SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE). ”Ruppi i miei rapporti con Nicola Cosentino perche’ non mi fu vicino politicamente nel 2009 quando, in qualita’ di sindaco di Casal di Principe, lo misi al corrente dei problemi relativi all’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti che io non volevo affidare direttamente senza che lo Stato garantisse un appoggio concreto e un continuo monitoraggio dell’attivita’ per evitare infiltrazioni camorristiche. Esternai le mie preoccupazioni qualche mese prima anche alla Commissione della Camera dei Deputati”. Lo ha detto l’ex sindaco di Casal di Principe Cipriano Cristiano sentito come teste al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito del processo il “Principe e la Scheda Ballerina” nel quale l’ex deputato del Pdl Nicola Cosentino è imputato per il reimpiego di capitali illeciti aggravati dall’articolo 7, ovvero dall’aver favorito il clan dei Casalesi in relazione alla costruzione, mai avvenuta, a Casal di Principe, del centro commerciale “Il Principe”. Anche Cristiano è imputato nel processo ”gemello” in corso a Napoli con rito abbreviato insieme ad altre 40 persone tra affiliati al clan e politici e funzionari del Comune di Casal di Principe. ”Mi battei per l’istituzione della stazione unica appaltante, ma quando fu costituita su volonta’ dell’allora ministro Maroni, il comune di Casale non fu inserito tra quelli in cui la procedura sarebbe partita”. L’ex primo cittadino (sfiduciato alla fine del 2009), rispondendo alle domande del pm della Dda napoletana Antonello Ardituro, ha poi confermato che suo cognato Nicola Di Caterino, ex dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Casale, anch’egli imputato nel processo, gli chiese verso la fine del 2006 di ”chiamare Cosentino per la vicenda del Centro Commerciale” i cui finanziamenti erano stati bloccati dall’Unicredit. Un’attivita’ di mediatore, quella di Cristiano, che secondo l’accusa culminò con l’incontro del 7 febbraio 2007 a Roma presso la sede della Banca in via Bari, come documentato da numerose telefonate intercettate tra Cristiano e Di Caterino sia il giorno prima della riunione che subito dopo. All’incontro, è emerso, parteciparono il funzionario Cristoforo Zara, suo cognato Mario Santocchio, avvocato di Scafati, lo stesso Di Caterino, Cosentino e l’ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro (indagato nel procedimento); dopo quella riunione il finanziamento da 5 milioni di euro fu sbloccato. Tutte le persone coinvolte però, compreso lo stesso Cesaro, sentito il 26 giugno scorso, hanno sempre affermato che in quella riunione si parlo’ solo di politica e non del Centro Commerciale. ‘ La prossima udienza e’ prevista venerdi’ 4 ottobre .
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