Termovalorizzatore: il pm Penna cala l’asso. Di Lorenzo avrebbe percepito soldi senza prestare lavoro per tre mesi. Irregolarità nella nomina - Le Cronache
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Termovalorizzatore: il pm Penna cala l’asso. Di Lorenzo avrebbe percepito soldi senza prestare lavoro per tre mesi. Irregolarità nella nomina

Termovalorizzatore: il pm Penna cala l’asso. Di Lorenzo avrebbe percepito soldi senza prestare lavoro per tre mesi. Irregolarità nella nomina

Un processo da rinnova per i legali di Vincenzo De Luca. Un nomina da annulare per il sostituto procuratore Roberto Penna.   Quest’ultimo ha presentato venerdì scorso l’appello per chiedere la condanna dell’ex sindaco Vincenzo De Luca per peculato così come prospettato nel teorema accusatorio sostenuto nel corso dell’indagine e davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno in occasione del primo grado di giudizio. Il collegio ha ritenuto che la condotta illecita ascrivibile ai tre imputati fosse da ricondurre all’abuso d’ufficio e non all’ipotesi prospettata dal pm Roberto Penna. Quest’ultimo fonda il suo ricorso su alcuni elementi evidenziati già nel corso della requisitoria con elementi di novità in relazione alla figura del project manager e soprattutto all’attività svolta da Alberto Di Lorenzo, condannato ad un anno in primo grado così come Vincenzo De Luca ed il Rup Domenico Barletta. Nello specifico il sostituto procuratore sostiene nel periodo che che va dal 15 febbraio fino al 18 giugno 2008 Di Lorenzo, pur ricoprendo l’incarico di project manager, non avesse compiuto nessun atto tale da giustificare il compenso percepito per quel lasso di tempo. Da qui prenderebbe fondamento l’ipotesi di peculato oltre  che dalla carenza dell’ordinanza che dispone la nomina del capo staff di Vincenzo De Luca. Inoltre il pm Roberto Penna ha ribadito che… Di Lorenzo non aveva i requisiti per ricoprire quell’incarico.  “Se la norma preveda che serva solo il Rup non si comprende perché debba esserci anche il project manager” Tra l’altro il pm evidenziò che sul sito del comune non c’era traccia “della documentata presenza di Di Lorenzo a Los Angeles visto che compaiono soltanto i nomi del sindaco De Luca e del Rup Barletta”. Se il pm rilancia, la difesa affila le armi. L’avvocato Brancaccio, legale di Vincenzo De Luca, evidenza che “sia necessario rinnovare l’istruttoria pur rispettando la sentenza di primo grado”. La motivazione va ricercata nella “diversa articolazione dei fatti con la riqualificazione da peculato ad abuso d’ufficio”. Evidenziavano che non sussistono i presupposti neanche per quest’ultimo capo d’imputazione in quanto le nomine rientravano nei poteri conferi al commissario di governo. “Poteri pieni che consentivano la creazione di una struttura non esistente”. Nell’appello depositato dai legali di Vincenzo De Luca è stato evidenziato che la nomina del project manager fosse stata suggerita dal Rup Domenico Barletta con quest’ultimo che avrebbe evidenziata la necessità dell’assegnazione di questo incarico e, soprattutto, che Alberto Di Lorenzo fosse la persona più indicata a ricoprirlo. Prospettazioni diverse che saranno discusse in occasione del processo d’Appello che potrebbe perdere l’appeal odierno se slittasse all’anno prossimo. Sul processo di secondo grado incombe  l’estinzione dei reati contestati per intervenuta prescrizione. Il pm ha chiesto una fissazione d’urgenza della data di inizio dell’Appello. Nel frattempo per il neo governatore della Campania, Vincenzo De Luca, potrebbero arrivare sentenza ancora più rilevanti e risolutive.
(g*)