di Brigida Vicinanza
“Quanto potevamo resistere ancora? Si sapeva oramai da tempo”. A sottolinearlo è Angelo Clemente, dipendente delle Fonderie Pisano e rappresentante sindacale Rsu, che pare oramai rassegnato alla decisione della Proprietà dell’opificio. Nonostante la scelta era nell’aria, ieri sera la comunicazione è arrivata come un fulmine a cielo “nuvoloso”. Tutti si aspettavano potesse venire il temporale, ma la speranza era l’ultima a morire: “Una grande percentuale del lavoro purtroppo è andato perso e abbiamo perso di credibilità. La situazione è tragica perchè purtroppo non abbiamo diritto a nulla a livello economico e non sappiamo come faremo ad andare avanti e a mantenere le nostre famiglie. L’azienda era in attivo, ma la Magistratura ci ha tolto troppo tempo utile per lavorare”, ha continuato Clemente. “Mi vergogno di vivere a Salerno, senza nessun possibilità. I test pare che li avevamo superati. Ora mi voglio convincere che non tutto sia davvero finito, ma in realtà la rabbia nasce anche dal fatto che ora per fare spazio al nuovo centro commerciale forse le istituzioni hanno voluto mettere i bastoni tra le ruote a Pisano”, ha concluso Angelo Clemente. I dubbi e la polemica ora nasce anche tra i rappresentanti dei sindacati che, contrariamente a quanto scritto da Mario Pisano nella comunicazione che avviava la procedura di mobilità per i lavoratori delle Fonderie, loro non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale per quanto riguarda la questione. Proprio ieri mattina infatti era stato già anticipato ai rappresentanti degli operai che sarebbero arrivate le lettere per la mobilità, ma così improvvisamente nessuno se l’aspettava: “Contestiamo questo modo di agire della proprietà” – ha dichiarato Anselmo Botte insieme a Francesca D’Elia – così non hanno rispettato le relazioni sindacali. Avevamo chiesto di attendere ancora un altro poco i risvolti della Magistratura per tutelare il lavoro degli operai. Ma addirittura non comunicarcelo e venire a saperlo dalla stampa ci sembra troppo ed è scorretto in quanto non si rispetta la relazione”. Poi i due rappresentanti sindacali hanno continuato: “La procedura prevede che ci venga consegnata una raccomandata per un avviso di questo tipo, ma non è stato rispettato nemmeno questo e ufficialmente non abbiamo nulla. Ma ci opporremo comunque alla questione”, concludono.