Volley. Carlotta Cambi, oro a Parigi e argento alle Universiadi 2019 - Le Cronache Ultimora
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Volley. Carlotta Cambi, oro a Parigi e argento alle Universiadi 2019

Volley. Carlotta Cambi, oro a Parigi e argento alle Universiadi 2019

Le ragazze del volley femminile hanno vinto l’oro alle Olimpiadi di Parigi battendo con un secco 3-0 gli Stati Uniti. Una vittoria storica che rilancia decisamente la pallavolo femminile a livello internazionale. La squadra allenata da Julio Velasco non ha perso una solo gara, soltanto un set in tutto il cammino olimpico. Le eroiche medaglie d’oro che hanno riscritto il volley femminile, sono: Carlotta Cambi, Alessia Orro, Paola Egonu, Ekaterina Antropova, Caterina Bosetti, Gaia Giovannini, Myriam Sylla, Loveth Omoruyi, Marina Lubian, Anna Danesi, Sarah Fahr, Monica De Gennaro ed Ilaria Spirito. Tra queste Carlotta Cambi, che ha giocato in provincia di Salerno con la formazione delle Universiadi nel 2019 al Palacoscioni di Nocera Inferiore e al Palasele di Eboli. La capitata ha vinto l’argento in quella occasione nella finale contro la Russia persa per 3-1. La formazione del 2019: Beatrice Molinaro, Carlotta Cambi, Francesca Bosio, Francesca Napodano, Beatrice Berti, Anna Nicoletti, Francesca Villani, Chiara De Bortoli, Giulia Angelina, Elena Perinelli, Alexandra Botezat, Sylvia Nwakalor, CT: Marco Paglialunga. Nocera Inferiore con le Universiadi, grazie al lavoro ed all’impegno dell’amministrazione Torquato, riuscì ad adeguare lo stadio comunale ed il palazzetto dello sport. Finanziamenti che arrivarono anche per il Palasele e lo stadio Dirceu di Eboli. La manifestazione venne accolta con tutti gli onori da entrambe le città della provincia di Salerno con una presenza di spettatori, nei vari eventi, dal calcio alla pallavolo, numerosa e notevole. Le Universiadi 2019 di Napoli sono state una vetrina importante per Nocera Inferiore ed Eboli, portando fortuna ad una pallavolista che, dopo l’argento vinto in quella occasione, alle olimpiadi di Parigi ha vinto il primo oro del volley femminile.

Giuseppe Colamonaco