Franco Del Mese aveva sempre la preoccupazione che non ci si ricordasse della vita vissuta, non da celebrare. Da ieri Franco, dirigente industriale e già presidente della Salernitana calcio, non è più. Il passo lento, cadenzato e flemmatico, si è interrotto, finito nella sua casa di Eboli, ieri pomeriggio, colpito da un infarto fulminante. Franco ha lasciato in una perfida ma tragica sospensione i familiari e quanti lo avevano conosciuto: la moglie. Anna Pesticcio, i figli Vincenzo e Francesca, il genero Bruno De Leo, la nuora Maria Rosaria Avagnale e il cognato Gabriele Pesticcio. Un dolore familiare diffuso nella città repentinamente anche con il dolore espresso ai cugini Paolo, Massimo e Gabriele del Mese. Domani, domenica, l’ultimo saluto nella Chiesa di San Bartolomeo in Eboli (ore 8,30) mentre la salma può essere salutata nella casa del commiato Galdi. Franco era un uomo generoso. Ti faceva incontrare le persone che stimava quasi in imboscate lungo il viale Amendola di Eboli. Tra suggestioni e idee, la sua amicizia le forniva sia da dirigente industriale (l’ultimo incarico al pastificio Antonio Amato) che da dirigente sportivo catapultato in un modo a lui quasi ignoto da Pasquale Casillo e Nello Aliberti. Ultimamente era parecchio sofferente perché vedeva scendere verso l’abisso della serie C la sua Salernitana con quei colori granata che aveva visto sui campi della serie A spesso in compagnia di Zdenek Zeman che aveva conosciuto e apprezzato per il carattere fermo e amichevole negli anni della guida dei granata. Quando diceva di essere vecchio, per schermarsi delle frequenti richieste di previsioni calcistiche, non gli potevi credere e per questo la notizia della sua morte ci ha trovato tutti impreparati, commossi. Addolorati. a.m.





