Potrebbe essere una mattanza di lavoratori. Se la bozza del piano industriale del Cstp dovesse passare così come congeniata dal collegio dei liquidatori, ottantasette dipendenti della storica azienda di trasporto pubblico sarebbero licenziati in tronco. Ai restanti verrebbero azzerati tutti i cosiddetti accordi di secondo livello: tradotto, resterebbero solo con la paga base prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro, il parametro acquisito e gli scatti di anzianità ottenuti negli anni di servizio, contingenza e trattamento distinto della retribuzione. Uno scenario abbastanza inquietante e drammatico dal punto di vista sociale. Allo stato, pare si tratti solo di una prima stesura alla quale i sindacati opporrebbero una ferma contrarietà.
Vero è che questo piano di risanamento aziendale e di contenimento dei costi del personale è solo il momento immediatamente successivo a quello preliminare della ricapitalizzazione dell’azienda, che sarà discussa alla prossima assemblea dei soci fissata in prima convocazione per il prossimo 13 novembre alle 15. Se gli enti soci dovessero, finalmente, ricapitalizzare la società, entrerà in vigore il piano industriale dei liquidatori che, comunque, dovrà essere concordato con le parti sociali. In pratica, c’è ancora tempo per far diminuire, se non addirittura azzerare il numero degli esuberi che, al momento, sono stati individuati.
Esuberi che comunque, una volta rientrata la procedura di licenziamento collettivo attualmente in essere per tutti i lavoratori dell’azienda e che potrebbe essere fermata anch’essa con la ricostituzione del capitale sociale, toccherebbero tutti i settori aziendali. Nessuno escluso per un totale di ottantasette lavoratori fuori dai giochi definitivamente. Quattordici gli operatori di esercizio che finirebbero nella tagliola (in prevalenza coloro che hanno maturato i requisiti per il pensionamento), quattordici tra addetti all’esercizio e coordinatori di esercizio, ventiquattro collaboratori di esercizio (verificatori dei titoli di viaggio inidonei alla guida), ventisette gli impiegati amministrativi che lascerebbero la propria scrivania, sei meccanici e due ausiliari.
Se per coloro che potrebbero essere messi alla porta la situazione è drammatica, meglio non se la passerebbero tutti i lavoratori rimanenti che si vedrebbero decurtare l’intera contrattazione di secondo livello: per ognuno di essi, il taglio in busta paga mediamente (dipende sempre dal parametro di ogni singolo lavoratore) si attesterebbe tra i duecento e i trecento euro.
Il testo del piano industriale non è definitivo e i sindacati avrebbero già chiesto di essere urgentemente convocati per discutere della questione ed evitare in tutti i modi un provvedimento “lacrime e sangue” in pieno stile Governo Monti.