Dopo l’intermediario, la Corte di Cassazione rigetta il ricorso anche del funzionario Acer Gaetano Schettini arrestato e finito ai domiciliari nell’inchiesta sulle mazzette per le case popolari. Per lui ricorso respinto e arresto ritenuto legittimo. Il Tribunale ha desunto la partecipazione ed il ruolo di Schettini all’interno del sodalizio con Del Giorno e Petrillo dai suoi frequenti contatti con i due sodali e dalle conversazioni intercettate tra Schettini e Del Giorno. Come ad esempio scrive la Cassazione nel motivare la decisione “discorrevano dei prezzi degli alloggi popolari che dovevano essere corrisposti per la loro occupazione, degli interventi che potevano essere eseguiti o delle giustificazioni che gli occupanti dovevano fornire in caso di controllo dei vigili, dalla sua presenza alle discussioni tra i due sodali relative alla “pratiche” da sistemare e dalla divisione dei proventi (anche questa desunta dalle conversazioni intercettate e in particolare da quella in cui Petrillo indicava il prezzo di “vendita” degli alloggi popolari, oscillante tra i ventimila e i quarantamila euro di cui il 50% andava a lui il restante andava diviso con Schettini)”. Il procedimento che ha portato alla richiesta di giudizio per 30 indagati ha ad oggetto una serie di reati di corruzione, per i quali non erano stati ravvisati i gravi indizi dal gip per la contestazione dell’aggravante, nel contesto di una indagine svolta nell’ambito “delle assegnazioni di alloggi di edilizia popolare in favore di soggetti privi dei necessari requisiti che in cambio di somme di denaro si sarebbero fatti intestare fittiziamente delle procedure di sanatoria di occupazioni abusive grazie alla falsa documentazione predisposta da Giovanni Scafuro, funzionario dell’Acer di Salerno ora in pensione, che avrebbe agito in concorso con con altri tre (De Giorno, Schettini e Petrillo), intermediario incluso”, scrive la Cassazione. Nell’appello cautelare sulla contestazione di associazione per Del Giorno proposto dal pubblico ministero era stato aggiunto un nuovo titolo rispetto a quelli già confermati in sede di Riesame, per i quali “è stata applicata la misura degli arresti domiciliari”. L’inchiesta ha puntato principalmente sulle attività dell’Acer, l’ente pubblico derivato dalla trasformazione e riorganizzazione dello Iacp, tra il 2021 e il 2023 mentre le indagini della Procura di Salerno erano state avviate nel mese di giugno di tre anni fa. Gli investigatori avevano potuto ricostruire i ruoli ricoperti dagli indagati nella vicenda. L’intermediario avrebbe intrattenuto i rapporti diretti con le persone interessate a ottenere un alloggio di edilizia popolare, indirizzandole all’ex dipendente che, grazie all’attività lavorativa svolta presso l’Iacp, avrebbe favorito gli accordi con il funzionario che, ultimo elemento della filiera, materialmente avrebbe avuto il compito di assegnare le unità immobiliari manipolando e manomettendo il sistema informatico di gestione delle case. Si contesta che venivano versate somme fino a 4mila euro. Ora si deve discutere la richiesta di processo presentata dalla procura
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