Di Olga Chieffi
La stagione di prosa del teatro Verdi di Salerno, riprende con lo spettacolo “Cose che so essere vere” (Things I Know to Be True) di Andrew Bovell, nella traduzione di Micol Jalla, per la regia di Valerio Binasco. Giuliana De Sio e Valerio Binasco sono i protagonisti di questo toccante, divertente e coraggioso dramma che ruota intorno alla storia di una famiglia e di un matrimonio. Insieme a loro, nel primo allestimento italiano del potente testo di Bovell, Fabrizio Costella, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Stefania Medri. Le scene e le luci sono di Nicolas Bovey, i costumi di Alessio Rosati, il suono di Filippo Conti, video e pittura di Simone Rosset. Una pièce, questa, coprodotta dal Teatro Stabile Torino, in scena a Salerno da giovedì alle ore 21, sino alla pomeridiana di domenica fissata alle ore 18.
Lo spettacolo di Andrew Bovell offre una visione dettagliata e coinvolgente delle dinamiche familiari che emergono in un contesto di tensioni e fragilità. La scelta di mantenere i nomi dei personaggi e la collocazione geografica arricchisce l’autenticità della narrazione, permettendo al pubblico di immergersi completamente nell’universo della famiglia australiana. L’abilità di Bovell nel mescolare commedia e dramma si riflette nella scrittura vivace e nei dialoghi frizzanti, che si alternano a momenti di profonda introspezione. La struttura della pièce, con i personaggi che si passano la parola come una pallina da tennistavolo, creando un ritmo incalzante che tiene lo spettatore incollato alla sedia. La presenza costante di Rosie, interpretata da Giordana Faggiano, non è solo quella di una protagonista, ma di un osservatore che assorbe le dinamiche familiari, rendendo il suo viaggio interiore particolarmente toccante.
Il personaggio di Bob sarà schizzata da Valerio Binasco, mentre Fran affidata alla De Sio. Bob, con la sua goffa tenerezza, e Fran, con la sua determinazione e forza, incarnano due facce della stessa medaglia, mostrando come l’amore possa esprimersi in modi diversi. La lotta interna di Fran, che cerca di mantenere il controllo mentre le cose intorno a lei si sgretolano, offre un ritratto potente di una madre che ama profondamente, ma che può anche sentirsi sopraffatta. C’è poi la Rosie di Giordana Faggiano, che evolve da un’apparente innocenza a una consapevolezza più profonda, rendendo tangibile la fragilità dell’adolescenza in un contesto di conflitto familiare. L’aspetto scenico, con la pedana rotante e le scritte evocative, contribuisce a creare un’atmosfera che riflette il passare del tempo e le trasformazioni emotive dei personaggi. Il messaggio centrale dello spettacolo, che parla di resilienza e dell’amore che persiste nonostante le avversità, risuona con forza. La famiglia, viene descritta come una “barca” che affronta le tempeste della vita, diventa un simbolo di speranza e opportunità, anche quando tutto sembra perduto. Il finale inaspettato promette una nuova possibilità, suggerendo che, nonostante le sfide, ci sarà sempre spazio per la ricostruzione e la riconciliazione.
In definitiva, la pièce di Bovell è un’opera profonda e commovente che affronta le complessità delle relazioni familiari con una sensibilità rara, regalando al pubblico momenti di riflessione e, al contempo, di intensa emozione. La pièce è ambientata in una villetta nella periferia meridionale di Adelaide. Valerio Binasco scrive nelle sue note: «Cose che so essere vere appare fin dalla prima lettura come un testo di grande impatto emotivo. Bovell penetra senza pudore in tutti i sentimenti che possono dar vita a un “ritratto di famiglia” e cattura la nostra commozione. La sua è una scrittura agile e libera che mostra virtuosisticamente una tecnica molto contemporanea, ma per fortuna non è un autore innamorato della sola tecnica. Si direbbe anzi che la sua idea di teatro contemporaneo non possa fare a meno di qual caro vecchio arnese – ancora tanto amato da me e da gran parte del pubblico – che è il raccontare una storia. Caso abbastanza raro tra gli autori contemporanei, Bovell crede infatti nella trama ancor più di quanto creda nella pura forma. Questa caratteristica dà un sapore piacevolmente retrò ai suoi drammi, che per quanto riguarda il resto – struttura e personaggi – sono invece molto contemporanei. […] Cose che so essere vere è una commedia malinconica di persone che volevano fare della propria famiglia un’isola felice, ma hanno edificato il proprio sogno di felicità su verità nascoste, sepolte nelle fondamenta e soffocate nel silenzio, finendo per sbattere contro l’infelicità assoluta».
Con la prosa torna anche Giù la maschera, che vedrà Giuliana De Sio e Valerio Binasco ospiti venerdì alle ore 18,30 nel foyer del Teatro Municipale Giuseppe Verdi in dialogo con Peppe Iannicelli e permetterà al pubblico di approfondire insieme ai protagonisti il significato e le caratteristiche dello spettacolo.





