Scafati. Bene confiscato in via Aquino: "questione volutamente dimenticata" - Le Cronache
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Scafati. Bene confiscato in via Aquino: “questione volutamente dimenticata”

Scafati. Bene confiscato in via Aquino: “questione volutamente dimenticata”

Di Adriano Falanga

Immobile confiscato alla criminalità in via Aquino, Scafati Arancione torna di nuovo in pressing per chiederne il riutilizzo. “La questione pare sia stata riposta volontariamente nel dimenticatoio per insabbiare responsabilità politiche sul suo riutilizzo, che rappresenterebbe oltre che un’opportunità per la nostra comunità anche un messaggio forte e chiaro di ripristino della legalità nel nostro paese – si legge in una nota del movimento di centrosinistra – Ricordiamo a tal proposito, l’audizione del 4 maggio 2012 presso la commissione d’inchiesta presso il consiglio regionale in cui il primo cittadino di Scafati venne invitato a chiarire i motivi di questi ritardi che si protraggono tuttora. Il bene è stato acquisito dall’ente locale nel lontano 2009 e da allora nulla è stato fatto per riconsegnarlo realmente alla comunità. Va ricordato che sono stati sprecati 200mila euro del progetto “You and me” che dovevano servire per l’inizio della messa in sicurezza del bene in questione (perché ricordiamo abusivo). Che fine hanno fatto quelle risorse stanziate dal governo centrale? Non ci risulta, inoltre, che siano seguite azioni rispetto alla delibera di giunta citata dal primo cittadino nel verbale reso pubblico dalla stessa commissione d’inchiesta. Citiamo testualmente “abbiamo il progetto pronto: massimo entro 15 giorni lo presentiamo per farcelo finanziare con i fondi del Pon sicurezza”. Lo stesso Pon sicurezza (piano operativo nazionale) la cui dotazione finanziaria ammontava a circa 1 milione di euro cofinanziata per il 50% dai fondi FESR (Fondi europei per lo sviluppo regionale) a cui però non si è dato seguito per assenza di progetti validi che potessero intercettare finanziamenti necessari ad una progettualità concreta e attuabile. Per questi motivi – proseguono gli attivisti capitanati da Francesco Carotenuto – abbiamo deciso di rivolgerci all’agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati per verificare la sussistenza delle condizioni necessarie al commissariamento della gestione del bene così come enunciato dal Codice Antimafia”. Oltre ciò, gli arancione anche hanno una loro proposta: “trasmetteremo proposta di regolamento all’apposita commissione per chiedere di mettere in campo un “mercatino a km 0” nello spazio antistante del bene in questione. Una proposta che vede protagonisti da un lato produttori agricoli e coltivatori diretti dall’altro lato l’Ente Locale (lo Stato), al quale chiediamo maggiore incisività e presenza”.