Polizia, metaldetector e cani antiesplosivo alla Reggia di Caserta per la splendida Traviata con Daniel Oren sul podio. Dopo l’annullamento del concerto di Valery “Czar” Gergiev la cricca si è scagliata contro il maestro israeliano: “Questi sono tempi orribili – dice il direttore – spero che in qualche modo tutti questi conflitti si risolvano perché io non ho mai vissuto un periodo così brutto”
Olga Chieffi
Ricordate il motto “I comunisti mangiano i bambini”? Un’ accusa ai Russi, naturalmente usata nelle votazioni postbelliche per evitare l’ascesa del Partito Comunista Italiano, quella diceria che nacque dal fatto che in Russia, nel secolo scorso, vi furono gravi carestie durante le quali si registrarono anche episodi di cannibalismo, tra il 1921 e il 1923, in Ucraina dove diversi bambini vennero rapiti e uccisi spacciandone poi la carne, per animale e nel 1941, durante l’assedio di Leningrado (che uccise circa un milione di persone), il cannibalismo divenne per alcuni una strategia di sopravvivenza, e nella storia dell’“Isola dei cannibali”, narrata anche dall’omonimo libro di Nicolas Werth, in cui si racconta che nel 1933, 13.000 “elementi pericolosi” vennero deportati nel cuore della Siberia; quasi tutti morirono, anche uccidendosi tra loro, e gli episodi di cannibalismo erano all’ordine del giorno. E le vignette antisemite sulla Gazzetta del popolo negli anni d’oro del Ventennio? il ‘tipico ebreo’, con Il naso adunco, le leggi razziali, le epurazioni, storie che conosciamo bene, molto da vicino. In un mondo musicale quale è il nostro, anche di formazione, dove ci si vanta dell’internazionalizzazione, scambi culturali, grande movimento di studenti in tutto il mondo, in primis si è gridato allo scandalo della propaganda russa, addirittura attraverso la V sinfonia di Petr Ilic Cajkovskij, una scelta putiniana da parte di colui oggi al mondo meglio la interpetra, Valery Gergiev (ma vogliamo far presente che la stessa partitura è stata eseguita a L’ Aquila insieme al primo concerto per pianoforte del genio russo e lo stesso programma sarà riproposto a Tagliacozzo il 4 agosto), porte chiuse in faccia dal paese, maestro d’accoglienza, senza dimenticare il film proprio sulla campagna di Russia “Italiani brava gente” di Giuseppe De Santis, mentre forte e stentorea si è levata pure la voce del consigliere di minoranza Antonio Cammarota, il quale occupa indegnamente, con diritto di parola e voto, gli scranni del salone dove si riunì l’ Assemblea Costituente, pronunciando “E ora fuori l’ebreo da Salerno”, riferito a Daniel Oren, catapultandoci, così, indietro di quasi cento anni, evocando ombre pericolosissime. Martedì sera, alla Reggia di Caserta siamo stati accolti dalla Polizia con tanto di metaldetector e cani antiesplosivo, per ascoltare la Traviata di Giuseppe Verdi, diretta da Daniel Oren. Il Maestro è israeliano, ma oramai possiamo considerarlo cittadino del mondo, come Valery Gergiev, sin da ragazzo, come lo sono tutti coloro i quali scelgono di consacrarsi all’arte. Richiesto da noi di un ricordo di papa Francesco, quel 22 aprile il Maestro Oren, da credente quale è, non invocò altro che la pace per tutti i popoli in guerra e, naturalmente, parlò della musica, cara a Francesco, che nell’estetica ebraica ha la potenza di agire su tutto e tutti, divenendo musica per le azioni. Tra reducrescenze nere, purtroppo anche da parte di sedicenti musicisti, e polemiche inutili, ascoltate, montate da figure che, probabilmente, non hanno mai messo piede in una sala concerti, in un teatro, la vince lo Czar Gergiev e la sua Russia, che nonostante il trattamento subìto afferma che la nazione rimane “aperta agli artisti italiani”. Lo ha dichiarato all’agenzia Tass Mikhail Shvidkoy, il rappresentante speciale per la cooperazione culturale internazionale del presidente Vladimir Putin. “Non cancelliamo nessuno, siamo aperti agli artisti italiani, siamo aperti agli artisti di tutti i Paesi che vogliono esibirsi in Russia”, esprimendo naturale rammarico per la vicenda di Gergiev. “Le relazioni russo-italiane nel campo della cultura sono sempre state più forti di quelle politiche”.





