di Enzo Sica
Erano in tanti ieri pomeriggio i tifosi granata, malgrado il tempo inclemente, ad assistere alla partita tra i giovani under 17 della Salernitana e del Benevento al campo Volpe per l’assegnazione del primo trofeo intitolato alla memoria di Peppino Soglia, un grande presidente che ha scritto una delle pagine più belle della storia ultracentenaria di questa società con quella storica vittoria nel campionato di serie C riportando la squadra granata, il 3 giugno del 1990, dopo 23 anni, nel campionato di serie B.
I giovani granata, anche ricordando il presidente Soglia, hanno battuto i pari età sanniti per 3 a 1 con i gol di Mancini, Leotta e Petraglia ed erano guidati in panchina da Ernesto De Santis particolarmente felice al termine della gara visto che giocava nella squadra giovanile granata proprio quando era al vertice della società Peppino Soglia:
<Ho avuto l’onore di conoscere quel grande presidente visto che giocavo nel settore giovanile. Di lui ricordo soprattutto il suo legame con i giovani tenendoci in grande considerazione. Mi ha fatto piacere oggi che alleno i giovani seguendo questi ragazzi e ricordando don Peppino>.
Già, il giorno dopo ricordandolo ancora a dieci anni dalla morte dopo la manifestazione che si è svolta in Comune, proprio con questa gara nella quale si sono cimentati giovani promesse nel primo memorial intitolato alla memoria Ed a Gerardo Soglia, uno dei figli, non potevamo non chiedergli come stia vivendo questi giorni di commemorazione lui e tutta la famiglia.
<E’ difficile esprimere in parole l’emozione che provo. E’ come se la città, i tifosi tutti volessero farci sentire che mio padre è ancora qui con noi, con il suo spirito e che continua a vivere nello stadio, tra la gente. La Salernitana non è solo una squadra, per noi è una parte fondamentale della nostra vita ed è chiaro che per i tifosi granata mio padre sarà sempre un simbolo di passione, dedizione e amore per il calcio>
Gerardo sono stati due giorni difficili per te e la tua famiglia nel ricordo di papà a dieci anni dalla morte?
<Certamente si. Mi ha commosso vedere tifosi di ogni età che sono venuti a portarci un saluto o anche per stare un pò insieme. Ma il momento più emozionante è stato senza dubbio quando ho visto negli occhi dei presenti una luce, una gratitudine verso mio padre che è difficile descrivere. Ho sentito quanto è ancora amato a distanza di tanti anni. Questa è l’eredità più grande che mi ha lasciato>
Parliamo anche della fondazione Giuseppe Soglia che avete fondato.
<Diciamo che questa fondazione vuole essere un mezzo per trasmettere alle nuove generazioni l’eredità morale e sportiva di mio padre. Sarà un luogo dove promuovere l’inclusione sociale, educare ai valori dello sport e della solidarietà. E’ un sogno che mio padre avrebbe voluto realizzare un sogno che oggi diventa realtà e che speriamo possa fare la differenza per tanti ragazzi>
E’ vero che avete pensato di ricordare papà, il prossimo anno, in una data diversa da quella del 12 novembre?
<Pensiamo di sì anche perchè questo è un giorno di lutto per noi fam
iliari. Ma il 3 giugno del 1990, quello è il giorno in cui tutta Salerno ha gioito per la promozione in serie B, un giorno diciamo storico E dunque pensiamo che sia giusto ricordare papà in una data che rappresenti la gioia e la gratitudine. Così potremo celebrare la sua vita, piuttosto che solo la sua scomparsa>
Cosa possiamo dire di Giuseppe Soglia presidente?
<Che era un uomo determinato, sempre presente, anche quando le cose andavano male. Ha sempre creduto nella Salernitana e nei suoi giocatori. Per lui il calcio era una famiglia, la sua porta era aperta a tutti. Mi ha insegnato sia a me che ai miei fratelli il valore della tenacia e della dedizione ma soprattutto di restare sempre umili, vicini alla propria gente. E’ questa una lezione che porto con me ogni giorno e penso che dovrebbero impararla anche i dirigenti di oggi che sono al vertice della società>