Salerno. Villa Carrara si fitta a 5mila euro al mese - Le Cronache Salerno
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Salerno. Villa Carrara si fitta a 5mila euro al mese

Salerno. Villa Carrara si fitta a 5mila euro al mese

di Erika Noschese

Il patrimonio storico-culturale di Salerno finisce ancora una volta sotto i riflettori, ma per la ragione più preoccupante. Un’onda di sconcerto e profonda preoccupazione sta infatti attraversando la comunità, in particolare gli abitanti del quartiere Pastena e gli operatori culturali locali. La nobiliare Villa Carrara, storica dimora e vitale presidio di servizi pubblici, è apparsa senza preavviso sul portale immobiliare.it con un annuncio di locazione che ha i contorni dell’emergenza civica. La notizia, confermata da un annuncio che propone un affitto per “uso diverso” di sei anni rinnovabili, chiede l’ingente cifra di 5.000 euro al mese per l’intera struttura. Un costo che, se da un lato potrebbe rappresentare una magra entrata per le casse pubbliche, dall’altro segna un costo inestimabile per la città, che rischia concretamente di vedere privatizzato e sottratto alla fruizione della collettività uno dei suoi ultimi e più importanti baluardi di memoria storica e di servizio pubblico essenziale. Villa Carrara non è semplicemente un edificio; è un prezioso palinsesto di storia locale, eretta tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in un affascinante stile neogotico-umbertino. Ma, al di là del suo pregio architettonico, per decenni ha rappresentato un fondamentale presidio culturale e sociale per il popoloso quartiere orientale di Salerno. All’interno di questa dimora, infatti, si concentrano una serie di funzioni vitali per la cittadinanza. Trovano attualmente spazio la Biblioteca/Emeroteca Comunale di Villa Carrara, un punto di riferimento essenziale per studenti, lettori e progetti culturali co-finanziati, la cui attività anima il quartiere e il cui ruolo è cruciale in un’ottica di inclusione sociale e diffusione della lettura. Inoltre, la Villa ospita gli Uffici del Settore Politiche Sociali e Servizi Culturali del Comune, essenziali per l’erogazione di servizi vitali alla cittadinanza e per la gestione della macchina culturale cittadina. Infine, è conservata al suo interno una piccola ma significativa collezione d’arte, una raccolta di opere di artisti salernitani contemporanei che arricchisce il patrimonio civico e rende la Villa un piccolo, ma importante, polo museale diffuso sul territorio. L’annuncio di affitto, seppur con la specificazione di “uso diverso”, pone un interrogativo drammatico e immediato: che fine faranno tutti questi servizi essenziali, finora garantiti tra le sue mura? La Biblioteca sarà costretta a chiudere o a un frettoloso e dispersivo trasloco? In un’epoca in cui si sottolinea l’importanza delle biblioteche come motori di aggregazione, la perdita di questo spazio ben radicato nel tessuto urbano rappresenterebbe un grave e inaccettabile passo indietro per l’intera comunità. Parallelamente, la ricollocazione degli Uffici Comunali potrebbe comportare disagi significativi per l’utenza, in particolare per i cittadini più fragili che fanno affidamento sui Servizi Sociali, generando inoltre costi aggiuntivi per l’ente pubblico. La decisione di mettere sul mercato un bene di tale rilevanza, pur potendo rappresentare una seppur magra entrata economica, solleva il fantasma della deturpazione storica. Chiunque affitti un immobile di 465 metri quadrati per 5.000 euro al mese non lo farà per lasciarlo vuoto, ma per un progetto commerciale o direzionale che, inevitabilmente, richiederà interventi di adeguamento o modifiche interne. La domanda che angoscia i salernitani è netta e urgente: un nuovo gestore privato lascerà inalterato il valore intrinseco della “Villa Carrara” o deturperà, con interventi più o meno invasivi, l’ennesimo pezzo di storia di Salerno, una città già segnata da una politica di riqualificazione del proprio patrimonio spesso superficiale o assente? La Villa, nonostante il suo innegabile pregio, non è mai stata realmente qualificata a dovere dal punto di vista museale o culturale; ora, l’opportunità di un recupero e di una valorizzazione definitiva per la collettività rischia di svanire, sacrificata sull’altare del mero profitto e di una visione a breve termine della gestione dei beni comuni. Di fronte a questa inattesa e destabilizzante mossa, l’attenzione si concentra ora in modo critico sull’amministrazione comunale di Salerno. Qual è la posizione ufficiale su questa operazione di locazione? L’ente era pienamente a conoscenza dell’imminente pubblicazione dell’annuncio e della messa sul mercato di un bene pubblico di tale portata? E, soprattutto, quali alternative concrete e degne sono state pensate e predisposte per la biblioteca, l’emeroteca, gli uffici e la collezione d’arte che da anni vivono tra le mura di Villa Carrara? Il rischio è che il Comune, di fronte a un’offerta economica allettante o a paventate difficoltà gestionali, decida di restare a guardare, permettendo che un bene che è un diritto civico e un luogo di crescita per il quartiere diventi un lusso privato. La cultura e i servizi sociali non possono e non devono essere considerati voci di bilancio da tagliare o da cui ricavare, ma investimenti irrinunciabili per la qualità della vita cittadina. La cessione della Villa, se non accompagnata da un piano di ricollocazione immediato, dignitoso e funzionale per tutti i servizi attualmente operativi, si configurerebbe come un grave gesto di rinuncia da parte dell’ente pubblico. I cittadini, le associazioni culturali e i comitati di quartiere chiedono chiarezza immediata e un’azione energica che dimostri la reale volontà politica di tutelare il patrimonio e i servizi. Non basta lo splendido parco circostante, anch’esso patrimonio di tutti, a consolare dalla potenziale perdita dell’edificio che ne è il cuore pulsante. Salerno non può e non deve permettersi l’esilio della sua cultura.