“Nessun rapporto con Alberico Gambino (presente in aula ad ascoltare). Conoscevo Pandolfi Elettrico e Giovanni Santillo ma non ho mai avuto rapporti con il sindaco di Pagani”. Michele Petrosino D’Auria ha chiesto ed ottenuto di rilasciare dichiarazioni spontanee nel corso del processo di secondo grado per gli imputati della inchiesta Linea d’Ombra. Michele Petrosino D’Auria ha cercato di ridimensionare le accuse e, sopratutto, di dimostrare al collegio giudicante (presidente Tringali), di aver tentato di allontanarsi da certi giri. “Volevo lavorare e godermi i mei figli quando sono uscito dal carcere nel 2013. Avevo costituito una cooperativa sociale finalizzata al recupero di ex detenuti e di persone che versano in condizioni disagate. Siamo riusciti ad ottenere anche 5 appalti (uno al comune di Amalfi) ed ho evitato di partecipari a gare nell’Agro Nocerino Sarnese visto che ormai ero marchiato. La più bella soddisfazione? Ricevere i complimenti su facebook del sindaco di Roccapiemonte (Pascarelli ndr) per il lavoro fatto e l’invito a ricevermi personalmente al comune”. D’Auria prova a puntualizzare ogni contestazione. “Alla Tempor non avevo nessun poter per le assunzioni. Ero responsabile del centro operativo e mi occupavo di procurare gli indumenti per il lavoro e presentavo i nuovi dipendenti ai coordinatori. Non ho mai favorito il co-imputato Fisichella. Anzi quando si discusse dei contratti in scadenza chesi de potevo cambiare qualcuno. La responsabile mi disse che era possibile e io riferii che non volevo venisse rinnovato il contratto a Fisichella. Sicuramente svolgeva le sue sei ore di lavoro al meglio ma quando staccava non passava neanche a salutare ed a chiedere se c’era bisogno di qualcos’altro. A tutti capitava di fare un po’ di lavoro extra e gli dissi che si sarebbe dovuto allineare agli altri. Cosa che non fece e per tale motivo ne chiesi l’allontamamento. E’ un ragazzo che conosco da anni. Andavamo alle elementari insieme, abbiamo iniziato a lavorare, negli anni ‘90, nella stessa attività ma mai ho pressato per la sua assunzione. D’altronde si trattatava di società interinali che assumevano con contratti a tempo determinato. Parcheggi. “Gerardo Pagano mi chiese una mano per l’organizzazione e diedi una mia disponibilità. Ricordo che ci furono dei malintesi nel corso della festa della Madonna delle Galline del 2010 poi chiariti. Successivamente ci fu l’assunzione di alcuni dipendenti alla Multiservice tra questi anche mia moglie che è tuttora impiegata lì. Non ho mai minacciato Cicalese in quanto la cooperativa è nata nel 2010 e lui ha lasciato i parcheggi nel 2008. Ricordo di aver fatto battaglie sindacali per Aniello Fezza. Questo sì. Mio fratello non è mai entrato a far parte della Cooperativa”. Appalti. Petrosino D’Auria ha riferito di aver vinto una gara d’appalto bandita dalla Provincia con un progetto di rimpiego di persone disagiate. “Abbiamo lavorato fuori zona e, nonostante l’impegno ed il sacrificio, non venivamo pagati. E’ in questa circostanza che ho chiesto una mano a Massimo D’Onofrio (consigliere provinciale) che conoscevo ma nonostante le rassicurazioni nulla fece per sbloccare i pagamenti”. Tenuta Criscuolo. “Mai fatte pressioni su Gambino ed altri politici. E’ stata una vicenda sempre gesista dagli avvocati”. Rapporti con i collaboratori. “Non ho mai conosciuto Contaldo Sandro. E non è vero, come sostiene Del Pizzo, che in carcere avevo chiesto di trasferire Gambino al secondo piano. Ripeto non ho mai minacciato Giacomo Cicalese ,entre con la famiglia Greco ho rapporti dagli anni ‘90. Ho fatto anche il compare di cresima”. Gli avvocati Sica e Carrara hanno depositato un lungo memoriale di Michele Petrosino D’Auria. I giudici della Corte d’Appello hanno aggiornato l’udienza al 12 aprile per la requisitoria del procuratore generale Vincenzo Montemurro.
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