di Erika Noschese
A Salerno, il clan principale resta quello dei D’Agostino, sodalizio che, malgrado le continue attività di contrasto ed il fallito tentativo di nuovi gruppi emergenti di ritagliarsi margini di operatività, può ancora contare sulla presenza nell’area di riferimento di numerosi affiliati che continuano a praticare estorsioni, usura, truffe, ma soprattutto a dedicarsi al traffico e allo spaccio di stupefacenti. La malavita organizzata non esclude neanche il porto di Salerno, per la sua posizione geografica e l’efficiente rete di collegamento con l’entroterra che espongono l’infrastruttura portuale alle mire delle organizzazioni criminali, sia locali sia dei territori limitrofi, potenzialmente interessate allo snodo logistico per il transito di potenziali traffici illeciti. È quanto emerge dalla relazione semestrale della Direzione Investigativa antimafia con un focus su Salerno città. L’attività investigativa ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale composto prevalentemente da soggetti di origine campana in rapporti con appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta degli Alvaro di Sinopoli (RC). Uno degli indagati, residente nella provincia salernitana, avrebbe svolto la funzione di intermediario tra i narcotrafficanti stranieri e le organizzazioni operanti sul territorio nazionale utilizzando il porto di Salerno come hub per l’importazione di droga dal Sudamerica. Ad ottobre 2024 una nuova attività dei Carabinieri con l’arresto di 14 persone, ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e di numerosi reati fine relativi ad importazioni e cessioni delle medesime sostanze. L’indagine avrebbe documentato l’esistenza di un’organizzazione criminale con base operativa a Salerno, dedita al traffico di stupefacenti destinato anche ad altre regioni, tra le quali Basilicata e Puglia. Le forniture di droga, oggetto di trattativa diretta con trafficanti internazionali sudamericani di primissimo piano, giungevano nel porto di Salerno direttamente dalla Spagna per poi essere smistati e inviati ai clienti finali. Nel corso delle attività sono stati sottoposti a sequestro circa 270 kg di stupefacenti, principalmente cocaina, ed una pistola modificata. La contesa per la gestione delle piazze di spaccio locali, sembrerebbe essere all’origine delle frizioni tra gruppi criminali sfociate nei numerosi atti intimidatori registrati nel periodo in esame nel capoluogo salernitano. Sempre riconducibili ai D’Agostino gli atti intimidatori del 1 febbraio 2024 a Matierno con colpi di arma da fuoco esplosi nei confronti del titolare di un bar; la sparatoria a Sant’Eustachio dell’11 marzo 2024, quella del 30 marzo nel rione Petrosino; l’incendio di una vettura lo scorso 9 aprile 2024 e, infine, l’incendio all’auto del 21 giugno 2024. A Cava de’ Tirreni restano operativi i clan Zullo e Apicella, subentrati nel controllo delle attività illecite locali allo storico clan Bisogno. Il ritorno nel territorio, per la scarcerazione avvenuta nel 2022, di un esponente di spicco di tale ultimo sodalizio camorristico, potrebbe ingenerare nuove dinamiche criminali anche in ragione degli storici rapporti con il clan Apicella, che costituiva una sua articolazione. Agro nocerino-sarnese e Valle dell’Irno. “L’Agro nocerino-sarnese è la zona della provincia di Salerno in cui la criminalità organizzata di tipo camorristico e quella comune hanno tradizionalmente e più incisivamente operato, anche mediante il controllo di attività economiche. L’area, ricca di insediamenti produttivi, ha infatti da sempre esercitato una forte attrattiva per i numerosi sodalizi criminali, sia autoctoni che provenienti dalle aree circostanti. I numerosi atti intimidatori registrarti nel territorio, sia di tipo incendiario sia mediante l’esplosione di colpi d’arma da fuoco, sarebbero indice della significativa diffusione del fenomeno estorsivo in danno delle attività economiche locali. Tali frequenti manifestazioni delittuose, tuttavia, non trovano analogo riscontro nelle denunce delle vittime”, si legge nella relazione semestrale della Sia. Diversi gli atti intimidatori che si sono verificati nell’agro nocerino: l’8 luglio 2024, a San Valentino Torio, ignoti hanno cosparso di liquido infiammabile un motoveicolo ed un furgone di proprietà del titolare di una locale panetteria. Il 14 novembre 2024, a Pagani, 10 marzo 2024, ignoti hanno fatto esplodere un ordigno artigianale all’esterno di un’enoteca del centro storico di Angri. A Nocera Inferiore, le attività investigative degli ultimi anni avrebbero rilevato la perdurante operatività dei gruppi camorristici Pignataro e Mariniello, un tempo costituenti un’unica entità associativa, poi evolutisi in sodalizi autonomi. Nel territorio di Nocera Inferiore è giudiziariamente accertata anche l’operatività del gruppo camorristico Cuomo, di diretta derivazione del clan Pignataro e dedito prevalentemente al traffico e spaccio di stupefacenti, alle estorsioni e al reinvestimento di capitali illeciti in attività commerciali. Tale gruppo, secondo quanto documentato dall’operazione “Revenge” conclusa nel 2021 dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza, avrebbe esteso i propri interessi illeciti in Toscana ove avrebbe riciclato denaro di provenienza delittuosa mediante l’acquisizione di attività economiche. Ad Angri, invece, si registra il definitivo declino dello storico clan Tempesta, dapprima a causa della morte del leader nel 2004, poi per le attività di contrasto e dal percorso di collaborazione con la giustizia intrapreso da molti suoi esponenti. Tra gli storici esponenti della malavita figura invece il boss Galasso, storica figura apicale della nuova famiglia. L’uomo, già condannato per associazione mafiosa e omicidio, sarebbe coinvolto in un’indagine conclusa il 12 giugno 2024 dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri di Nocera Inferiore con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 persone, per la maggior parte esponenti del clan Fezza-De Vivo di Pagani, accusate di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, rapina, ricettazione e detenzione e porto illegale di armi, questi ultimi aggravati dalle modalità e finalità mafiose. Altra famiglia mafiosa è il cland D’Auria Petrosino che opera nel quartiere Lamia di Pagani. I membri si dividono la piazza dello spaccio, traffico di droga. In relazione al primo filone di indagine, concluso a dicembre 2022, il Tribunale di Nocera Inferiore, il 10 giugno 2024, ha emesso la sentenza404 di primo grado con cui, tra gli altri, ha condannato i due capi del clan Fezza-De Vivo a 25 anni e 6 mesi di reclusione. A Sarno, sarebbe confermata l’operatività del clan Serino, tradizionalmente dedito ad attività estorsive, usura, traffico di stupefacenti e riciclaggio di proventi illeciti mediante reinvestimenti in attività commerciali e ricreative. Pregresse attività di indagine avrebbero altresì comprovato la propensione del sodalizio ad infiltrarsi nella pubblica amministrazione locale interferendo nelle competizioni elettorali. Nel medesimo territorio sarebbe inoltre documentata la presenza del clan Parlato che coesisterebbe con il clan Serino secondo una logica di pacifica spartizione delle attività illecite locali. Con riferimento al clan Serino, va segnalato il ferimento a colpi d’arma da fuoco, avvenuto il 22 ottobre 2024, in danno del figlio di un esponente apicale. La vittima sarebbe stata attinta da alcuni colpi di pistola esplosi da due sconosciuti giunti a bordo di un’autovettura. Nel periodo considerato, nel territorio di Sarno sono stati registrati numerosi episodi di atti intimidatori, sintomatici delle diffuse pratiche estorsive ad opera dei gruppi criminali locali. Il territorio di Sant’Egidio di Monte Albino e dei Comuni limitrofi è caratterizzato dall’elevata concentrazione di insediamenti produttivi e di un importante mercato ortofrutticolo. Tali fattori hanno da sempre attirato le mire criminali di gruppi delinquenziali operanti nell’aera. In particolare, il controllo delle attività illecite, originariamente esercitato dal già menzionato clan Tempesta della vicina Angri, è poi passato a quella che prima costituiva una sua articolazione per poi diventare un sodalizio autonomo, noto come clan Dei Zi’ Maist. Nei Comuni di Castel San Giorgio, Siano, Bracigliano ed aree limitrofe, in passato interessati dalle ingerenze di clan criminali provenienti dalla confinante provincia di Avellino, in particolare dal clan Cava di Quindici (AV), attualmente si registrerebbe la presenza di formazioni criminali locali senza però la presenza di alcuna sostanziale figura con funzioni di leadership. L’area, in passato, è stata interessata da numerose azioni intimidatorie, soprattutto in danno di amministratori locali. A Scafati, diversi i clan operativi: clan Matrone che ha preso sotto il suo controllo anche Buonocore tanto da diventare Clan Buonocore-Matrone, l’unica consorteria criminale autoctona attualmente operante a Scafati, con interessi illeciti nei settori del traffico di stupefacenti e delle estorsioni in danno di attività commerciali e imprenditoriali locali; poi, i clan Cesarano e Aquino-Annunziata, questi ultimi due provenienti, rispettivamente, dai limitrofi Comuni napoletani di Castellammare di Stabia e Boscotrecase. Anche, i territori dei Comuni della Valle dell’Irno, così come altre aree di confine, storicamente hanno subito le ingerenze di gruppi criminali provenienti dalle aree circostanti. Mercato San Severino, che secondo le evidenze giudiziarie è rimasto assoggettato prima alle influenze criminali dei clan Cava e Graziano di Quindici (AV), poi a quelle del gruppo camorristico Desiderio di Pagani, resta tuttora esposto alle infiltrazioni di clan radicati in aree limitrofe, in particolare del clan Genovese di Baronissi. A Baronissi, Fisciano e Lancusi, al clan Forte, dopo la scelta di collaborazione con la giustizia intrapresa dal suo promotore, sarebbe definitivamente subentrato il clan Genovese che avrebbe ormai assunto il controllo esclusivo del traffico di stupefacenti, usura ed estorsioni in tale territorio.





