La rassegna firmata da Gaetano Stella presenterà in questo weekend una rassegna bandistica simbolo in omaggio alla formazione che da sempre caratterizza il paese delle ciliegie
Di OLGA CHIEFFI
A Bracigliano, da stasera sino a sabato è di scena la banda. Un paese con fortissima tradizione musicale classica e bandistica, nel quale ogni famiglia ha qualche rappresentante in giro a far cantare il suo strumento ogni “stagione”, da aprile ad ottobre, sulle massime piazze italiane, facendo rivivere Violette, Mimì, Leonore, Florie, nelle diverse formazioni, non poteva non omaggiare nella sua massima rassegna di una primavera che sposa le ciliegie e i cunti di Basile, la tradizione della banda. Una comunità strana, quella della banda che vive unicamente l’Istante, muove platonicamente da lì, attanagliata da emozioni, passioni, colori e divisa da livori, invidie, gelosie, una comunità alla quale si appartiene misteriosamente per sempre, anche quando si scelgono altre strade, e nella quale si cerca, in estate, sempre di convergere, torna a casa e suonerà per il proprio pubblico. Stasera alle ore 20, in piazza Tuoro, toccherà alla formazione di casa, il Gran Concerto Bandistico città di Bracigliano “F. D’Amato”, diretto da Carmine Santaniello, direttore del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, inaugurare la rassegna. Omaggio al compositore ospite, Francesco Cardaropoli, con la sua marcia sinfonica più nota, dedicata proprio a questo genere: “Banda Musicale”, per poi continuare con la sua Celebration Fanfare, un brano energico e solenne, che farà esplodere la sezione brass della formazione. Ascolteremo, quindi l’ouverture del Tannhauser di Richard Wagner, che non si limita a introdurre nel clima drammatico e musicale dell’opera ma ne descrive i conflitti fondamentali quali si manifesteranno poi nella vicenda e soprattutto nell’animo del protagonista, combattuto fra le tentazioni dei piaceri carnali (rappresentati da Venere) e il puro amore spirituale (idealizzato nel personaggio di Elisabetta). Spazio al flicornino solista per la Fantasia e Variazioni sul Carnevale di Venezia, firmate da Jean-Baptiste Arban, sul celebre tema con variazioni composto da Nicolò Paganini sull’Aria tipica della città lagunare “O mamma, mamma cara”. Il brano è costruito secondo la tradizione del virtuosismo del primo ottocento, e il tema leggero della canzone veneziana si presta alla perfezione per essere rivoltato, riletto, velocizzato, usato a mo’ di gioco dai virtuosi dello strumento. Si proseguirà, quindi, con Il Trovatore, con il suo linguaggio incalzante, ricco di idee musicali, di ritmi e motivi, simboli di passioni, libere di rincorrersi e scontrarsi e ciò impone al musicista di non metter loro le briglie sul collo. Anno Rossiniano, quello del centocinquantenario della morte ed ecco la Cenerentola, con la sua ornamentazione vocale, fittissima e una scrittura estremamente virtuosistica che, pur con altri intenti, ha modo di farsi valere e che porrà in luce i solisti. Finale con la marcia trionfale dell’Aida, partitura verdiana ancora proiettata verso la sensibilità di chi dall’opera in musica si attende fervore melodico, grandi numeri d’insieme e, perché no, pezzi chiusi di quelli che muovevano all’entusiasmo le vecchie popolazioni teatrali. Domani sera toccherà al Gran Concerto Bandistico Città di Gioia Del Colle, diretto da Rocco Eletto, con un programma che, oltre l’omaggio a Francesco Cardaropoli con la marcia sinfonica “Raduno Bandistico”, proporrà una rivista d’arte con pagine di diversi autori, una fantasia sulla Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, con la sua alata melodia e la felicissima individuazione da parte del compositore del preciso rapporto tra idea tematico e tratteggio timbrico, Turandot e i suoi impasti ferrigni, i suoi effetti coloristici violenti e preziosi al tempo stesso, i suoi otto i temi “cinesi” dislocati nella partitura, sviluppati con un particolare procedimento “esotico” catene di bicordi e accordi paralleli, e riproduzioni di procedimenti polifonici praticati in Oriente, per chiudere con l’ossessione ritmica incantatoria del Bolero di Maurice Ravel. Serata finale affidata allo Storico Premiato Gran Concerto Bandistico Città di Conversano “G. Piantoni”, diretta dalla Dea della bacchetta, Susanna Pescetti. Apertura con dedica ancora per Francesco Cardaropoli, con la marcia Banda Musicale, prima di ascoltare la Sinfonia n°9 in Mi minore di Antonìn Dvoràk “Dal Nuovo Mondo”, in cui vi si ritrovano le sue origini boeme a fianco del canto religioso delle popolazioni di colore, i caratteristici degli stilemi nord-orientali che ci faranno entrare in questo universo passionale che va a designare un Nuovo Mondo, in cui il profumo del blues fa da padrone. I quattro solisti si cimenteranno con il Rigoletto di Giuseppe Verdi, e il suo grande affresco dai contrastanti chiaroscuri. Sigillo rossiniano con il pot-pourri sul Barbiere di Siviglia, che porrà in luce il flicorno baritono, interprete di Figaro e del suo scioglilingua, caratteristica della cavatina più conosciuta della storia dell’opera “Largo al factotum”, e del flicornino che ha da “gorgheggiare” con decisione e precisione, ponendo molta attenzione all’articolazione e senza troppe concessioni sentimentali, unitamente all’ouverture dell’ Italiana in Algeri, un Rossini, che deve essere un rapimento veloce, come in un frullatore mentale, che ha perduto i freni.