di Antonio Manzo
Unisa sfonda il muro del Nord. A Bressanone è pronta a presentare con i maggiori esperti italiani del mondo della pedagogia l’ultimo libro della professoressa Emiliana Mannese, irpina, ordinaria di pedagogia generale e docente della cattedra Unesco. Ci saranno i maggiori esperti a testimoniare il valore scientifico della pubblicazione. Interverranno Liliana Dozza, già docente di pedagogia della libera università di Bolzano, Pierluigi Malavasi, ordinario di pedagogia generale e sociale dell’università cattolica di Milano e presidente della società italiana di pedagogia, Maria Grazia Lombardi associata di storia dell’educazione.
L’università di Salerno non sarà solo nota per l’amichettismo in cattedra, ma anche, quello piuttosto recente, della furia iconoclasta in dove si demoliscono le statue realizzate da ingombranti predecessori del rettorato. L’Unisa ricordata per l’abbattimento delle opere d’arte diventa significativo ateneo per l’opera demolitoria attraverso lo sguardo degli “sconfitti”.
Ma torniamo alla “medaglia” scientifica che sarà assegnata a Bressanone venerdì prossimo 29 novembre. Il libro di Emiliana Mannese è sulla
pedagogia generativa che ha suscitato grande interesse e fornito spunti di riflessione, molti dei quali prodotti in Irpinia. “E emersa la necessità – afferma Mannese – di ripensare la scuola soprattutto nei contenuti. Essere molto attenti a difenderla anche come azione costituzionale. Abbiamo parlato molto con i ragazzi di Platone e dell’importantissimo mito della taverna dove nasce il concetto di conoscenza. E in tema di intelligenza artificiale abbiamo certificato l’importanza del pensiero nell’epoca dell’algoritmo unitamente al portavoce di tutte le cattedre Unesco italiane, Patrizio Bianchi già ministro della pubblica istruzione. Ci siamo confrontati con colleghi e ricercatori nazionali ed internazionali. Abbiamo dato la possibilità a dieci studiosi venuti da tutta Italia di riflettere. Abbiamo proposto loro un’esperienza generativa in un luogo davvero fantastico quale l’abbazia del Goleto. Nasce però l’esigenza – conclude Mannese – di fare una riflessione su come questa realtà, debba avere il coraggio di dialogare di più forse con i contenuti, sull’attuazione reale di un progetto che possa vedere ogni giorno anche il rispetto di che cos’è la scuola, l’ineguaglianza e la costituzione. Si parla tanto di laboratorio delle aree interne, ma credo sia importante, avere la forza di agire concretamente in questi luoghi.”