di Andrea Pellegrino
Almeno 15 voti. Enzo Napoli, nonostante tutto, sperava di raggiungere almeno questa soglia. E non solo. Sperava, inoltre, di conquistare almeno la prima posizione. Ed invece, anche questo minimo sindacale è andato in frantumi all’atto della pubblicazione dei risultati ufficiali da parte di Palazzo Sant’Agostino. La caccia ai traditori è partita fin dalla nottata di domenica. Troppo pochi i 12 voti di Salerno città, compreso, tra l’altro, quello che lo stesso sindaco Napoli ha dato a se stesso. Troppo poco rispetto ad una maggioranza ampissima a Palazzo di Città. Segno di una crisi politica iniziata fin dall’insediamento di questa amministrazione comunale. Ma ancor più grave – politicamente parlando – sono i personaggi politici che hanno portato alla disfatta il primo cittadino di Salerno. Partiamo da Nello Fiore, il pluridecorato. Consigliere regionale, presidente dell’Asis (recentemente riconfermato dai deluchiani) con a seguito due consiglieri comunali, il figlio Antonio e Rosa Scannapieco. Ed ora con un consigliere provinciale da iscrivere nel suo gruppo. L’operazione di Fiore, partita fin dalla costituzione di una lista autonoma (Cittadini per la provincia) che ha eletto il sindaco di Angri Cosimo Ferraioli a Palazzo Sant’Agostino, ha tutto il sapore di uno scacco matto a Napoli. O meglio a Vincenzo De Luca, al quale alla vigilia del voto pare avesse promesso almeno un voto per il sindaco della città capoluogo. Ed invece le urne hanno sancito la sua forza politica che si estende anche a nord della provincia. Poi c’è l’intero (o quasi) gruppo di Campania Libera. Qui davvero ognuno avrebbe seguito il proprio istinto e la propria appartenenza, a cui si aggiunge la lunga mano di Tino Iannuzzi, altro protagonista di queste elezioni provinciali. Tutti gli indizi portano ad Antonio D’Alessio sul voto ad Antonio Rescigno. Dati alla mano si sfata anche un altro dubbio: in due (dei tre gruppi civici deluchiani) hanno votato il centrodestra. Ossia Gregorio Fiscina (Forza Italia) e Pasquale Mauri (Davvero al centro), entrambi eletti in Consiglio provinciale. In particolare l’operazione forzista porta la firma di Lello Ciccone che stavolta ha centrato l’obiettivo ed ha scavato anche all’interno della maggioranza consiliare. Il voto a Fiscina, oltre che da parte di Peppe Zitarosa, pare che sia stato espresso da un deluchiano doc che potrebbe uscire allo scoperto ufficialmente allo scoperto nelle prossime settimane quando insieme a Ciccone organizzerà un evento pubblico. Non si esclude che possa essere una persona un tempo vicino allo stesso Ciccone. Sfugge al controllo, invece, il voto a Paolo Vuillemier, ex sindaco di Ravello, non eletto in Provincia ma riuscito a strappare un voto tra i consiglieri comunali di maggioranza a Salerno. Si dice che dietro ci sia la lunga mano di Alfonso Andria. Forse l’ex primo cittadino della Città della Musica ha convinto qualche habitué ed amante della Costiera Amalfitana. Gli indizi in questo caso portano tutti verso Corrado Naddeo. Poi c’è Stanziola, sindaco di Centola, che anche stavolta è riuscito a pescare un voto pesante a Palazzo Guerra. Probabilmente anche questa volta l’ex consigliere comunale Luciano Provenza è stato determinante. Nessuna sorpresa per Enzo Servalli. Come anticipato, al sindaco di Cava de’ Tirreni – spinto anche dal consigliere regionale Franco Picarone – è toccata la preferenza salernitana. Esclusa la Mondany, che ha mantenuto fede al patto socialista, votando Enzo Passa, la preferenza per il primo cittadino metelliano è certamente stata espressa da un consigliere delle tre liste civiche. Ora si dice che Napoli incontrerà i suoi, dopo un primo giorno di silenzio. Al vaglio c’è la proposta di costituzione di un gruppo unico che spazzi via le divisioni tra Progressisti, Salerno per i giovani e Campania Libera. Ma ci sarà rimodulare anche qualche posizione all’interno della maggioranza, dove non sono passati sotto traccia i voti espressi nei confronti di candidati del centrodestra. Dalle fila dei Enzo Napoli, infatti, è partito anche la preferenza per Giuseppe Fabbricatore dei Fratelli d’Italia. Forse, in questo caso, un ritorno di fiamma (politica) con il consigliere comunale Pietro Stasi che attualmente siede nel gruppo dei Moderati per Salerno. A livello provinciale il Pd vince quasi ovunque ma cambia la sua geografia. Franco Alfieri lancia l’opa sul Pd. Il suo candidato Luca Cerretani da Torchiara è il primo eletto. E’ riuscito a convincere 174 amministratori comunali. Supera Enzo Napoli, senza neppure ottenere un voto pesante dal Consiglio comunale a Salerno. E’ lui l’uomo delle Provinciali. Ed è Franco Alfieri l’indiscusso vincitore, sancendo anche la rivincita dopo il “caso delle fritture” e l’accantonamento da parte di Vincenzo De Luca che non avrebbe mantenuto la promessa di un assessorato regionale. L’obiettivo, ora, sono le elezioni al Parlamento. Segue Tino Iannuzzi capace di far transitare ancora una volta il suo candidato Antonio Rescigno (Bracigliano), votato anche da Gianfranco Valiante che ha lasciato solo il vicino sindaco di Pellezzano Giuseppe Pisapia. Ma l’accordo si doveva già intuire all’atto della costituzione del Gal nella Valle dell’Irno. Poi ci sono gli sconfitti. Come Mimmo Volpe che per un soffio non è riuscito nel l’impresa della riconferma. Colpa di un accordo non mantenuto a Pontecagnano Faiano, a partire da Ernesto Sica, e di un mancato sostegno da parte della segreteria provinciale del Partito democratico che anzi avrebbe messo sulla strada del sindaco di Bellizzi anche la candidatura di Antonio Giuliano di Giffoni Valle Piana, risultato, invece, eletto. È in questo nuovo scacchiere che ora conteranno i prossimi posizionamenti. All’orizzonte ci sono le elezioni politiche ma anche rinnovi di cariche, cda e presidenze. Ed a proposito di ciò pare che nell’aria ci sia un nuovo incarico per Ermanno Guerra. Sempre da parte di Vincenzo De Luca. Quanto alla segreteria di via Manzo da ieri notte la resa dei conti è già partita.