Mattinata di disagi alla stazione di Salerno per un gruppo di disabili che, terminato un pellegrinaggio a Lourdes, insieme ai volontari dell’associazione Amasi, dovevano far ritorno in città. Il gruppo composto da centocinquanta pellegrini, è rimasto bloccato nelle proprie vetture per l’approssimazione e la superficialità con cui è stato gestito dai responsabili della stazione di Salerno il deflusso dal treno bianco.“Dopo circa 30 ore di viaggio, infatti, per i pellegrini, e i disabili affetti da gravi patologie che ne impediscono la deambulazione, l’accoglienza, tra l’altro specificata in modo chiaro nel contratto sottoscritto dalle Ferrovie dello Stato con l’agenzia di riferimento dell’Amasi, organizzazione che promuove tali iniziative di solidarietà, anzichè avvenire sul binario privo di barriere architettoniche (binario uno) come richiesto a Trenitalia ed assicurato per iscritto dalla stessa Trenitalia, è avvenuta, senza alcuna motivazione, su binario privo di ausili per disabili”. A sottolinearlo è il presidente dell’associazione Alfonso D’Antuoni, che adirato per la vicenda, ha deciso di inviare una formale protesta alla dirigenza di Trenitalia. “Per chi conosce la stazione di Salerno, parliamo del quarto binario, binario dove è vietato l’accesso anche alle bestie perché non idoneo per unità inabili e quindi prive di autonomia. Alla stazione di Nocera Inferiore il capo treno ed il tecnico di bordo avevano comunicato che alla stazione di Salerno avrebbero ricevuto il treno al terzo binario con assistenza adeguata per i disabili”, ha continuato D’Antuoni, se non fosse che poi non è avvenuto nulla di tutto ciò, innescando la rabbia è le difficoltà sia tra i volontari che tra i pellegrini. “Tutto falso, ci avevano garantito la giusta assistenza. Non è possibile, già paghiamo per un servizio ferroviario non adeguato, ma anche le stazioni ora non garantiscono la dovuta organizzazione per le persone che hanno difficoltà”. Una dura protesta quella di D’Antuoni, che ha poi rimarcato: “Grande è stato il disagio e l’imbarazzo degli ammalati, per i quali i volontari dell’associazione Amasi ed i pellegrini hanno dovuto ricorrere al trasporto “a braccia”, con difficoltà notevoli e trascurando le più elementari norme di privacy, tra vacanzieri in attesa di partenza e passeggeri esterrefatti per lo spettacolo. E in più passando vicino a treni che in corsa che partivano e che dovevano fermarsi. La cosa peggiore è stata la mancata solidarietà ricevuta dalla polizia ferroviaria e da alcuni dipendenti di Trenitalia presenti sul posto perché in servizio. Dovrebbero soltanto vergognarsi”. La stazione di Salerno comunque vive da tempo il disagio di non essere a misura di “disabile” o almeno non permette a una persona non abile di viaggiare in maniera autonoma. Una questione che va avanti da tempo e che abbraccia anche la “sfera metropolitana” della città, dove al binario appunto per il treno metropolitano, ad esempio un non-vedente, autosufficiente, deve essere comunque accompagnato per evitare ostacoli e smarrimenti.
Una dura presa di posizione comunque quella di D’Antuoni che ora, come ha specificato si riserverà di agire per vie legali “per danni diversi e comportamenti vergognosi” da parte di dipendenti e personale addetto delle Ferrovie dello stato.