Di Olga Chieffi
Cambia ancora animale simbolico Mutaverso Teatro di Vincenzo Albano, giunto alla sua IX stagione e curata da Ablativo. Il direttore artistico ha scelto, infatti, la giraffa che si contraddistingue per la sua peculiarità più evidente che è il collo, una grande distanza che si interpone tra cuore e mente, ponendosi come simbolo di elevazione spirituale, con i suoi tre ossiconi sul capo che vengono associati al terzo occhio e alla capacità di avere una visione ampia, totale e reale. Infatti, questa stagione che si svolgerà interamente al centro di Salerno, ovvero, al Piccolo Teatro del Giullare, offrendo undici venerdì di spettacolo dal 25 ottobre all’11 aprile, sarà osservatorio speciale per le produzioni campane, che valorizza nuovi autori e artisti del territorio, favorendo inoltre la diffusione delle drammaturgie italiane contemporanee. La stagione inaugura con uno sguardo sulla Campania, valorizzando il lavoro di nuovi autori e artisti del territorio con la sezione GEOgrafie, sostenuta dalla Fondazione Banco Napoli, una ripresa della rassegna omonima, che l’associazione Ablativo ha tenuto nel 2015, sulla drammaturgia calabrese. “Per affinità di intenti, ho pensato – spiega il direttore artistico Vincenzo Albano – che Mutaverso Teatro potesse essere la cornice giusta per ricontestualizzare l’idea di un focus sulle vivaci officine delle regioni d’Italia: uno scorcio di una geo-grafia ben più frastagliata, fatta di tante voci e lingue, specificità e centri. La stagione prosegue, poi, nel 2025 con due appuntamenti al mese, alcuni programmati in sinergia con altri spazi e colleghi, per agevolare la mobilità degli artisti, rendere i programmi più sostenibili e favorire una più capillare conoscenza del teatro italiano contemporaneo, delle sue espressioni anche emergenti e della sperimentazione di nuove forme d’arte”. GEOgrafie si articola, da ottobre a dicembre, in quattro appuntamenti teatrali che vedono gli artisti dialogare con gli spettatori dopo la messinscena. Il primo spettacolo, vincitore del Premio Antonio Neiwiller 2020, è “La foresta” di I Pesci e Ortika, in scena il 25 ottobre alle 21.00 per la regia e drammaturgia di Mario De Masi e la scrittura scenica di Alice Conti e Fiorenzo Madonna, anche interpreti. Due ragazzi si allontanano insieme da una festa e si addentrano nella foresta alla ricerca della dose perfetta, della botta definitiva. La foresta, antitesi del “centro” dove la vita è scandita e si esaurisce nel lavoro, rispecchia il vuoto selvaggio di due esistenze intersecate dal caso. A seguire, l’8 novembre, va in scena “Dov’è la vittoria” del Collettivo BEstand, vincitore al premio L’Artigogolo e Premio del pubblico al Festival Inventaria 2019, sguardo su un’Europa animata da moti xenofobi e populisti, attraverso il lavoro di tre attori in pieno processo creativo intenti nella costruzione di un personaggio; “Opera didascalica” della compagnia Ctrl + Alt + Canc ,vincitore del Premio Leo De Berardinis 2021, lavoro che muove dalla riflessione sul teatro e su come l’incapacità di rappresentare si faccia immagine dell’incapacità di vivere sarà in scena il 22 novembre; “La vacca” di B.E.A.T Teatro, vincitore del Premio Dante Cappelletti 2019 e del Premio Voci dell’Anima 2021, storia di due fratelli, Mimmo e Donata, che racconta la necessità di un’adolescente di negarsi la purezza, la ricerca di un corpo nuovo che sia macchina da usare, terra da saccheggiare e servo per amore sarà in palcoscenico il 6 dicembre. La stagione Mutaverso prosegue il viaggio nella drammaturgia italiana a partire dal mese di gennaio con “Tiger dad”, il 17 gennaio, una piéce scritta e diretta dall’autore palermitano Rosario Palazzolo e interpretato da Salvatore Nocera, che è Padre Tigre, uomo timido e un po’ fuori rotta, impegnato in una battaglia contro il qualunquismo dei social, contro l’idiozia dell’intelligenza artificiale, contro il successo a scapito degli altri. Dalla Sicilia si arriva al Nord, il 31 gennaio, con Astorri Tintinelli che presenta “”Con tanto amore, Mario: nello spettacolo annotazioni, problemi brucianti, idee, scoperte, invenzioni, progetti, incontri a cui dà corpo Paola Tintinelli . Doppio appuntamento, a febbraio: il 14 lo sguardo si rivolge verso la Toscana con la nuova drammaturgia del Collettivo Compagnia A.D.D.A che porta in scena Eterno ripetersi banale, spettacolo che tenta di indagare la perdita di significato di tutti i nostri atti, di fronte al confronto con l’eterno nulla e la moltitudine umana, mentre il 28, si ritorna in Sicilia con “Era ottobre” di Teatro Pubblico Incanto, per la drammaturgia e regia di Tino Caspanello, sul palcoscenico accanto a Tino Calabrò. La IX stagione Mutaverso Teatro ritorna in Toscana, il 14 febbraio, portando a Salerno “Sergio”, di e con Francesca Sarteanesi, finalista al Premio Ubu 2021, che mette in scena un frammento di una vita qualunque in un monologo, a tratti brillante, intimo e affettivo. Rush finale con “Diario di un dolore”, un progetto dell’artista milanese Francesco Alberici, vincitore del Premio UBU miglior attore Under 35, a partire dal testo di C.S. Lewis, che vedremo il 28 marzo, per chiudere, l’11 aprile, con uno sguardo sulla produzione della Capitale con lo spettacolo “Strada maestra” di Nardinocchi- Matcovich, nato da un lavoro di ricerca durato più di un anno, che ha avuto l’obiettivo di ridefinire il rapporto tra l’uomo e la natura.