E alla fine il gran giorno è arrivato: Disclan festeggia i suoi 50 anni tra vinili, musica ed appassionati. Mario ed Elisabetta Maysse, i due proprietari, riescono appena a star dietro a tutte le persone che entrano per salutarli, fare gli auguri, comprare ovviamente qualche disco. Sono raggianti in volto i due, complice forse la forte emozione e l’affetto ricevuto, tanto, meritato. Nell’epoca della crisi del disco, nell’epoca degli mp3, nell’epoca del commercio in panne, Disclan è diventata un’isola felice ed un crocevia di cultori e nuove leve. Bisogna saperci fare sia chiaro, non si dura altrimenti mezzo secolo. La musica, quella che ti porti a casa, quella che fai suonare nella tua intimità, ha aspetti delicati, fatti di ricerche, momenti, fasi. Culturali e biologici. Saper stare nel cuore, nella testa e nelle orecchie del cliente significa avere grande amore per il proprio mestiere, e perché no, anche grande cultura. Mario ed Elisabetta hanno avuto la fortuna di nascere sotto la stella giusta: Luciano Maysse. Il vincitore del Musichiere che, sul finire degli anni 50, conquistò l’ambito premio con tutta Salerno davanti alle tivù a tifare per lui. E poi il viaggio ad Hollywood, le foto con Walt Disney, il 45 giri di “nun è peccato” stampato con la prestigiosa Ricordi. Erano gli ingredienti per la nascita di un nuovo fenomeno, una nuova stella del panorama musicale, ed invece Luciano preferì Salerno, la sua Salerno, a tutto questo. Lontano dalle luci della ribalta e con una missione precisa nel cuore, decise di aprire qui un negozio di dischi. Disclan appunto. Forse 50 anni di onorata carriera non li avrebbe immaginati neanche lui, ma il solco che aveva tracciato, nel pubblico e nei suoi figli, aveva i segni premonitori del successo e della longevità. Non che tutto sia rose e fiori assicurano i Maysse, il commercio musicale è stato colpito dalla crisi con una violenza inaudita, ma si sa che in tempi come questi le sfide le vincono gli audaci, quelli capaci a riarrangiarsi, quelli motivati. Basta guardarli, dietro la cassa, Mario ed Elisabetta: il rapporto viscerale che hanno con Disclan è stampato sui loro sorrisi e sulla loro pelle. In vetrina un disc jockey mette su qualche pezzo, l’ambiente è caldo, affollato, l’anno del mezzo secolo si preannuncia bello carico. Forse, ma è più che una supposizione, le persone hanno bisogno nuovamente di un contatto vero, dopo anni di algido digitale. E tra le casse colme di vinili di Disclan, si può facilmente trovare la giusta compagnia. m.a.
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