di Michelangelo Russo
Nel mondo ci sono migliaia di collezionisti del Calendario Pirelli. Che è uno specchio del tempo che passa, fermato nelle istantanee di giovinezza cangianti nello scorrere degli anni, ma inesorabilmente vecchie un anno dopo. Ma c’è un calendario che pochi raccolgono, che ha invece la dote di ringiovanire il passato, facendo risplendere di giovinezza non volti, ma cose splendide di anni remoti rese vive e palpitanti agli esordi dell’anno nuovo; quasi immagini bene auguranti di felicità e prosperità dei mesi a venire. E’ il Calendario De Luca, edito puntualmente da decenni dalla nota famiglia di stampatori e industriali della carta che opera nel settore esattamente da un secolo. Quest’Anno, come di consueto, la presentazione è avvenuta il 7 gennaio nel salone della Provincia. Presente Andrea De Luca, l’editore, l’Assessore alla Cultura Francesco Morra, il moderatore Vito Pinto, i relatori Giorgio Napolitano e Marco Alfano, gli immancabili (quando c’è Vietri sul podio) Sindaco di Vietri Giovanni De Simone e Daniele Benincasa, Assessore alla Ceramica. E presente anche Guido Gambone. Non proprio il protagonista del Calendario 2025, cioè Guido Gambone, artista di fama mondiale e gloria del nostro territorio, ma il nipote, figlio di Bruno Gambone, morto l’anno scorso ma già da anni rivalutato dalla critica e dalle aste internazionali. Guido Gambone junior non fa l’artista, ma vive tra Vietri e il resto del mondo, organizzando eventi e itinerari turistici sui sentieri della cultura. L’annuale appuntamento di presentazione del Calendario De Luca resta comunque l’evento di eccellenza dell’anno, per qualità della pubblicazione e significato del messaggio che viene dalla cerimonia. A tutt’oggi, Andrea De Luca, sulle orme del padre Giuseppe, “Don Peppino”, rimane in terra di Salerno l’unico superstite di una figura essenziale nel patrocinio e nella tutela del patrimonio artistico. La figura del Mecenate. Del Promotore di Cultura. Compito, di regola, di spettanza degli Enti Pubblici territoriali. Ma la Cultura non porta voti. Anzi, più il popolo è ignorante, meglio vanno gli imbonitori politici. La cultura fa ragionare. E la Ragione è pericolosa per i dispensatori di illusioni. L’abbandono del patrimonio artistico di quello che fu, come Salerno e il suo territorio, uno dei più grandi attrattori di artisti di ogni nazione, è figlio di una diffidenza istintiva della politica locale e regionale verso l’argine critico delle espressioni culturali alle ambizioni di egemonia sul territorio della politica degli annunci, delle grandi opere e delle fontanelle piccole e grandi (che manco più funzionano). Così, a ridare giovinezza ogni anno al passato glorioso di Salerno e dintorni nel campo universale del messaggio artistico, è rimasto solo il Calendario De Luca. Ma la serata ha un altro evento di grosso significato. La star non è solo Guido Gambone, le cui ceramiche nel 1947 erano già celebri in Europa tanto da ispirare, per certi versi, quelle coeve di Picasso a Vallauris nel 1949. La star composta e impeccabile, nello stile solito, è Alfonso Andria, invitato dall’organizzazione della serata in omaggio ai suoi meriti di valorizzazione del patrimonio artistico del territorio negli anni della sua Presidenza della Provincia. Quegli anni, tra metà del decennio ’90 e primi del 2000, furono una stagione eccezionale di riscoperta e valorizzazione della cultura e dell’identità storica dell’intera Provincia. Mostre a ripetizione sugli artisti di fama nazionali, vissuti e operanti in terra salernitana dalla fine dell’800 ai primi decenni del secolo scorso, ridiedero orgoglio e conoscenza, alle nuove generazioni, del patrimonio immenso dimenticato nei depositi e nelle collezioni private di un tempo. Con in più il recupero di spazi pubblici per esposizioni permanenti. A quella stagione felice, mai più ripetuta ad oggi, la sala della Provincia ha tributato un applauso affettuosissimo. E’ stato un applauso aristocratico perché sincero e riconoscente, e non un applauso plebeo di una folla inebetita dai brindisi di fine anno nella piazza della Salerno da bere.