Ospedale di Agropoli, Gisella Botticchio: "Ora risposte" (Il video) - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

È tutt’altro che chiusa la questione dell’ospedale di Agropoli. Dopo il corteo dell’8 agosto, organizzato, tra gli altri, anche dall’attivista Gisella Botticchio, l’Azienda sanitaria locale è stata in città per incontrare i cittadini e portare promesse.

Lo stesso ha fatto il primo cittadino Roberto Antonio Mutalipassi che, impegnato a perorare la causa della candidatura alle regionali della sua vice, ha promesso che “continueremo (noi chi?, ndr) a chiedere impegno per il territorio e soprattutto per il nostro ospedale”. Verrebbe da chiedersi cosa abbiano fatto lui e la sua vice, la candidata Rosa Lampasona nella lista “A testa alta” e già assessore alla sanità, per il nosocomio. Oltre alle solite e vuote parole, ovviamente.

Gisella Botticchio, però, non indietreggia di un passo e continua la sua battaglia (qui l’intervista video). «L’8 agosto – dice – dietro a uno striscione per le vie di Agropoli si sono radunate quattromila persone, tutte insieme per rivendicare il proprio diritto alla salute. Il 26 agosto, poi, qui ad Agropoli c’è stato un consiglio comunale monotematico sulla questione, alla presenza anche dei dirigenti dell’Asl di Salerno.

Sono passati due mesi e aspettiamo una risposta valida e concreta dal direttore generale Gennaro Sosto. Vogliamo – ragiona ancora – che questo nosocomio torni a fornire un servizio all’utenza con un pronto soccorso adeguato e funzionale. Agropoli è una città di trentamila abitanti e, con i dimoranti, arriviamo a quarantamila; se poi a questi numeri vengono aggiunti i grandi centri limitrofi come Capaccio e Castellabate e i piccoli centri dell’entroterra, si superano le centomila persone.

Lo Psaut ha più accessi del pronto soccorso di ospedali come Vallo della Lucania, Oliveto Citra e Roccadaspide, ma è chiuso. Teniamo chiuso e soffocato un posto dove la gente vuole le cure. Qui si può contrastare l’infarto o altri malori improvvisi – continua – ma non ce n’è la possibilità.

Vogliamo semplicemente delle risposte perché siamo disperati». La donna, che tra l’altro è già stata consigliere comunale di Prignano Cilento e Agropoli, ma anche consigliere in Comunità montana Alento Monte Stella con presidente Angelo Vassallo, combatte da anni per il diritto alla salute in città e nel territorio. L’8 agosto scorso ha portato migliaia di persone in piazza e, con esse, anche sindaci, amministratori, parlamentari e consiglieri regionali.

«Chiedo a tutte le autorità – prosegue – di difendere la struttura del nosocomio agropolese. Ne è stata abbattuta anche una parte, un’ala al terzo piano, e non è dato sapere cosa dovrà sorgere lì.

Noi non vogliamo botteghe, casa di comunità o altri contentini. Noi vogliamo un servizio di pronto soccorso che sia aperto sempre e che soprattutto possa salvare delle vite. Sono necessarie la cardiologia, l’Utic, la rianimazione, i servizi essenziali per salvare una persona».

Ad oggi, è giusto dirlo, l’ospedale di Agropoli non ha un’ambulanza rianimativa con medico a bordo, o almeno tale servizio non riesce a garantire le ventiquattr’ore. «Vogliamo – le parole della pasionaria – un’ambulanza rianimativa con medico a bordo. Oggi le abbiamo, ma su di esse ci sono degli infermieri. Il loro lavoro è validissimo, ma non è abbastanza. Viviamo nel Bronx, non viviamo in un luogo che si può definire civile se non c’è un ospedale. Le tasse, però, le paghiamo e vogliamo il nostro diritto alla salute».