Il grande pentolone della corsa alle urne inizia a farsi bollente e bollenti si fanno anche gli spiriti. Uno scontro all’ultimo ospite, quello tra De Luca e Caldoro che hanno accolto i rispettivi “big supporters”, rigorosamente a Salerno, che nel fine settimana si è trasformata in piazza fertile di voti. Se venerdì è stato il turno del centro-sinistra, forte del sostegno del premier Renzi, ieri è stata la volta di Caldoro, che in mattinata ha preso parte all’incontro organizzato da FdI-An intitolato “la svolta di Salerno, dieci impegni per il nostro territorio”. «Oggi il confronto elettorale è tra l’apparire e l’essere; De Luca è l’apparire, mentre Caldoro è l’essere, ovvero la sostanza della politica – ha dichiarato Antonio Iannone, presidente regionale FdI-An, che, sul primo punto in cantiere nel caso di vittoria, ha continuato – l’aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi è un’infrastruttura fondamentale se vogliamo diventare una realtà turistica di eccellenza. Ieri De Luca ha accolto il leader del suo partito proprio lì, dove qualche mese fa aveva detto che sarebbe stato meglio piantarci broccoli; se l’avessimo fatto, Renzi sarebbe stato accolto dai contadini che probabilmente l’avrebbero contestato». Non sono dolci di certo, le voci della coalizione di centro-destra, nei confronti dell’ex sindaco che, per Edmondo Cirielli, componente dell’ufficio politico nazionale FdI-An, è «il primo impresentabile, persona investita da decine di procedimenti giudiziari gravissimi, alcuni finiti in prescrizioni, altre nel dimenticatoio; è stato indagato anche per fatti legati alla criminalità organizzata rimasti ancora in sospeso». Parole al veleno anche quelle rivolte al premier in carica, su cui Cirielli ha dichiarato: «penso che Renzi venerdì abbia perso una buona occasione per stare zitto e dimostrare di avere un briciolo di coerenza. De Luca è invotabile». Il deputato FdI rincara la dose riportando un racconto, non certo edificante, sull’ex sindaco: «Si stava inaugurando un complesso di depurazione in città, costruito con finanziamenti europei; per l’occasione, De Luca si espresse con un “bella quest’opera, sul ca nun se ver”. Se a Salerno i depuratori non si fanno è perché non si vedono, quindi non portano voti». La campagna elettorale è agli sgoccioli e Caldoro non risparmia il fiato sull’unico avversario che può dargli del filo da torcere. «Il centro sinistra ha dovuto cambiare il suo slogan all’ultimo minuto, da “mai più ultimi” ha deciso di optare per “a testa alta”, forse perché dopo il 31, da sportivi ammetteranno di “aver perso a testa alta”». E sulla visita di Renzi ha dichiarato che «le uniche cose che gli ha fatto vedere, non sono state fatte da lui, sono cose su cui non ha messo mano: il premier è arrivato all’aeroporto Costa d’Amalfi, che è stato messo su grazie a noi; ha visitato il porto di Marina Arechi che è privato, è andato in un sito di compostaggio frutto di un finanziamento regionale; le incompiute sono tantissime, De Luca ha vinto un record mondiale,almeno in qualcosa è primo». La stoccata finale arriva con i temi della criminalità e della sanità. Sulla criminalità, Caldoro espone il sospetto dell’ampliamento dell’attività camorristica nel salernitano, argomento che è stato presentato a Roma con un’interrogazione parlamentale di Cirielli. Riguardo alla sanità, invece, non è solo di sospetto che si parla. Il presidente regionale in uscita, infatti, ha accusato duramente De Luca e il suo partito, firmatari del famigerato decreto 49. «L’ospedale di Agropoli è stato chiuso da De Luca e Alfieri, due criminali politici. Se vince, verranno richiusi i presidi ospedalieri che sono stati salvati – e sul programma elettorale dell’avversario continua – Il programma sanitario di De Luca è stato scritto da Zuccatelli, l’uomo delle lobby del nord, che ci ha fatto perdere 1000 posti letto che sono stati poi spartiti tra Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Abbiamo un problema di credibilità, non possiamo essere rappresentati da una macchietta che viene presa in giro in tutta Italia. Tra l’originale e Crozza preferisco Crozza che almeno è eleggibile». Rossella Ronca
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