Lavori fantasma nel reparto di Malattie infettive del Ruggi. Quello stesso reparto in cui il 42enne G.P., malato di Hiv, non trovò posto agli inizi di settembre, morendo poi su di una barella in un angolo di corridoio del Ruggi. Il dato è emerso a margine della visita ispettiva effettuata nella giornata di ieri dai parlamentari di Sinistra, Ecologia e Libertà, Michele Ragosta e Ferdinando Aiello ed alla quale ha preso parte anche il direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Elvira Lenzi. E’ stata proprio quest’ultima a rivelare che «ad ottobre del 2010 c’è stata una decisione concordata tra la direzione strategica e il reparto per ridurre da 40 a 16 i posti letto in previsione dei lavori di ristrutturazione». Lavori di ristrutturazione che non risulterebbero agli atti: «Dalla documentazione ufficiale non c’è nessun appalto o progetto che consentì la restaurazione del piano soprastante il reparto di malattie infettive. I dodici infermieri, d’altro canto, che sono stati spostati a quel tempo non possono ritornare dove erano ed essere tolti nei reparti dove sono stati destinati perché altrimenti anche in quelli si verificherebbe una carenza di personale». «Ci sono mancanze che accomunano tutto il settore sanitario della regione Campania – afferma il deputato di Sel Michele Ragosta – tra cui la mancanza di fondi, l’esigenza di personale, il blocco di assunzioni per quanto riguarda i medici e gli infermieri». La situazione in maniera generale, risulta ancora molto articolata così come confermato da Margaret Cittadino della rsu Cgil, presente all’incontro. I parlamentari hanno comunque più volte affermato che da parte loro c’è il desiderio di arrivare ad una conclusione nei tempi più brevi possibili: «Da parte nostra c’è sicuramente un’attenzione e un forte impegno affinché vicende di questo tipo non si verifichino più. Ci faremo promotori per tentare sia a livello nazionale con il ministro della sanità, sia a livello regionale per sollecitare lo sblocco del turnover, per assumere, quindi, personale qualificato e per le risorse necessarie in modo da ampliare il presidio sistemando un altro piano per il reparto infettivo». L’onorevole Ragosta, inoltre, fa cenno anche ad una campagna di sensibilizzazione: «Abbiamo chiesto alla direzione sanitaria di iniziare un’attività che possa informare al meglio i cittadini affinché non vengano discriminati ai vari livelli i malati di Hiv, in aumento nel nostro Paese. C’è bisogno di un contatto di sangue per la trasmissione di questa patologia, per questo è possibile sicuramente vivere questa situazione con più serenità e tranquillità, senza nessun pregiudizio». Annacaterina Scarpetta
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