Il saluto alle “sorelle” di tutti - Le Cronache
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Il saluto alle “sorelle” di tutti

Il saluto alle “sorelle” di tutti

Brigida Vicinanza

Ieri la cerimonia solenne per le 26 vittime del mare, politici e cittadini si stringono in una preghiera silenziosa al cimitero di Brignano. Non è bastato il solenne saluto di ieri mattina alle 26 giovani donne morte in mare, a restituire anche solo per un attimo la serenità sul volto di chi ha vissuto sulla propria pelle quei tragici momenti. Rose bianche sulle bare e un silenzio assordante durante i momenti di preghiera guidati da monsignor Luigi Moretti arcivescovo della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno e dall’Imam Abderrhmane Es Sbaa, che hanno alternato ai momenti cattolici, la preghiera musulmana in una cerimonia sobria e di pochi istanti, carichi di significato. Religioni che si incontrano per salutare un’ultima volta le giovani donne che lo scorso 5 novembre sono arrivate al porto di Salerno senza poter sperare in una nuova vita. La stessa vita che due di loro portavano in grembo e che in un contesto formale e istituzionale è stata ricordata con un fiore rosa e uno azzurro sulle bare delle loro madri. Bare accarezzate dai tanti presenti, tra cui il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, i tanti consiglieri comunali salernitani e i sindaci dei Comuni che ospiteranno le salme nei propri cimiteri, insieme ai tanti studenti a cui è stato affidato il compito di rendere quelle bare meno fredde e spoglie. Ma oltre ai presenti, protagonisti i volti dei “compagni di viaggio” delle donne, i parenti e chi ha assistito a quegli attimi atroci e che ieri mattina forse provava quasi un senso di colpa per avercela fatta, tanto da inginocchiarsi davanti a quel legno in segno di rispetto. ”Noi celebriamo una morte difficile da comprendere e da giustificare ma celebriamo anche una vita che va oltre la morte. Di fronte a queste ragazze che non abbiamo conosciuto, noi diciamo che sono nostre sorelle, sorelle di un’umanità intera che se ne deve fare carico di queste morti – ha dichiarato Moretti durante il momento di riflessione – Noi siamo chiamati a fermarci, guardarci intorno, prenderci cura di ognuno e far sì che ognuno ritrovi la condizione vera della vita, la pace nel cuore e la pace nei confronti degli altri”. Osaro Osato, Marian Shaka e le altre donne riconosciute ad oggi grazie ad alcuni numeri telefonici che le stesse avevano nascosto tra i vestiti: Ozuoma Okpara, di 24 anni, di Ugechi Fawour Omba, di 29 anni e Loveth Jonathan di cui non si conosce l’età ed altre cinque riposeranno adesso nel cimitero cittadino. A non riposare, probabilmente, sa- ranno ancora una volta le domande e i “perché” di una tragedia globale che tocca sempre più da vicino i nostri territori.

«Io e mia sorella sognavamo l’Italia per un futuro migliore»: il racconto straziante di Osato Osaro

“Io e mia sorella volevamo rimanere in Italia per frequentare la scuola, ma lei ha trovato la morte”.  A parlare con semplici parole in inglese e la voce spezzata dalla tristezza e dalla disperazione è il fratello di una delle due vittime, Osato Osaro, la giovane donna che fuggiva con la speranza di un futuro migliore ma che ha trovato solo la morte. Quel futuro migliore che probabilmente avrebbe voluto regalare a quel bambino che portava in grembo da pochissimi mesi (neanche 12 settimane) e forse “frutto” di una violenza sessuale in Libia, dove è rimasta 6 mesi prima di cominciare a “tagliare il mare”. Un bambino di cui forse non sapeva nemmeno dell’esistenza e che è solo un caso di una tragedia ben più grande che si consuma a pochi passi dal nostro territorio: donne abusate, violentate e maltrattate in cambio di una via di fuga? Con gli occhi spenti e persi nel vuoto, il fratello di Osaro (di cui non si conosce il nome ma solo che ha 18 anni) ha continuato, sottolineando di non ricordare molto dello sbarco in cui ha perso la sorella e di aver riconosciuto solo dopo il decesso il corpo della giovanissima. “Sono stato sei mesi in Libia – ricorda – quel posto non è bello. Si sparava in continuazione e si uccide anche per delle sciocchezze”. È stato lui ad aver avvisato i genitori della morte della loro figlia, lui che in Nigeria ha lasciato non solo loro ma anche altri 3 fratelli. Osaro e il fratello volevano rimanere in Italia e hanno tentato di rincorrere a tutti i costi il loro sogno ma per Osaro e suo figlio non è stato possibile. Come non è stato possibile per il marito di Marian Shaka, Sule Shaka, che ieri mattina però ha allontanato chiunque gli volesse chiedere del suo dolore, liquidando tutti con una semplice domanda sussurrata: “Come volete che stia un marito che ha perso la propria moglie?”.

Nessuna alta carica dello Stato presente all’ultimo saluto delle 26 nigeriane morte

Diverse le autorità presenti ieri mattina per l’ultimo saluto alle donne vittime del mare, ma nessuna alta carica dello Stato né esponenti del Governo. Oltre al governatore della Campania, presenti i parlamentari Tino Iannuzzi, Angelica Saggese, Sabrina Capozzolo, Michele Ragosta, Enzo Fasano ed Eva Longo, il presidente della Provincia di Salerno, Giuseppe Canfora, i sindaci di gran parte dei comuni dove saranno tumulate 16 delle 26 salme oltre ovviamente al prefetto di Salerno, Salvatore Malfi e al questore Pasquale Errico. E mentre tutti, osservavano un rigoroso silenzio, a dare una lieta notizia è proprio il prefetto, annunciando la nascita di un bambino “figlio” anche lui di questo sbarco: “In questo momento di dolore vi annuncio che è nato il primo maschietto. Dalle navi sbarcano tante donne incinte e oggi che ne abbiamo seppellite tante, accogliamo il primo maschietto”. E sull’assenza di esponenti del Governo ha dichiarato: “Abbiamo scelto di non invitare nessuno che non appartenesse a questo territorio, e in modo condiviso con chi lo rap- presenta. Abbiamo scelto che fosse un rito funebre, per questo oggi non c’è nessuno. Ma ci sono, sono tutti con noi”.”La scelta, per evitare diverse letture, è stata quella di organizzare semplicemente un rito funebre. Abbiamo ritenuto, congiuntamente al sindaco e all’amministrazione regionale, che il segno rimanesse chiaro: questo territorio sta piangendo ventisei sorelle attraverso un rito. Abbiamo scelto di non invitare nessuno, ci sono i momenti della preghiera e della sobrietà”. Ma non è dello stesso avviso l’assessore alle politiche sociali del Comune di Salerno, Nino Savastano che non comprendo l’assenza delle figure di Governo: “Non so se arriverà all’ultimo momento qualcuno, non capisco per qualche motivo non ci siano e non lo comprendo”. La stessa politica che però non è rimasta in silenzio di fronte a questa strage probabilmente annunciata. Tanti i gonfaloni e tanti i sindaci del territorio che si sono stretti in preghiera, alcuni (tra cui lo stesso De Luca) rimanendo addirittura lontani dai microfoni e non la- sciando forse le parole al caso. Altri invece non hanno scelto il silenzio. Tra questi il deputato di Cp Michele Ragosta che scrive in una nota: “E’ stata una giornata triste non solo per Salerno ma per tutta la nazione. Le loro morti non saranno vane. A loro, infatti, la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, dedicherà la conferenza che martedì prossimo si terrà a Montecitorio sulla partnership Italia-Nigeria nella lotta alla tratta. È’ un segnale forte dell’impegno che come Istituzioni dobbiamo affrontare affinchè si migliori il sistema dell’immigrazione e dell’accoglienza”. “Una tragedia immane rispetto alla quale bisognerebbe mettere da parte ogni dissapore personale, nel rispetto di chi ha trovato la morte in un viaggio che avrebbe dovuto condurre verso la speranza di vita migliore. Neppure questo dramma ha frenato il governatore De Luca che, mentre si celebravano i funerali di queste povere anime, non ha perso tempo nel lanciare i suoi strali, ingaggiando una battaglia politica con quella squallida ironia che lo contraddistingue”. Queste invece le parole di Angelo Tofalo, deputato del Movimento 5 Stelle, commentando le frasi di De Luca durante il consueto intervento settimanale a LiraTv. Quest’ultimo infatti, dopo aver “invocato” l’aiuto delle Nazioni Unite per l’ennesima tragedia del mare, non ha risparmiato il solito affondo ai 5 stelle e a Luigi Di Maio in merito ai lavori di riqualificazione degli impianti sportivi per le Universiadi.