Caserta/Salerno. Droga da Castelvolturno a Salerno passando per Mercato San Severino e Cava de’ Tirreni, sgominata banda dello spaccio capeggiata da un gruppo di nigeriani dai quali si rifornivano i pusher salernitani per piazzare lo stupefacente sulle floride piazze del territorio. Tredici arresti di cui 12 in carcere e una ai domiciliari eseguiti dai carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere coordinata dai sostituti procuratori Carmine Renzulli e Mariangela Condello della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Prezzi stracciati per attirare anche clienti da fuori regione e c’era chi si affidava al mago in Nigeria o Malawi per assicurarsi il favore degli dei nella compravendita di droga o come protezione del carico dall’ Africa orientale fino in Italia, il confronto coi fornitori connazionali sul prezzo locale dello stupefacente indispensabile per la rivendita in Italia, prezzi competitivi rispetto alla media di mercato che garantiva una grande affluenza anche di piazzisti da altre regioni italiane. In carcere il 38enne salernitano Antonio Pellegrino, quindi Guerino Amabile, 32 anni di Cava de’ Tirreni e Franco Pisapia, 26enne di Mercato San Severino. Ai domiciliari Arsia Marsullo, 26 anni di Cava de’ Tirreni. Oltre a loro e ai 5 nigeriani sono finiti in cella anche un ghanese, un abruzzese e un venezuelano. A tutti vengono contestati oltre 400 episodi di spaccio di sostanze stupefacenti (eroina, cocaina, marijuana. L’indagine prende le mosse nel mese di novembre 2020 e si protrae fino al mese novembre 2021 quando grazie alla documentata cessione di stupefacente in una delle zone sensibili dello spaccio come a Castelvolturno risalgono ad una rete di pusher ed acquirenti. Lo spaccio avveniva perlopiù a Castel Volturno da parte degli africani nei confronti di assuntori locali o di piazzisti (i tre salernitani) che dato il competitivo prezzo di mercato, come ad esempio quello di 35 euro al grammo per l’eroina, andavano a frotte dagli africani e poi rivendevano nelle loro locali piazze di spaccio lo stupefacente con una differenza di prezzo anche più del 50%. Prima dell’acquisto di ogni carico che doveva partire dall’ Africa orientale i pusher naturalizzati castellani chiamavano il mago nelle loro terre d’origine. Il mago aveva il compito di compiere un rito voodoo propiziatorio affinchè il carico o il corriere fossero liberi dal malocchio o da eventi negativi. Le chiamate degli indagati avvenivano anche con i loro fornitori locali per fare un confronto sul prezzo di mercato dello stupefacente in Africa per poi rivenderlo in Italia. Nel corso del blitz di ieri all’alba i carabinieri di Grazzanise hanno recuperato 530 grammi di droga di diversa tipologia tra cui anche ovuli.
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