustificare o ba- nalizzare un regime anti-democratico e totali- tario”. “Sono profondamente dispiaciuto che, malgrado la mia storia personale e politica, qualcuno possa pensare che io sia indulgente col fascismo – aggiunge – sono sempre stato convintamente anti-fascista. Le critiche alle frasi sulle ‘cose buone’ fatte dal fascismo, gia’ stigmatizzate nella serata di ieri dal capogruppo socialista all’Europarlamento Udo Bullman, montano fin dalla mattina anche in Italia. “Le parole di Tajani sono inaccettabili, specie perche’ dette dal presidente del Parlamento europeo. Dire che il fascismo ha fatto anche cose buone significa giustificare e assolvere il ventennio, che e’ stato un dramma per l’Italia e per l’Europa”, dice la presidente del- l’Anpi Carla Nespolo. “Quell’affermazione che distingue guerra e non guerra, e’ molto discutibile. La guerra si era preparata da una politica precedente, non e’ che sia arrivata improvvisamente”, ag- giunge Romano Prodi. Su questo tema “mi aspetterei il silenzio”, dice il sindaco di Milano Beppe Sala. Anche Il M5S parla di frasi “inde- gne”, il Pd di “offesa ai valori della democra- zia”. Ma e’ all’Europarlamento che esplode il caso. Verdi e sinistra della Gue mettono il pre- sidente dell’Eurocamera di fronte all’aut-aut: chieda scusa o si dimetta. E gli attacchi a Ta- jani arrivano da piu’ parti politiche, dai Socia- listi e Democratici che hanno chiesto un passo indietro di Tajani “riservandoci di compiere ul- teriori passi”, fino ai liberali di Guy Vehofstadt secondo cui Tajani “usa il Parlamento per fare campagna elettorale”. Il vicepresidente del Ppe, Esteban Gonzalez-Pons, e’ l’unico a difen- dere Tajani che “condivide la condanna del fa- scismo, del franchismo, del nazismo e del comunismo. Detto questo – aggiunge – tutti possiamo commettere errori nei mezzi di co- municazione e incorrere in malintesi. Tajani ha dato spiegazioni sulle circostanze in cui ha pronunciato queste parole, che lui stesso non difende”. E’ di Philippe Lambert, presidente del gruppo dei Verdi, l’intervento piu’ applaudito. Il politico belga dice che “non e’ la prima volta che Tajani fa dichiarazioni che simpatizzano con l’estrema destra. Ne’ e’ nemmeno la prima volta che abusa del suo ruolo di Presidente del Parlamento europeo per fini di politica interna italiana”. Il ParlamentoEuropeo”nonpuo’essere rappresentato da un presidente che tollera il fondatore del fascismo”.
Le dichiarazioni di Tajani sono oltrag- gioseecompletamenteinaccetta- bili”, aggiungono gli eurodeputati della Gue che chiedono le dimis- sioni immediate” del presidente del Parla- mento. La polemica prosegue fino alla let- tera di scuse di Ta- jani, che mette fine al caso.