di Salvatore Memoli
Ancora una volta De Luca illumina la scena politica. Questa volta alla sua coerenza aggiunge, con l’arguzia che di questi tempi usa soltanto lui, una riflessione sul degrado dei partiti. Noi ce n’eravamo resi conto ma fermarsi a riflettere fa sempre bene. Con gli anni, i patrimoni ideali, le ispirazioni politiche, i ruoli dei militanti e i programmi di tutti i partiti sono diventati tutti uguali, una massa informe di parole senza senso e di azioni senza risultati che tutti usano indiscriminatamente per una lotta di potere. Orbene, la conquista di spazi per affermare le proprie ragioni politiche ed elevarsi sugli avversari é stato sempre un obiettivo di tutti, anche giustamente motivato. Ma ora la lotta é diventata un ripiego per affermare leadership non legittimate dal voto popolare e che non rispondono a profonde ragioni democratiche. Le truppe corazzate di tutti i partiti sono blocchi che si reggono come pezzi della Lego; se ne muovi uno scopri tutti gli altri e puoi far cadere la babele organizzativa. Chi esce fuori dal coro dei replicanti é transfuga, reietto e infedele. Merita l’ostracismo e la messa al bando. De Luca é un infedele. Come tutti gli infedeli si copre degli insulti di quanti sono legati alla corda del comandante di turno e degli apprezzamenti più o meno dichiarati di chi ha il coraggio di uscire dal coro e di rendersi conto che questo modo di fare politica ha ucciso le idee, edulcorato la questione morale, paralizzato qualsiasi rinnovamento che non é autorizzato per convenienza da chi tutto controlla. Questo stato di cose vale per tutti i partiti, destra e sinistra, perché sono diventati monadi dalle quali non si esce e non di entra e non si riesce a cacciare la testa fuori per vedere il mondo come gira. Non interessa a nessuno e non é permesso a nessuno mollare la presa di cordate che garantiscono il rendimento di posizioni vincenti. > Quando uno come De Luca parla, si muove, reagisce, affronta la realtà, traccia obiettivi e programma interventi, non appartiene al coro. De Luca ha il difetto/pregio dell’outsider, vola da solo, pensa da solo, si difende da tutti con armi dialettiche sufficienti e vigorose. Cioé, De Luca ha la forza di un leader, il coraggio di un combattente, le potenzialità di un fondatore di uno schieramento politico che per contenuti e strategie interpreta e registra diffuse posizioni della gente e garantisce la forza ideale di una battaglia che rinnova, riforma le leggi politiche e promette stabilità. Certo, di questi tempi deve guardarsi le spalle, perché i nemici non sono avversari ma nemici veri e possono pensare e fare tutto! Anche se molti sono codardi e senza attributi per marcare un territorio e delle idee. Tutto l’ambiente politico puzza di muffa, d’immobilismo e di un’idea politica che mortifica le libertà. É una cultura antiliberale che ha sostenuto e promosso proprio quell’ambiente politico di cui De Luca si é nutrito. De Luca deve liberarsene. Che cos’é la limitazione del terzo mandato se non un attentato ai diritti del cittadino elettore? Un vietare al legittimo depositario delle volontà democratiche il diritto di scegliere come gli piace. > Che cos’é una legislazione garantista che confisca i beni e se li vende prima che una sentenza definitiva si pronunci sulla colpevolezza di una persona? > Che cos’é una lunga carcerazione preventiva di un imputato senza un giusto processo che lo esamina e condanna? Vogliamo continuare?… Potremmo dire che su tutta la vita dei cittadini si riflette un cono di ombre di leggi che nascono dall’odio sociale, dal sospetto, da un’antica e antidemocratica considerazione che il cittadino é suddito, suddito di una politica sclerotizzata. De Luca é l’unico capace di riformare l’ambiente politico, di prospettare soluzioni riformiste e di mettersi contro queste moderne baronie che affollano i partiti, soffocandoli e privandoli di qualsiasi riferimento agli stessi elettori. Il problema, oggi, non é il terzo mandato bensì un grande movimento riformista che liberi l’Italia da tante limitazioni e da tanti gruppi politici che non rispondono alle regole che caratterizzano programmi e azioni di partiti politici liberi, sostenuti dal voto popolare e capaci di liberarsi dalle croste di una chiusura che dovrebbe legittimarli a vita.





