Giornata della Memoria, Com'è difficile essere fratelli al giorno d’oggi - Le Cronache
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Giornata della Memoria, Com’è difficile essere fratelli al giorno d’oggi

Giornata della Memoria, Com’è difficile essere fratelli al giorno d’oggi

Lilla Bottiglieri

Com’è difficile essere fratelli.
In onore della ricorrenza, i giorni della Memoria, è doveroso non solo parlare dei campi di sterminio nazisti ma soprattutto come si arrivò da parete dell’uomo, in quanto tale, ad una efferatezza così immane. Lo sterminio degli ebrei fu studiato, ideato, e messo in atto a tavolino da Hitler e i suoi seguaci. Ma perché proprio il popolo ebreo? C’è da dire che questo popolo è stato sempre perseguitato e incolpato anche della morte di Gesù Cristo. Essendo gli ebrei un popolo istruito la Germania li vedeva come una minaccia e capaci di ordire complotti contro lo stato, infatti furono accusati di aver sabotato la prima guerra mondiale. Per Hitler erano in Germania tutto ciò che i tedeschi non erano, avevano tutto ciò che i popoli germanici desideravano da tempo: radici antiche, una lingua comune, tradizioni, scuole, cultura, banche, medici notai artisti, quindi un pericolo per lo stato germanico. Per Hitler era doveroso sbarazzarsi di loro, incominciò quindi a frullare nella sua mente l’idea di una razza pura: la razza Ariana. Ma come attuare questo principio! A tavolino come già detto all’inizio si decise di sterminare tutto il popolo ebreo, furono così attivati campi di concentramento e di sterminio cito a casa le camere a gas. Con le leggi razziali l’antisemitismo divenne patrimonio comune dei tedeschi, tanto ché intorno al 1933 l’elevato antisemitismo affrancò il tedesco dalla vergogna e dalla responsabilità, beandosi dell’umiliazione dell’ebreo e della sua persecuzione. E le donne e i bambini anche per loro lo stesso destino affinché non resti traccia di questa razza. Infatti per donne bambini omosessuali e diversamente abili fu creato lontano dagli altri campi il campo quasi sconosciuto di Ravensbrok. La brutalità fu grande tanto che alcuni filosofi e forse anche la chiesa hanno osato dire: Forse Hitler e tutto il suo seguito furono posseduti da Satana, perché solo una mente invasa dal demonio poteva partorire un tale orrore. Tutti indistintamente venne tolta la loro identità di uomo marchiandoli a fuoco con un numero progressivo alla stregua degli animali, tralascio il dopo. I media in questi giorni ne hanno già parlato tanto. E il campo delle donne e il loro destino che né stato? Purtroppo per le donne la brutalità fu ancora più feroce. Vennero marchiate col nome di Coniglie perché la donna dà la vita anche fuori dal matrimonio. Di tutte alcune vengono sottoposte ad aborto, altre partoriscono e i bimbi sopravvissuti vengono usati per esperimenti pseudo scientifici. Le più avvenenti vengono usate come prostitute, altre per esperimenti sulla sterilizzazione infatti non solo furono marchiate come animali ma con medicinale gli bloccavano le mestruazioni annullandole la loro identità di donna. Milioni di queste donne furono soppresse durante l’olocausto, ma di loro nessuno ne parla Nel 1945 il campo finalmente fu liberato dall’armata sovietica. Purtroppo trovarono solo donne malate e in fin di vita.
Le altre quelle in discreta salute liberate dai loro stessi aguzzini e mandate a morire volontariamente in una terribile marcia della morte verso il nord. Fortunatamente i russi si attivarono salvandole. I sovietici trovarono donne senza identità senza emozioni, il loro volto senza espressione, i loro corpi inermi. Dovevano gioire ma non ne erano capaci. Quasi tutti i sopravvissuti tornarono a casa uomini donne e qualche giovinetto. Gli uomini sono accolti con gioia lasciandoli parlare. Le Donne, sono messe a tacere. Per gli ebrei in momento della vita sono la vergogna della razza della ebrea vengono tacciate come prostitute: sei sporca ti sei data ai nazisti, come se la violenza avesse un colore definito di sporco. Mi chiedo: ma quanti di quei sopravvissuti si erano prostituiti soprattutto moralmente per una buccia di patate. Per queste donne violate e violentate la violenza subita diventa sporcizia vera e chiudono per sempre in un cassetto il loro passato, tante di loro alla domanda avete provato gioia felicità nella liberazione restano mute. A Edith Bruk una tra le tante quando gli fu chiesto la sua prima emozione risponde Quando un impiegato mi chiese come ti chiami provai una felicità immensa non mi sentii più un’animale ma un essere umano, toccai il cielo con un dito. Il troppo dolore mi aveva cambiata la vita totalmente e non riuscivo a cercare gioia tanto che volutamente sposai un uomo violento. Venivo da una famiglia poverissima, quelli che mi teneva in vita nei giorni di internamento era l’odore del pane povero che mangiavamo in casa. Dopo più di 50 anni, io e penso tante altre donne, sono riuscita a metabolizzare il mio dolore acquisendo di nuovo la capacità di distinguere il male dal bene.
Primo Levi scrisse l’olocausto è fuori dalla nostra mente, ma il razzismo è intorno a noi è nell’aria che respiriamo.
L’ eco spegne le tracce dello sterminio ma l’infezione serpeggia nell’etere dell’universo …sarebbe stolto negarlo. Memore di queste parole la memoria del razzismo tedesco non dev’essere per noi tutti un ricordo isolato.ma consapevoli della nostra società devastata da lotte interne, da guerre civili di religione e per confini, razzismo verso immigrazione verso i rom, e a volte in questo mondo di consumismo sfrenato e di perdita del nostro IO razzisti anche contro noi stessi. Questo passato buio e doloroso del dopoguerra dev’essere per l’uomo una memoria presente e vigile sempre, facendo sì che l’olocausto anche i tempi e modalità diversi sparisca dalla nostra cultura e non si verifichi mai più.
Scuola Maestri
Del Lavoro Consolato
Salerno
Sculture dell’artista Ciao Pasquale