Il Ministro della Cultura della nuova Siria Mohamad Saleh cita Dante e Abu Al-Ma’arri, erudito, filologo e retore siriano, indicato dall’arabista Miguel Asin Palacios come una possibile fonte della Divina Commedia dantesca, e lo fa per parlare di Paradiso, quello perduto nella guerra dai siriani e quello che sarà necessario raggiungere per ritrovare la vita, la pace e la gioia. Suggestivo il discorso, così come il continuo rimando alla cultura antica: la prima notazione musicale, possiamo dire canzone, che è siriana o “L’ultima cena” di Leonardo Da Vinci che il neo Ministro considera il ponte tra arte e scienza, tra storia e civiltà attuali.
Così come ponti sono stati quelli tracciati oggi alla XXVII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum tra i Ministri alla Cultura e il collega del dicastero del Turismo, Mazen Al Salhani, con il neo Rettore dell’Università di Salerno Virgilio D’Antonio, nel suo giorno di insediamento, e il Sindaco di Capaccio Paestum Gaetano Paolino. Nel primo caso si è trattato di uno scambio dei documenti contenenti il progetto di collaborazione tra le Università di Salerno e di Damasco che getterà le basi per un futuro accordo di collaborazione sulla formazione di studenti e docenti nel campo del turismo e dei beni culturali, su interventi di restauro, sulla cooperazione culturale; nel secondo, della firma per il rinnovo del gemellaggio del 2016 tra le città di Capaccio Paestum e di Palmyra.
“Grande opportunità – ha detto il Rettore D’Antonio – cominciare il lavoro con uno sguardo così ampio e un riferimento così ricorrente alla parola pace, il più giusto messaggio da riferire ai giovani a cui quotidianamente ci rivolgiamo”.
Ha concluso con il suo saluto il Direttore Generale dei Ministero del Turismo Francesco Felici: “Questo è un incontro storico – ha dichiarato – Si potrebbero creare scuole di formazione e investire in Siria per offrire esperienza. Mandateci progetti – e si è rivolto direttamente ai Ministri – che potremo realizzare insieme a partire da subito”.
I rappresentanti della Siria portano tutti sul risvolto della giacca quella che chiamano la “nuova identità visiva”, l’aquila con le ali spiegate e le tre stelle a far corona intorno alla testa; con i Ministri ci sono Mohamad Saleh (omonimo), che dal 2016 ha mantenuto stretto il rapporto con la BMTA e Anas Haj Zeidan, Direttore Generale delle antichità e dei musei del Ministero della Cultura, che ha insistito sul fatto che in Siria esistono sei siti Unesco registrati come siti in pericolo, per esempio la città di Bosra, 140 chilometri a sud di Damasco, e il castello di Saladino: “Stiamo lavorando con tutte le nostre forze perché questi siti escano dalla lista del pericolo, così come stiamo lavorando per registrarne di nuovi, come la città di Ma’lula”.
Hanno suggellato il momento il Fondatore e Direttore della Borsa Ugo Picarelli, che ha ideato e lavorato per realizzare questo incrocio di incontri e interessi culturali e che ha subito creduto, già negli anni di guerra, nella necessità di sostenere la Siria, dimostrandolo nei fatti a ogni edizione e il Presidente Onorario della BMTA Mounir Bouchenaki che auspica adesso un sostegno generale, oltre che dall’Unesco, da tutti i Paesi del mondo, in rispetto alla culla della civiltà.
Il Turismo Archeologico Subacqueo è un segmento in forte crescita, dal potenziale economico molto rilevante e che offre nuova visione del turismo culturale; è capace di unire ricerca, sostenibilità e inclusione, tema al centro della terza giornata di lavori della XXVII BMTA, che si è aperta con la Conferenza Turismo Archeologico Subacqueo: esperienza di un “Viaggio Italiano” in collaborazione con il Ministero del Turismo, moderata da Donatella Bianchi Giornalista RAI conduttrice di “Lineablu”, in occasione della quale è stata presentata la ricerca “Turismo archeologico subacqueo: caratteristiche della domanda, struttura dell’offerta e leve di crescita” a cura di SRM Studi e Ricerche per il Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo e sesto volume della serie SRM per la BMTA. Con oltre 1.200 relitti e siti archeologici subacquei, 29 aree marine protette, due parchi sommersi e il Santuario dei Cetacei, l’Italia si conferma leader mediterraneo in un segmento turistico di crescente interesse internazionale. Grazie alle sue caratteristiche naturali e culturali, il Bel Paese offre condizioni ideali per questo segmento: molti siti si trovano a profondità ridotte, accessibili anche a chi pratica snorkeling o immersioni ricreative, e le nuove tecnologie immersive – realtà aumentata, ricostruzioni 3D e tour virtuali – consentono di esplorare il patrimonio sommerso anche senza immergersi fisicamente. Il turismo subacqueo, così inteso, diventa un’esperienza intergenerazionale e inclusiva, capace di coinvolgere anche il pubblico senior e di estendere la stagione turistica oltre i mesi estivi. Il profilo del visitatore è quello di un viaggiatore colto, curioso e ambientalmente consapevole, disposto a spendere per esperienze autentiche e di qualità: una spesa media per viaggi e immersioni/corsi di oltre 1.000 euro a soggiorno, una permanenza superiore alla media del settore e una marcata propensione verso operatori sostenibili. Il 75% dei subacquei, infatti, si dichiara disposto a pagare di più per esperienze a basso impatto ambientale. Cresce la componente femminile e si consolida la partecipazione inclusiva, grazie a programmi come, ad esempio, PADI Adaptive Support Diver che rendono accessibili le immersioni anche a persone con disabilità. Il potenziale economico del comparto inoltre è significativo: ogni presenza turistica subacquea genera 145 euro di valore aggiunto, superiore a quello del turismo balneare. Come sottolineato da Salvio Capasso Responsabile Servizio Imprese e Territorio SRM che ha presentato la ricerca “se un turista culturale su cinque scegliesse esperienze subacquee, l’impatto sul PIL potrebbe superare 1,6 miliardi di euro, con 340 milioni solo nel Mezzogiorno. Il rapporto SRM individua tre leve rilevanti nella crescita del settore: sostenibilità ambientale, innovazione digitale e inclusione sociale. Un turismo che rispetta e valorizza l’ecosistema marino, che integra tecnologia e cultura, e che coinvolge le comunità locali nella gestione e nella promozione dei beni sommersi. In conclusione, dal rapporto emerge la necessità di affrontare una sfida importante: creare un ecosistema del mare che valorizzi il patrimonio sommerso, promuova reti integrate tra parchi sommersi, musei del mare e aree protette, anche a livello internazionale, e generi valore economico e sociale duraturo”. L’indagine poi su 34 operatori italiani del settore diving delinea un comparto piccolo ma altamente specializzato, composto perlopiù da imprese con pochi addetti ma competenze multidisciplinari – archeologi, biologi, guide e istruttori – e una crescente attenzione all’innovazione tecnologica: realtà aumentata, realtà virtuale, tour 3D e audioguide subacquee permettono oggi di rendere fruibili i siti sommersi anche ai non subacquei. Dunque, creazione di occupazione qualificata nelle aree costiere.
E proprio sulla necessità di creare una scuola di specializzazione per inquadrare e normare le figure professionali che proteggano ecosistema e possano guidare i visitatori in questa esperienza in sicurezza ha centrato le conclusioni dell’incontro Francesco Felici Direttore Generale Controllo, Regolamentazione, Acquisti, Formazione e Professioni turistiche Ministero del Turismo che ha anche auspicato una “musealizzazione a valle dove offrire la prima esperienza di visita del patrimonio sommerso, anche in virtù del fatto che il turismo archeologico subacqueo è per sua natura stagionale e che non tutti possono fruire di questo tipo di turismo”.
Sulla necessità di “emanare delle norme abilitanti tese a disciplinare le attività e a consentire che queste si svolgano in maniera corretta e sicura” si è soffermato l’Ammiraglio Pierpaolo Ribuffo Capo Dipartimento per le Politiche del mare Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del mare anticipando “due disegni di legge in materia. Il primo è quello della Valorizzazione della Risorsa Mare che per la prima volta ha un capo interamente dedicato al turismo subacqueo. Ma non è sufficiente emanare norme: è necessario che le stesse siano applicabili. Per questo è doveroso proiettare i poteri dello Stato su di un’area di giurisdizione maggiore e ciò avviene con la Zona Contigua che consentirà allo Stato di proiettare fino a 24 miglia dei poteri specifici, tra i quali quello della preservazione del patrimonio sommerso italiano”. E ha aggiunto “Dobbiamo portare il mare nell’entroterra per comunicare tradizioni marittime e identità italiane”.
“Il mare è una risorsa anche per il turismo culturale e può creare occupazione e sviluppo locale – ha evidenziato il Direttore della BMTA Ugo Picarelli – un prodotto turistico alternativo all’overtourism per il quale già dal 2021 abbiamo suggerito come buona pratica di realizzare un nuovo Itinerario Culturale del Patrimonio Subacqueo del Mediterraneo partendo da Baia Sommersa, passando per Capo Rizzuto, le isole Tremiti e poi Ustica e Pantelleria, da candidare all’esame del Consiglio d’Europa per la certificazione. Una proposta che rilanciamo anche oggi”.
A raccontare l’impegno straordinario della Grecia sul patrimonio sommerso è il prestigioso intervento alla BMTA di Lina Mendoni Ministro della Cultura della Grecia. “Da inizio del 1900, quando i pescatori di spugne di Symi scoprirono i resti di una nave romana al largo dell’isola di Antikythera, il Ministero della Cultura ellenico ha condotto ricerche sistematiche nelle acque del Paese. Sono stati identificati e studiati decine di relitti risalenti alla preistoria fino ai tempi moderni. Queste scoperte hanno approfondito la nostra comprensione della navigazione antica, delle reti commerciali e delle tecniche di costruzione navale. Ma pongono anche grandi sfide: la necessità di proteggere le reti fragili, di studiarle scientificamente e, allo stesso tempo, di renderle accessibili e significative al pubblico. Per affrontare queste sfide, la Grecia ha adottato misure coraggiose. La recente modernizzazione del suo quadro giuridico ha consentito la creazione di parchi archeologici sottomarini accessibili, un’iniziativa pionieristica che combina la protezione del patrimonio con il turismo sostenibile. Dal 2020, quattro siti archeologici sottomarini sono stati ufficialmente designati come visitabili. I risultati finora sono stati positivi. Nonostante il lancio durante la pandemia, l’operazione pilota del sito di Peristera si è rivelata di grande successo, attirando un ampio interesse da parte della comunità scientifica, dell’industria subacquea e del pubblico. Dal 2020, più di 1.600 subacquei hanno visitato questi parchi sottomarini, effettuando oltre 400 immersioni supervisionate. Parallelamente allo sviluppo dei parchi sottomarini, è in corso un altro progetto di grande rilevanza: la creazione del Museo Nazionale delle Antichità Subacquee nel porto del Pireo. Questa istituzione tanto attesa, finanziata dalla Grecia e dal Fondo europeo per la ripresa e la resilienza, trasformerà uno storico magazzino di grano degli anni ’30 sul lungomare del porto in uno spazio culturale di livello mondiale. Con una superficie totale di oltre 25.000 metri quadrati, di cui 7.500 dedicati a sale espositive, laboratori, magazzini, aree didattiche e un auditorium, il museo presenterà oltre 2.500 reperti provenienti da più di cento relitti e siti costieri, coprendo l’intero arco della storia marittima greca, dalla navigazione preistorica alla Seconda guerra mondiale. Tra i pezzi più importanti vi saranno i reperti del naufragio di Antikythera, il carico di anfore di Peristera, il relitto dell’età del bronzo di Dokos, il tesoro di Syrna e le sculture in bronzo di Kythnos, Kythera e del Dodecaneso. Una volta completato nel 2026, il museo non solo esporrà reperti unici, ma fungerà anche da centro di ricerca, conservazione e formazione. Diventerà un faro culturale che collegherà il passato marittimo con la vita contemporanea del più grande porto della Grecia”.
Nel segno del ricordo del primo Soprintendente del Mare della Regione Siciliana e poi Assessore ai Beni culturali e dell’identità siciliana, la quinta edizione del Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa” con il coordinamento scientifico di Luigi Fozzati e la partecipazione della vedova Valeria Li Vigni Presidente della Fondazione Tusa. Il riconoscimento alla carriera è stato conferito a Hakan Öniz Archeologo subacqueo e Associato Dipartimento di Restauro e Conservazione del Patrimonio Culturale dell’Università di Akdeniz – Turchia; aprogetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici al Museo del Mare e dell’Archeologia Subacquea all’interno del “Parco del Lungomare di Circe”, ritirato da Luigi Anastasia Delegato esterno alle “Politiche del Mare” del Sindaco di San Felice Circeo (Latina); migliore mostra dalla valenza scientifica internazionale IMMERSUM Plonger dans le passé Salle d’exposition dell’Università di Ginevra dal 9 novembre 2024 al 16 febbraio 2025 ritirato da Julien Beck Archeologo e Docente Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Ginevra – Svizzera; miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione a Roberto Rinaldi fotografo e videomaker subacqueo internazionale.
Il Workshop Archeovirtual “Applicazioni digitali e turismo culturale”, è stato l’ideale finissage di una mostra (aperta, comunque, fino a domenica 2 novembre, fine Borsa) che quest’anno ha riscosso un particolare successo di pubblico. La grande suggestività dei progetti non è passata indifferente. Particolare attenzione sui papiri di Ercolano, l’unica biblioteca che arriva dall’antichità e contiene opere filosofiche epicuree e stoiche, che si sono conservate proprio grazie all’eruzione del Vesuvio del 79. D.C. I modelli 3D ad alta risoluzione acquisiti nell’infrarosso tramite fotografia tecnica permettono di navigare tra le lettere greche scritte da filosofi antichi e tra la carta carbonizzata, fornendo un’innovativa modalità di fruizione, utile non solo agli studiosi ma anche a un pubblico più ampio, in una concezione di turismo digitale accessibile a tutti.
La valorizzazione e fruizione da parte del pubblico è anche lo scopo del progetto che mira a ricostruire, il più vicino possibile alla realtà, il colore delle statue del Tempio di Iside di Pompei.
Così come la ricostruzione è finalizzata alla restituzione al pubblico della memoria della città di Messina prima del terremoto del 1908 che la devastò. In una stanza immersiva, il visitatore sperimenta un vero e proprio gemello digitale della città scomparsa: “1908 CittàMuseoCittà” è allestito in maniera permanente nel museo regionale Maria Accascina di Messina.
La riflessione su “applicazioni digitali e turismo culturale”, ha spiegato Augusto Palombini primo ricercatore dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR, vuole considerare quale sia il valore aggiunto degli strumenti digitali per l’incremento del turismo culturale. Si tratta di un tema complesso, su cui ci sono pochi dati e che merita migliore approfondimento. L’Osservatorio sull’Innovazione Digitale nei Beni Culturali del Politecnico di Milano, nel 2023 indicava a circa il 28% degli istituti culturali la presenza di applicazioni digitali per arricchire la visita, e al 19% quelli che hanno avviato una campagna di digitalizzazione dei propri contenuti.
Il numero dei visitatori negli istituti culturali è in crescita da decenni (se si eccettua il gap nella fase del COVID, subito recuperato negli anni successivi), e non è quindi immediato calcolare correlazioni fra i due fenomeni. Andrebbe poi analizzata la specificità dei diversi tipi di applicazione. Ciò che al momento possiamo affermare – ha riferito ancora Palombini – è che negli ultimi anni l’adozione di queste tecnologie immersive è in ascesa e che anche la varietà delle nuove soluzioni è aumentata, aprendo nuovi scenari. L’edizione di ArcheoVirtual di quest’anno è focalizzata sulla diversità di questi approcci innovativi.





