Scafati/Agro/Vesuviani. Nessuno sconto in Cassazione per un traffico di droga che per l’Antimafia sarebbe stato gestito da Vincenzo Starita ‘a strega e i suoi sodali condannati nell’ambito del processo in Appello per lo spaccio di cocaina su scala internazionale. Per il 43enne scafatese condanna definitiva a 12 anni di reclusione mentre per Alberto Sassolino (condannato in secondo grado a 5 anni di reclusione) si torna in aula a Napoli dopo che la Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal suo legale. Secondo l’accusa a Scafati era stata scoperta in una società di noleggio la “base” di un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti su scala internazionale e che aveva le sue ramificazioni anche nella provincia di Salerno e nell’area Napoletana. Al centro degli accertamenti svolti dagli inquirenti c’era un lungo e articolato lavoro d’indagine, col coordinamento della Procura Antimafia di Salerno, sulle tracce di un sodalizio criminale in grado di gestire il traffico di droga su un ampio territorio, il cui filo rosso attraversa la provincia di Salerno, Scafati e la zona vesuviana, in stretto rapporto con gruppi delinquenziali presenti nell’Agro nocerino, per rifornimenti e scambi di tipo economico, nonché con associazioni criminali attive a livello internazionale. L’attività si era concentrata sulla posizione di Starita, detto “’a Strega”, ritenuto il vertice dell’organizzazione e in grado di gestire con i sodali consolidati rapporti con la criminalità locale e con organizzazioni criminali estere, riuscendo ad organizzare spedizioni per il trasporto di ingenti quantitativi di sostanza stupefacenti provenienti in particolare dalla Spagna e dalla Olanda. ‘A Strega per le risultanze era il dominus dell’organizzazione criminale, così definito nelle documentazioni raccolte, in grado di promuovere finanziare e dirigere il sodalizio, provvedendo in particolare ad organizzare l’approvvigionamento di tipo cocaina e hashish con relativo finanziamento dell’acquisto, intrattenendo stretti rapporti con la criminalità locale e contatti con organizzazioni criminali estere. Le indagini, poi, avevano permesso di scoprire come la “base” del sistema, ovvero il luogo dove in gran parte dei casi veniva consegnata la droga, si trovasse proprio a Scafati, in un’attività riconducibile all’uomo. Starita e i suoi per le accuse gestivano un livello di mercato da trafficanti, con la merce da piazzare a grossi quantitativi, con possibilità di trattative, fissazioni di prezzi. La gestione di un vero e proprio segmento della droga. Ora pena definitiva per Starita e ritorno davanti ai giudici per Sassolino.
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