di Marta Naddei Tredici milioni e ancora tre giorni per “prendersi” definitivamente il pastificio Antonio Amato. Bisognerà, infatti, attendere giovedì per sapere se la nuova proprietà dello storico opificio salernitano sarà della Dicado srl della famiglia Di Martino di Gragnano. Il dato certo è che, ieri mattina presso il tribunale fallimentare, all’asta per l’acquisto dell’azienda, l’unica offerta giunta al giudice delegato Giorgio Jachia, era quella della società che da oltre un anno e mezzo gestisce la fabbrica. Tredici milioni di euro più Iva e oneri accessori l’offerta contenuta nella busta di Giuseppe Di Martino, presente ieri mattina a Salerno. Aggiudicazione provvisoria, dunque, per la Dicado srl. Provvisoria perché, come previsto dal bando, entro giovedì 21 potranno essere presentate offerte migliorative del 10% rispetto a quella del gruppo Di Martino. Se tra qualche giorno, presso la cancelleria della fallimentare, saranno depositate buste per l’acquisto del pastificio Amato, il prossimo 2 dicembre si procederà con una nuova gara per l’assegnazione definitiva. Chissà se, questa volta, l’imprenditore edile Giuseppe Passarelli (affittuario rinunciatario nel 2012 cui subentrò proprio Di Martino e che nei giorni scorsi ha fatto visita allo stabilimento di via Felice) deciderà di partecipare. Una avvisagli, in questo senso, è giunta ieri mattina, nel corso dell’udienza, quando è stata resa nota inviata dalla Passarelli spa lo scorso 14 novembre, con cui venivano chiesti lumi in merito ai termini di scadenza dei mutui. Una questione poco attinente con la vendita del pastificio ma che ha lasciato più di un dubbio e più di uno scenario aperti. Tra gli altri, anche quello di una possibile impugnazione del bando da parte dei Passarelli. Al momento, però, si tratta solo di supposizioni. «Provvisoriamente soddisfatto» si è detto Giuseppe Di Martino all’esito della gara. «Incrociamo le dita per i prossimi giorni. La nostra speranza è quella di comprare il pastificio per poterlo definitivamente rilanciare. Sono molto felice per l’abbraccio che mi hanno riservato i dipendenti». Una speranza di rilancio che ha espresso anche in seduta il giudice Jachia: «Ci auguriamo che mantenga fede agli impegni. D’altronde abbiamo scelto questa procedura per evitare che il pastificio chiudesse di nuovo».
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