Vietri, collettiva, curata da Vito Pinto - Le Cronache Spettacolo e Cultura
Spettacolo e Cultura Vietri sul Mare

Vietri, collettiva, curata da Vito Pinto

Vietri, collettiva, curata da Vito Pinto

Di Olga Chieffi

“Dammi i colori!” fa cantare Giacomo Puccini al Mario Cavaradossi della sua Tosca. Stasera, protagonisti assoluti di “Vietri Cromie”, la collettiva – ceramico-fotografica ideata e curata da Vito Pinto, saranno i celebrati colori dell’arte locale, conosciuti in tutto il mondo il verde ramina, il giallo, il manganese, il blu e il rosso vietri. Colori che vengono miscelati da secoli con ricette segrete tramandate da secoli da generazione in generazione le famiglie ceramiste che producono opere e utensili di comune uso. Segreti da vero alchimista, che li vede miscelare polveri con antica sapienza così da ottenere le giuste tonalità, una specie di firma che si intuisce al primo sguardo. Se Vito Pinto, nel suo contributo all’interessante catalogo, di una collettiva promossa dal Comune di Vietri sul Mare dall’Associazione Italiana Città della Ceramica, in sinergia con la Confederazione Nazionale Artigianato di Salerno e dalla Pro Loco di Vietri sul Mare, che verrà inaugurata stasera alle ore 19,30, negli spazi della Torre di Marina, ci viene incontro con il prisma di Newton, a noi piace fare romanticamente un passo in avanti e citare quel Goethe il quale non mancò di prender parte al dibattito filosofico che contraddistinse il passaggio dall’illuminismo al romanticismo, definendo con più chiarezza la propria visione del mondo proprio nell’ambito degli studi sulla natura, che lo portarono a confrontarsi direttamente con le posizioni culturali legate al nascente pensiero scientifico moderno. Egli tradusse in questi studi i frutti di quella grande capacità di osservazione che gli era propria, che già aveva trovato espressione nel resoconto del suo “Viaggio in Italia” del 1786-88, ponendosi in contrasto col freddo prisma e col mezzo in sé, ponendo le basi d’una rinnovata interpretazione psicologica delle percezioni umane, e la messa a punto del concetto di «Trübe» – torbido -: “La luce appare attraverso un mezzo torbido: gialla; l’oscurità attraverso un mezzo illuminato: azzurra”, afferma Goethe e nei suoi “Sprüche in Reimen” aggiunge a dire: “Du aber halte dich mit Liebe, / An das Durchscheinende, das Trübe”; ossia: tu devi tenerti vicino, con amore, al trasparente, al torbido. E aggiungiamo noi poiché da quella idea alchemica dei ceramisti, che non si ferma alla ciotola ove si mescolano i colori ma continua nei loro forni, nei loro atanor, in cui il vecchio e il nuovo, il chiaro e l’oscuro, l’iniziatico e il razionale si sfiorano, si intendono, comunicando per mezzo della terra e del colore, qualcosa che non si può dire altrimenti. Vito Pinto, ha pensato ad un’esposizione di dieci opere ceramiche che a coppie raccontano i cinque famosi colori. Una mostra che vede i dieci ceramisti impegnati nella scelta della forma sulla quale installare il colore con proprietà compositiva. I risultati sono opere che non disdegnano quel luminoso passato iniziato dalle famiglie Guido Gambone e Andrea D’Arienzo, i fratelli Procida e Giovannino Carrano, Giuseppe Cassetta e Carmine Carrera, sino a giungere ai contemporanei che ancora sono attivi attualmente. Un’eredità raccolta da Manuel Apicella, Lucia Carpentieri, Vincenzo Consalvo, Elisa D’Arienzo, Tiziano Massimino, Piera Mautone, Fabio Mosca, Gabriele Sersante, Pierfrancesco Solimene, Gianluca Tesauro e che incrocerà un’altra forma di atanor quello delle macchine fotografiche di Gianni Grattacaso, Gaetano Paraggio, Pio Peruzzini, Massimo Pinto e Gerardo Pontiliano. La serata inaugurale per un’esposizione che avrà il suo finissage l’11 agosto, vedrà i saluti istituzionali del Sindaco Giovanni De Simone e dell’Assessore alla Ceramica Daniele Benincasa, del Vice Presidente Nazionale AICC Lucio Rubano, del Presidente della CNA Salerno Lucio Ronca e del Presidente della Pro Loco Vietri sul Mare Cosmo Di Mauro, quindi Vito Pinto sarà in dialogo con il pubblico e Michele Buonomo di Legambiente.

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