Quest’anno è stata scelta la chiesa di Sant’Agostino per l’Altare della Deposizione ragion per cui giovedì e ieri la Cattedrale del Duomo di Salerno era chiusa. Questa la giustificazione di don Felice Moliterno, parroco del Duomo spiegando. Dunque, questa decisione non è altro che la conseguenza dell’unità pastorale centro storico che vede insieme la Cattedrale, la chiesa del Crocifisso, quella di Santa Lucia e la chiesa di Sant’Agostino. Don Felice, dopo il cartello apposto all’ingresso del Duomo, ha spiegato che quest’anno, l’Altare della deposizione, erroneamente chiamato Sepolcro, presso il quale la comunità si riunisce in preghiera da adorazione è allestito quest’anno nella chiesa di Sant’Agostino. Da quest’anno, infatti, il Duomo di Salerno è stato unificato nella comunità ecclesiastica del centro storico con le altre chiese e a Sant’Agostino è stato allestito il Sepolcro. «Non è giusto parlare di Sepolcro, ma di altare della reposizione, cioè l’altare che viene addobbato a festa e presso il quale vengono custodite le specie sacre, l’Eucaristia, che vengono consacrate durante la messa in cena domini del giovedì santo. Questa eucaristia viene conservata fino al venerdì santo, giorno in cui non si celebra messa, quindi vengono distribuite le specie eucaristiche che sono state custodite nell’altare della reposizione», ha spiegato don Felice, chiarendo che questo rito può tenersi presso una sola chiesa. «La nostra realtà pastorale comprende quattro parrocchie: abbiamo fatto la scelta di celebrare tutte le messe del triduo Pasquale nella Cattedrale nel Duomo, aperta fino alle otto di sera, ma poi abbiamo voluto aprire un’altra chiesa proprio per permettere ai salernitani, abituati un po’ a girare per il centro storico, di visitare almeno una chiesa delle quattro che appartengono al centro storico – ha aggiunto il parroco – La visita è finalizzata all’adorazione e non al cosiddetto struscio. Sono polemiche che vanno corrette semplicemente con la giusta informazione. Sono 11 anni che noi facciamo questa scelta, per esempio i primi anni noi abbiamo celebrato a Sant’Agostino e Santa Lucia e quindi si percepisce la differenza rispetto agli altri anni perché quest’anno si è aggiunta nell’unità pastorale anche la Cattedrale, quindi sono quattro parrocchie». Di fatti, fino all’anno scorso erano tre e fino a quattro anni fa erano soltanto due quindi in questa graduale unificazione chiaramente le chiese sono state chiuse durante il giovedì santo. «Abbiamo fatto anche la scelta di alternarle, quindi non sempre nella stessa chiesa quest’anno abbiamo fatto Sant’Agostino. L’anno prossimo vivremo l’altare della deposizione, magari al Crocifisso o in cattedrale», ha detto poi don Felice.
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