Visita al carcere al carcere di Avellino del Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello che, accompagnato dalla direttrice Rita Romano e dalla vicecomandante Tiziana Perillo, ha visitato il padiglione di alta sicurezza, il reparto detenuti comuni e il reparto femminile. Presenti 630 detenuti in totale, 39 le donne. I detenuti hanno posto le questioni della mancanza di acqua per diverse ore, totalmente di notte, per un guasto all’impianto idrico gestito dall’Alto Calore. Un’altra richiesta espressa dai detenuti, è di poter utilizzare l’area verde per gli incontri con i propri figli minori, ma la Direttrice ha risposto che lo spazio non poteva essere utilizzato a causa della mancanza del personale di Polizia Penitenziaria. Resta negato il diritto all’affettività e alla genitorialità. Ancora, i detenuti denunciano la precarietà dell’assistenza sanitaria e delle visite specialistiche: manca il diritto alla salute. Presso il reparto femminile del carcere di Avellino, il Garante ha constatato lo svolgimento dei lavori per l’allestimento delle docce in ogni cella, sono stati tolti i plexiglass dalle finestre delle celle. Le detenute hanno offerto le pizze al Garante della Campania, alla Direttrice e al Comandante. Le detenute hanno chiesto al Garante di organizzare la “festa della famiglia”, con un pranzo tra detenute, figli e familiari. Il Garante si è impegnato ad organizzarla per settembre. “Grave la mancanza del personale di Polizia Penitenziaria – ha sottolineato Ciambriello all’uscita – mancano 100 agenti in pianta organica, considerando le diverse assenze giornaliere a vario titolo, il carcere è una bomba ad orologeria! Manca il personale dell’aria sanitaria e sociale, come educatori, psicologi e psichiatri, per una struttura che accoglie 148 detenuti psichiatrici! Non c’è un SerD interno al carcere, nonostante ci siano un centinaio di tossicodipendenti, di questi 11 detenuti sono in carico con metadone a scalare! C’è l’esigenza immediata di aumentare il numero di agenti di Polizia Penitenziaria, di ispettori, mediatori linguistici. Ho incontrato detenuti che per una visita specialistica o psichiatrica, stanno aspettando da otto mesi. In questo periodo di precarietà dell’acqua, mi auguro che le autorità competenti dell’Amministrazione penitenziaria, forniscano il carcere di autobotti d’acqua”.
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