di Andrea Pellegrino
«Leggo dichiarazioni di ogni genere ed anche da parte di chi ha ricoperto innumerevoli incarichi durante la sua carriera. La mia nomina è solo il frutto della stima di cui godo da parte di sindaci che rappresentano le proprie comunità». Martino Melchionda, ex sindaco di Eboli ed attuale presidente del Consorzio Farmaceutico Intercomunale, sgombra il campo dalle polemiche e respinge ai vari mittenti tutte le accuse. Partito democratico compreso. «Non capisco lo scandalo – dice Melchionda – non comprendo le polemiche mosse da chi per decenni ha ricevuto e ricoperto incarichi remunerati. Alcuni sindaci, quanto al mio incarico, mi hanno mostrato fiducia. Tutto qui». Entro fine gennaio la prima riunione del consiglio d’amministrazione del Consorzio. Ma il primo atto è stato già compiuto, con il taglio drastico dei compensi. «Il precedente presidente (Bruno Di Nesta, oggi direttore generale della Provincia di Salerno, ndr), percepiva uno stipendio lordo di 5mila euro. Ora d’intesa con i sindaci di Scafati e Capaccio (Pasquale Aliberti e Italo Voza) lo stipendio lordo del presidente tocca i 1.800 euro circa. Un taglio netto».
Ma la polemica pare sia tutta interna al Pd. Eppure Melchionda ribadisce: «Sono un esponente del Partito democratico. Ma il Pd di Salerno deve avere un momento di riflessione serio». E l’ex sindaco di Eboli non nasconde quel che gli è accaduto qualche mese fa nel suo Comune: «Esponenti del Pd hanno firmato insieme ai Fratelli d’Italia, facendo così sciogliere l’amministrazione comunale. Il risultato? Il Partito democratico contesta la mia nomina ma mantiene al suo interno quelle persone che hanno sottoscritto un documento insieme ai Fratelli d’Italia, determinando la sfiducia ad un sindaco di quel partito. Ecco – prosegue Melchionda – da qui occorrerebbe far partire una riflessione e nel contempo è un dato che devo registrare e che devo evidenziare». Una sfiducia che arrivò a pochi giorni dalle elezioni provinciali e che quasi mise a rischio l’elezione di Canfora a Palazzo Sant’Agostino. «Un fatto grave – dice Melchionda – rispetto al quale il Partito democratico non prese e non ha preso nessun provvedimento. Anzi quelle persone si siedono ancora ai tavoli di trattativa».
Ma al segretario provinciale del Pd Landolfi la nomina di Melchionda pare non vada proprio già. D’altronde, a quanto pare, il suo era il nome indicato per la presidenza del Consorzio. E ieri il nuovo sfogo: «Quanto alle Farmacie e ai Comuni che ne fanno parte, auguri a chi c’è, buon lavoro ai “fotografati” all’asl di via Nizza, in estate, nel corso di una sceneggiata contro il povero Squillante. Avevamo visto giusto, avevamo capito già. Quanto alle aspirine continuerò a farmele fornire dal mio mitico medico di famiglia, sempre nella gloriosa via Nizza».